Senato, il Governo Letta ha ottenuto la fiducia. Il governo assume i pieni poteri

Il nuovo esecutivo alla prova dei fatti. Rafforzate le scorte dopo la sparatoria di domenica a Piazza Colonna

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Bari – Il governo “di servizio nazionale” presieduto da Enrico Letta ha ottenuto la fiducia anche dal Senato, con 233 voti favorevoli, 59 contrari e 18 astenuti (che però equivalgono a voto contrario al Senato, per effetto del regolamento d’aula).

Questa mattina l’Assemblea aveva avviato la discussione sulle comunicazioni del neo presidente del Consiglio, che in precedenza aveva consegnato il testo delle dichiarazioni programmatiche già rese alla Camera. Tre i grandi temi toccati da Letta: emergenza economico-sociale, riforme costituzionali e futuro dell’Europa.

Letta ha focalizzato una questione fondamentale che grava sul suo governo, in diretta dipendenza con lo stato del Paese. Sul governo “mi sono reso conto che c’è un grande problema: c’è un carico di aspettative francamente eccessivo”, ha affermato il presidente del consiglio. Ma questo aspetto non può far dimenticare che l’esistenza del governo non assicura di poter affrontare i problemi che attanagliano l’Italia, alcuni di antica radice.

Se non c’è la consapevolezza dell’oggettiva fragilità di quanto fatto e di quanto stiamo facendo e si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un governo – ha chiarito Letta – io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà”. “Io avrei voluto un diverso esito elettorale – ha spiegato poi Letta – ma la realtà è quella che abbiamo di fronte”. E “la realtà è il principale tema che un uomo politico deve mettere al centro della sua azione, oppure raccontiamo a noi stessi delle favole per stare tranquilli”, ha ammonito Letta, rispondendo a chi – in tutti gli schieramenti – non nasconde il proprio mal di pancia per la formazione di un governo che unisce le forse politiche più responsabili, che stanno cercando di mettere mano alla grave situazione del Paese.

Il governo è dunque nel pieno dei poteri e ora dovrà cominciare a lavorare per affrontarli ad uno ad uno. Pena l’esplosione della rabbia sociale, di cui i fatti di domenica davanti a Palazzo Chigi potrebbero essere solo il primo drammatico episodio.

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