La negatività è il carburante per trovare “Il lato positivo”

La negatività è il carburante per trovare “Il lato positivo”

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“Il lato positivo” è la traduzione frettolosa e sommaria di “Silver Linings Playbook”, ovvero “L’oro argenteo delle nuvole”, l’omonimo romanzo di Matthew Quick da cui David O. Russell ha ricavato uno splendido film, che vede protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Il film, uscito nell’inverno del 2012, ha ricevuto otto nomination alla cerimonia degli Oscar 2013, vincendone alla fine uno soltanto: Migliore attrice protagonista.

Forse otto statuette sarebbero state troppe, ma anche Bradley Cooper avrebbe meritato di essere premiato per la sua eccellente interpretazione. Il suo personaggio, Pat, è quello di un uomo affetto da disturbo bipolare, che cerca per quasi tutta la durata della pellicola di rincoquistare l’ex moglie, seguendo le silver linings citate nel titolo. Le “fodere d’argento” riflettono la simbologia delle buone intenzioni del protagonista di rimettersi in sesto (fare jogging ogni giorno, leggere i libri che la moglie fa leggere ai suoi studenti…).

Pat è infatti appena uscito dall’ospedale psichiatrico, in cui era stato ricoverato perché affetto dalle nevrosi che, in modo più o meno consapevole, colpiscono ognuno di noi, a causa di una situazione sentimentale o lavorativa difficile da affrontare. Non è difficile immedesimarsi nell’impazienza di Cooper e nella sua esasperazione, senza per questo dover essere clinicamente considerati pazzi.

Una buona parte de “Il lato positivo” può considerarsi una specie di manuale di vita per chi, come Pat, non regge il peso delle difficoltà o, come capita più spesso, non sa da che parte cominciare per voltare pagina. Bisogna prendere tutta la negatività – dice il protagonista del film – e usarla come carburante per trovare il lato positivo. Perché il lato positivo c’è sempre.

A metà tra dramma e commedia, la pellicola scorre con una linearità familiare e con la strana sensazione di sapere già come andrà a finire. Un grande plauso (oltre all’Oscar) va a Jennifer Lawrence nei panni della bella e bruna Tiffany, depressa e complicata, “isolata” dal resto della società. Due solitudini che s’incontrano e si ricostruiscono a vicenda, senza però quell’immediatezza che allo spettatore sembra inevitabile, poco dopo il loro incontro. Se c’è una pecca, è quella di trascinare il lato sentimentale ben oltre le aspettative e banalizzare sul finire un racconto che per molti aspetti si rivela originale.

Con sottofondo una colonna sonora azzeccata dal primo all’ultimo brano, “Il lato positivo” può essere considerato un “Harry ti presento Sally” dei giorni nostri, con tanto di anime disturbate dalle piccole nevrosi quotidiane.

Il trailer di Silver Linings Playbook

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Claudia Fiume

Laureata in comunicazione con una tesi sul rapporto tra il reale e l'immaginario nel cinema, ho collaborato per alcune testate online come web content editor. Collezionista di immagini sul desktop e di ricettari disordinati su cui annotare imprese culinarie più o meno riuscite. Quando non faccio niente di tutto questo, twitto in modo compulsivo di tv, attualità e social media. Su THE HORSEMOON POST scrivo di tutto questo, ma anche di cinema e lifestyle.