Crocetta è un sant’uomo, vuole l’ubiquità?

Il presidente della Regione Siciliana vuol fare anche il ministro, ma serve un miracolo legale. Tra sogni e desideri spesso si può fare confusione, poi viene il risveglio e si deve decidere…

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Che il presidente della Regione Siciliana (questa la definizione ufficiale, come da Statuto del 1946) fosse un uomo tutto leggi e legalità, era cosa risaputa. Così come la sua passione per le religioni, con una certa propensione al sincretismo. E così sia, direbbe l’uomo di Chiesa. Noi siamo mezzi nicodemici e arricciamo il naso.

La probabile soluzione della crisi di governo nazionale ha aperto nuove opportunità e per un uomo vocato al bene comune sembrano arrivare tempi interessanti. Sicché non ha meravigliato la propria disponibilità a fare il ministro di un probabile governo Letta (Enrico). Senonché, a più d’uno sono fischiate le orecchie, vista l’attuale incompatibilità tra l’ufficio di presidente della regione e quello di ministro.

Tra l’altro, il presidente della Regione Siciliana è anche un deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, carica incompatibile con quella di ministro in base alla normativa regionale (vedasi l’articolo 10 ter della Legge Regionale 29 del 1951, introdotto dall’art. 25 bis della Legge Regionale 7 del 2005). E ancora, ai sensi dello Statuto Speciale (articolo 21, ultimo comma), il presidente della Regione è già ammesso a partecipare alle riunioni del Consiglio dei Ministri della Repubblica, con il rango di ministro, ma solo in quelle sedute in cui si trattano materie che interessano la regione o che siano in qualche modo inerenti la Sicilia.

Le dichiarazioni di Crocetta dunque – agli occhi dei soliti controrivoluzionari, sabotatori e disfattisti – sono apparse interessanti, perché preannuncianti in modo implicito le dimissioni da presidente della regione e quindi l’indizione di nuove elezioni anche per l’ARS (che vedrebbe ridotta la composizione dai 90 attuali ai 70 deputati post riforma). Del resto, Crocetta è contornato da una squadra di consulenti, tra i quali spiccano avvocati di grande preparazione, sarebbe impossibile prendere lucciole per lanterne con una squadra di tal valenza.

Tuttavia, i semplici – sempre controrivoluzionari, sabotatori e disfattisti – non hanno messo in conto che Crocetta voglia essere innalzato all’onore degli altari subito e in vita, potendo contare sull’ubiquità, una delle qualità sovrumane che fanno gridare alla manifesta santità.

Naturalmente, noi (mezzi nicodemici, ma fedeli al Papa, quale che sia) pensiamo che Crocetta abbia – in un momento di stanchezza – confuso desideri e realtà, perché non vogliamo credere alle dimissioni, all’abbandono della Sicilia che tanto ama e alla defezione dalla missione di cambiare la storia della Trinacria, per sedersi sulla poltrona di ministro. Cosa che gli auguriamo comunque, ma con i tempi giusti, visto che le eventuali dimissioni da presidente della regione non sarebbero prese con molto favore dal proprio elettorato, che tante speranze ha riposto nella sua azione di governo.

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