Juventus tritatutto in Italia…ma in Europa sta ancora leggendo le istruzioni… (e non è la sola…)

I bianconeri, dopo aver espugnato l’Olimpico a spese delle Lazio, hanno mezzo scudetto cucito sul petto…ma in Europa tutto il calcio italiano deve cambiare rotta, se vuole riconquistare il dorato mondo della Champions League

20130416_juventus_beats_lazio_770x433

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile…l’uomo con la pistola è un uomo morto…Questo è quello che avrà pensato Vladimir Petkovic, un secondo dopo il triplice fischio finale del signor Giannoccaro. Eh già… perché la squadra biancoceleste ha raccolto solo le briciole contro quella macchina perfetta quale è la Juventus del vulcanico (e puntualmente afono dopo ogni match) Antonio Conte. Automatismi perfetti, Vucinic e Vidal sontuosi e fame da vendere hanno fatto la differenza contro una Lazio generosa ma falcidiata da troppe assenze, tra infortuni e squalifiche. È bastato poco alla corazzata bianconera per affettare la difesa (colabrodo) laziale e intascare i tre punti che hanno il sapore succulento dello scudetto. Inutile ormai mascherarsi dietro false scaramanzie o parlare (come fa mister Conte) di “ulteriore mattone aggiunto”.

La Juve in Italia è la squadra migliore, forse non esprimerà un calcio bellissimo da vedere (e per quello diamo lo scettro a Vincenzo Montella e alla sua Fiorentina), ma è comunque efficace e concreto. E visto che nel calcio contano solo e soltanto i risultati (retorica) la Juve è più forte, punto. Proviamo però un attimo ad andare oltre, saltando fuori dall’italico contesto, riavvolgendo mentalmente il nastro della partita di Champions League tra i bianconeri e i titani alemanni del Bayern.

L’invincibile armata forgiata da Antonio Conte, indiscusso deus ex machina della rinascita bianconera, al cospetto dei bavaresi ha quasi assunto le sembianze di un’armata…brancaleone, surclassata dallo strapotere fisico e tecnico di Ribery e compagni. Ebbene, in 180’ il cappotto è stato servito, 4 gol incassati, nessuno segnato, addio sogni di gloria. Poi tutti a fare quadrato attorno al tecnico salentino (dirigenza bianconera compresa), che ha evidentemente ammesso di non avere una rosa all’altezza per simili palcoscenici, sostenendo che non si può competere con potenze economiche come Bayern, Barcellona, Manchester United Real Madrid ecc ecc (e Marotta gli faceva eco dall’altra parte)…

Il Dio Denaro la fa sempre da padrone, vero… ma fino ad un certo punto. Come mai il Real Madrid dello spendaccione Florentino Perez in questi anni in Champions si è sempre fermato a metà strada? E il Psg degli sceicchi, che vince in Francia ma in Europa (match col Barça a parte) non ha mai brillato? Eppure in quelle compagini soldi ne sono stati spesi tanti e ne verranno spesi ancora. La differenza non è data solo dal denaro, ma anche dalla “politica” societaria e dalla mentalità inculcata da ogni club nelle menti dei propri atleti. Ai più sembrerà un discorso trito e ritrito, ma i fatti parlano chiaro. Basti pensare ai frutti raccolti negli anni dal Manchester United, grazie all’intramontabile Sir Alex Ferguson che ha lanciato senza indugi anche in Europa giovani talenti “fatti in casa”. O si rifletta sul Barcellona, con la sua indomabile “cantera”, fucina inesauribile di piccoli campioni (inutile iniziare discorsi su Messi).

In Italia non sappiamo aspettare. O si è (quasi) subito fenomeni o si finisce in soffitta. Tanto per dirne una, la miglior scuola di portieri del mondo che ha adottato il malcostume di acquistare portieri stranieri (sudamericani per lo più). È solo uno dei tanti esempi che si possono fare. Per maggiori informazioni sui giovani da valorizzare nei grandi club si può sempre chiedere a Walter Mazzarri…

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Ceci