Ferrari, giornata no in Bahrain, ma le regole sono surreali. Abolire DRS e aprire la concorrenza tra costruttori di gomme

Sulla F138 di Alonso si guasta il DRS. Massa, 2 gomme forate e gara finita. Spettacolo e sorpassi possibili anche senza DRS e con più costruttori di gomme. Regole da cambiare, stufi di ripeterlo

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Alonso ha perso un risultato importante nel GP del Bahrain per un problema all’ala mobile posteriore, il famigerato DRS (Drag Reduction System) introdotto nel 2011 per facilitare i sorpassi e aumentare lo spettacolo. A patire il bloccaggio dell’ala era già capitato a Michael Schumacher proprio nell’anno del debutto, in occasione del GP del Canada: memorabili le immagini dei meccanici che si sforzano di chiudere il flap, inutilmente. In Bahrain, invece, i meccanici di Maranello hanno avuto bisogno di due soste per capire di intimare al pilota di Oviedo di non utilizzarlo più. Il resto è merito dell’asturiano, senza ombra di dubbio.

Il DRS è pericoloso, lo abbiamo affermato diverse volte. Perdere una gara è spiacevole, ma questo particolare aerodinamico può trasformare un risultato sportivo negativo in un dramma. Deve necessariamente farsi male qualcuno per vietare questa sciocchezza?

Che sia un’inutile sciocchezza, lo ha mostrato proprio la gara nell’isola Stato del Golfo Persico. Un inizio di gara scoppiettante, duelli al limite, sportellate come se si guidasse vetture turismo. Insomma, spettacolo. A un certo punto Alonso ha pure fatto il giro più veloce, senza DRS. Ne consegue che questa diavoleria meccanica andrebbe vietata subito per motivi di sicurezza. Lo spettacolo può esservi anche senza.

Un altro capitolo su cui intervenire è quello delle gomme. Due forature hanno mandato al macero la gara di Felipe Massa, circostanza che ha allarmato i tecnici della Pirelli, desiderosi di capire perché la gomma interessata sia stata sempre la posteriore destra e con apparente interessamento della carcassa. È un problema che riguarda la costruzione della gomma o è stato solo un caso? Il dubbio viene anche dalla circospezione con cui i tecnici della Pirelli si sono “appropriati” delle due gomme, per analizzarle a fondo. Eppure, il problema è più complesso del “caso Massa” in Bahrain, magari solo una casualità ovvero il risultato dell’adozione di angoli di assetto troppo estremi al retrotreno.

Il DRS della Ferrari di Fernando Alonso aperto, nei primi giri della gara (Foto - FIA / Federation Internationale de l'Automobile)
Il DRS della Ferrari di Fernando Alonso aperto, nei primi giri della gara (Foto – FIA / Federation Internationale de l’Automobile)

Il contratto della Pirelli come monoformitore scade a fine anno e la casa milanese si è più volte dichiarata interessata a prolungare la presenza in Formula 1. Nel frattempo, il costruttore sudcoreano Hankook ha riproposto il proprio interesse a entrare in F1, mentre Michelin da sempre non è interessata a un regime di monogomma.

A nostro avviso, un costruttore di gomme non può costruire coperture che vadano bene per tutte le monoposto e sembra paradossale che nella massima serie automobilistica non vi sia concorrenza tra costruttori di gomme. Una lacuna da eliminare, per ridare alla Formula 1 quel ruolo di banco prova per tecnologie da impiegare poi sulle auto di serie.

Il mantra della riduzione dei costi sia adattato alle esigenze di un campionato professionistico, che necessita di spettacolo frutto della competizione, non di finzioni regolamentari, di artifici tecnici che stravolgano la scala di valori inevitabile in ogni gara. Bene dunque l’ingresso di Hankook insieme a Pirelli e ad altri costruttori, perché lo spettacolo attuale è spesso avvincente, ma a volte è indecente.

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