Enrico Letta ha sciolto la riserva. Lista dei ministri innovativa (in parte)

Agli Esteri Emma Bonino, Angelino Alfano Vice-Presidente e Ministro dell’Interno. Anna Maria Cancellieri alla Giustizia, Mario Mauro alla Difesa. Il sindaco di Padova, Flavio Zanonnato, allo sviluppo. Beatrice Lorenzin alla Salute, Cecile Kyenge all’Integrazione e Iosefa Idem alle pari opportunità e sport

20130424-enrico_letta_770x500Enrico Letta ha sciolto la riserva e ha accettato di formare il nuovo governo. Salito al Colle alle 15 ha sottoposto la lista del futuro esecutivo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, poco dopo le 17.15 ha presentato l’elenco dei ministri. Domani alle 11.30, nella sala delle feste, il giuramento.

“Abbiamo costituito un governo fatto da una squadra coesa e fortemente determinata a risolvere i problemi del Paese. Una squadra basata sulle competenze, sul ringiovanimento, e può vantare un record nella presenza femminile che per quello che mi riguarda è una delle più grandi soddisfazioni” ha detto Letta.

Di seguito l’elenco dei membri del governo, a partire da Filippo Patroni Griffi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, segretario generale del Consiglio dei Ministri.

VICEPREMIER E MINISTRO INTERNI ANGELINO ALFANO

MINISTRO AFFARI ESTERI EMMA BONINO

MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ANNA MARIA CANCELLIERI

MINISTRO DIFESA MARIO MAURO

MINISTRO AFFARI REGIONALI GRAZIANO DELRIO

MINISTRO AFFARI UE ENZO MOAVERO MILANESI

MINISTRO COESIONE TERRITORIALE CARLO TRIGILIA

MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE GIAMPIERO D’ALIA

MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE MAURIZIO LUPI

MINISTRO PARI OPPORTUNITA’ E SPORT JOSEFA IDEM

MINISTRO DELLO SVILUPPO FLAVIO ZANONATO

MINISTRO DELL’INTEGRAZIONE CECILE KYENGE

MINISTRO DELL’AMBIENTE ANDREA ORLANDO

MINISTRO DEL LAVORO ENRICO GIOVANNINI

MINISTRO DELL’IISTRUZIONE MARIA CHIARA CARROZZA

MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE NUNZIA DE GIROLAMO

MINISTRO DEI BENI CULTURALI MASSIMO BRAY

MINISTRO DELL’AMBIENTE ANDREA ORLANDO

MINISTRO DELLE RIFORME COSTITUZIONALI GAETANO QUAGLIARIELLO

Un governo di età media sensibilmente abbassata, con alcuni nomi nuovi, poche figure di ritorno e con un assetto confacente alla natura stessa dell’esecutivo, che mette insieme PD, PDL e Scelta Civica. Un governo con una forte presenza di donne, una delle caratteristiche “suggerite” da Napolitano, vero deus ex machina dell’operazione. Governo del presidente di un sistema di fatto presidenziale e lasciato alla onesta gestione di una personalità equilibrata, Giorgio Napolitano, che Iddio lo preservi. Francesco Cossiga, al suo posto, marcirebbe in una cella di Castel Sant’Angelo, all’uopo ripristinato alle antiche finalità.

Eppure, un governo partitocratico – va detto per evitare pericolosi infingimenti – con cui la politica cerca di mettere una serie di pezze ai guasti prodotti dalla politica stessa, ma che apre anche alle istanze innovatrici del Movimento 5 Stelle, con Emma Bonino agli esteri, una figura che potrebbe mettere d’accordo anche varie anime della sinistra italiana.

Un governo costituito dai colonnelli, visto le serie di sconfitte accumulate dai generali e dai capi di stato maggiore, che dovrà essere giudicato sui fatti. Primo tra tutti (insieme ai temi dell’economia, del lavoro e delle relazioni con l’Unione Europea e con la Germania che avoca a se poteri egemonici che nessun trattato stabilisce), la crisi tra India e Italia, per la quale Emma Bonino dovrà scendere con celerità in capo per riportare a casa Massimiliano Larorre e Salvatore Girone, unico obiettivo importante.

Le riforme istituzionali, per cui è stato incaricato Gaetano Quagliariello, dovrebbero essere tema da affidre a un’Assemblea Costituente, così come avviene in tutti i Paesi civili, organismo che rispetterebbe lo spirito dell’attuale Carta fondamentale e dei mezzi per modificarla. Altre modalità sarebbero solo un pericoloso avventurismo inutile, visto l’esito dei precedenti tentativi.

Domani alle 11.30 il governo giurerà di fronte al capo dello Stato. Lunedì la fiducia, con passaggio prima al Senato e poi alla Camera. Da martedì le contrattazioni partitocratiche dovrebbero lasciare lo spazio alla capacità di fare, di agire. Per quanto non sappiamo prevederlo, ma auguriamo a Letta ogni successo, perché auguriamo a noi stessi benessere e serenità. Letta, in fondo, ha l’ingrato compito di convincere molti degli italiani che è conveniente restare in Italia.

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