Storico rientro della Honda in F1 con la McLaren

Dopo sei anni, si riforma uno dei binomi più vincenti della storia dell’automobilismo degli anni ’80 e ’90, un segnale importante che travalica lo sport. Funziona l’Abe-economics?

20130516-H-McLcom-hero_1

Dopo mesi di indiscrezioni e conferme con sorrisi, la continuazione della comunicazione non verbale con altri mezzi, oggi è arrivato il momento della conferma ufficiale, che ha il sapore della ratifica di una strategia di comunicazione messa in piedi ad arte negli ultimi tempi, con una vaga pressione sulla Mercedes (partnes uscente).

McLaren è lieta di confermare che ricostituirà un accordo pluriennale di parnership tecnologica con la Honda recita l’incipit del comunicato della casa automobilistica di Woking (perché, lo ricordiamo, la McLaren costruisce anche automobili, ancorché supercars), che poi precisa i termini del rientro della casa nipponica in F1. “Dall’inizio del 2015, le auto di Formula 1 della McLaren useranno i motori e i sistemi di recupero dell’energia (Kers, ndr), rinnovando un’associazione diventata” si sottolinea “una delle più vincenti e potenti della storia della Formula 1 degli anni ’80 e ’90”. Letto, confermato e sottoscritto.

L’annuncio, su cui erano state rilanciate le indiscrezioni nelle scorse ore in ambienti britannici, costituisce una svolta importante, non solo perché segna il ritorno della Honda sul grande palcoscenico iridato, ma perché segue un periodo di rilancio dell’economia nipponica grazie alla cura apportata dal premier Shinzo Abe, fautore di un innesto di liquidità nell’economia per superare la stagnazione, trasformando di fatto il debito pubblico in una partita di giro gestita dallo Stato. Quel che manca in Europa, uno Stato Federale che batta la propria moneta e non sia ostaggio di uno degli Stati membri dell’Unione.

Honda in realtà non era mai uscita dalle competizioni, nella IndyCar nordamericana (sempre più seguita nel mondo, anche per l’indiscutibile apporto tecnologico di Gianpaolo Dallara e delle sue straordinarie monoposto), nel Mondiale Endurance come fornitore di motori e nel Mondiale Turismo, con un ingresso nel 2013 che ha già fruttato una vittoria con il granitico Gabriele Tarquini, decano e senatore della serie.

La Honda, ritiratasi alla fine del 2008, di fatto regalando a Ross Brawn il team che avrebbe vinto il doppio titolo iridato l’anno successivo con Jenson Button, rilancia la propria proiezione mondiale con un riferimento a un settore tecnico che le è particolarmente caro, quello delle motorizzazioni turbocompresse e della tecnologia elettrica di supporto ibrido, uno scenario che promette straordinari sviluppo nel futuro della motorizzazione di massa di medio termine. La Honda rientra quando il quadro tecnologico ritorna a essere eccitante per un costruttore di automobili, il cambio regolamentare sui motori in vigore dal 2014 in Formula 1, con motori di 1,6 litri turbo, accoppiati a un sistema ibrido a recupero di energia dalla potenzia doppia dell’attuale. Una manna tecnologica per la sperimentazione e per riversarne i risultati nell’automotive.

È fantastico per ciascuno che ami la Formula 1 riuscire a salutare il ritorno della Honda in Formula 1” ha affermato Martin Whitmarsh, CEO del Gruppo McLareninsieme stiamo per inmbarcarci in una nuova ed estremamente eccitante capitolo della storia della McLaren”, dichiarazione che conferma il vasto scenario di collaborazione che si apre tra McLaren e Honda, probabilmente proprio quello scenario rifiutato dalla Mercedes nella produzione di serie di alta gamma.

Una conferma esplicita del nuovo interesse per le scelte della Formula 1 in prospettiva ecosostenibile delle motorizzazioni è venuto da Takanobu Ito, Presidente and CEO della Honda Motor, il quale ha precisato che fin dalla nascita, la Honda è stata un’azienda che cresce con le sfide nelle corse” in cui la casa nipponica ha “una lunga storia di sviluppo di nuove tecnologie e di promozione delle risorse umane nella partecipazione alle più prestigiose corse automobilistiche”. Peraltro, il motivo più importante per decidere di rientrare, sotto il profilo tecnico, è costituito proprio dalle “nuove regole della F1, con il loro significativo impegno ambientale che ispirerà anche i più importanti sviluppi delle nostre tecnologie e” ha sottolineato il presidente della Honda “questo è centrale nella nostra partecipazione alla F1”. “Lo slogan della Honda è ‘Il Potere dei Sogni – ha detto il massimo dirigente commerciale della Honda – Questo slogan rappresenta il nostro forte desiderio di perseguire e realizzare i nostri sogni con i nostri clienti e i nostri fan“.

Il presidente della Honda ha voluto anche ringraziare Jean Todt, presidente della FIA, e Bernie Ecclestone, padre-padrone della Formula 1, “che hanno mostrato grande comprensione e cooperazione per aiutare la Honda a rientra nelle corse di F1”.

Dal presidente della FIA è arrivato il saluto alla Honda. “Sono felicissimo di apprendere la decisione importante della Honda di ritornare in Formula 1 con la McLaren dal 2015” ha commentato Todt, il quale ha confermato che il nuovo quadro regolamentare è alla base della decisione del costruttore nipponico, perché la scelta del motore V6 turbo con iniezione diretta e ibrido con recupero di energia sia una “sfida eccitante e dimostra una visione per il futuro dello sport”. “Sono certo” ha concluso Todt “che la Honda diventerà uno dei più forti competitors negli anni a venire”. Bernie Ecclestone, mente commerciale della massima serie, ha espresso il proprio entusiasmo nel “vedere la Honda rientrare in Formula 1” che beneficerà della loro “tecnologia motoristica e della loro passione”, attraverso cui saranno “contendenti naturali” ai titoli iridati.

Ho già gioito di una lunga e profittevole relazione di lavoro con la Honda” ha detto Jenson Button, campione del mondo 2009, ma a lungo nel team Bar-Honda, prima del ritiro e della “vendita” del team a Ross Brawn, con cui poi Button assurse all’Iride nel 2009. “Ho corso la prima gara di Formula 1 con una monoposto motorizzata Honda nel 2003 e ho lavorato con la Honda di F1 dal 2006 al 2008, vincendo il mio primo gran premio in Ungheria nel 2006 con la Honda” ha aggiunto Button che ha poi sottolineato di sapere “esattamente come la Honda sia appassionata di motorspost e di F1 in particolare”.

Oggi è dunque una giornata importante non solo nel motorsport, ma anche per l’automotive in generale. Decreta, anche sotto il profilo industriale, il fallimento delle politiche fiscali e della restrizione creditizia che colpiscono l’auto in Europa in generale, in Italia in particolare. Honda riaccende l’interesse per l’automobilismo e per le automobili, circostanza che potrebbe avere effetti ulteriori anche per altre case automobilistiche giapponesi. La Toyota, già presente nel Mondiale Endurance contro l’Audi, è già rientrata su uno scenario mondiale lo scorso anno.

Volete vedere che dalla crisi si esce solo in una maniera? Credendo nel futuro? Ron Dennis, regista, sceneggiatore e ideatore dell’operazione, è il primo a crederci con tutta evidenza. Un bel modo di festeggiare i primi 50 anni della casa fondata da Bruce McLaren, un neozelandese in giro per il mondo. Chapeau!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20130424_TW@JohHorsemoon

 

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.