Crisi nordcoreana: a Tokyo attivati i Patriot. Pyongyang ammonisce: guerra termonucleare imminente

Il regime comunista nordcoreano invita gli stranieri a lasciare la Corea del Sud: “non vogliamo stranieri vittime della guerra”. Quando si dice “il trionfo dei buoni sentimenti”…

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Tokio – Il governo giapponese ha deciso di attivare le batterie di missili anti-missile Patriot PAC 3, già discretamente dispiegate sul territorio da diverse settimane, in tre diverse zone di Tokio, in prospettiva di un possibile bombardamento missilistico da parte della Corea del Nord. I Patriot sono stati dispiegati nel distretto centrale di Ichigaya e nelle zone periferiche di Asaka e Narashigo, ha dichiarato il portavoce del governo Yoshihide Suga. Secondo fonti russe, anche nell’isola di Okinawa l’esercito del Paese del Sol Levante ha attivato i sistemi di difesa anti-missile.

L’annuncio di oggi contraddice quanto detto dallo stesso Suga ieri, rispetto al fatto che il governo non avrebbe reso noto il dispiegamento di difesa missilistica, per non mostrare la propria strategia al regime di Pyongyang. La decisione di oggi manifesta l’escalation di tensione nel Far East e il timore che la dittatura comunista nord-coreana passi dall’enfasi delle parole ai fatti, scatenando un attacco missilistico su Corea del Sud e Giappone, Paese in cui insistono diverse basi militari statunitensi.

Il servizio di Euronews sull’attivazione dei Patriot in Giappone

Nel frattempo, il regime del Pyongyang ha bloccato la produzione nell’area industriale di Kaesong, comune con la Corea del Sud. Oggi, 53mila operai nordcoreani non si sono presentati al lavoro nella cittadina a 10 chilometri dal confine con il sud, secondo quanto reso noto dal Ministero dell’Unificazione di Seul e dalle aziende sudcoreane che hanno impianti nell’area.

Il regime di Kim Jong Un ha inoltre ammonito gli stranieri che si trovano in Corea del Sud di lasciare il paese. Secondo quanto ha riportato l’agenzia ufficiale nordcoreana, un portavoce del Comitato per la Pace nell’Asia-Pacifico ha chiesto a tutte le organizzazioni straniere operanti in Corea del Sud, alle compagnie e ai turisti di “preparare piani per l’evacuazione del Paese in caso di guerra. La situazione nella penisola coreana va verso un guerra termonucleare” a causa delle azioni ostili da parte di Usa e Corea del Sud. L’attuale situazione, ha poi aggiunto, “sta avendo effetti seri sulla pace e sulla sicurezza non solo nella penisola ma nel resto dell’area dell’Asia-Pacifico” e Pyongyang “non vuole vedere stranieri in Corea del Sud vittime della guerra“. Insomma, un trionfo di buoni sentimenti.

Secondo il portavoce nordcoreano, Seul e Washington stanno cercando di “sfruttare l’occasione” di iniziare una guerra contro la Corea del Nord introducendo “armi di distruzione di massa” in Corea del Sud. Evidenti farneticazioni di un regime con le spalle al muro, dove sembra siano in corso “movimenti” familiari di pressione sul giovane dittatore comunista del Paese più militarizzato e povero del mondo. Una situazione esplosiva che anche in Cina viene ora guardata con attenzione diversa.

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