Lo scandalo dei test Pirelli con la Mercedes. La Ferrari protesta, Red Bull si affianca: ne ha beneficiato in passato? La FIA balbetta, ma apre un’inchiesta

Le furbizie mettono a rischio la credibilità della Formula 1, una serie sempre più simile a una rappresentazione teatrale che a uno sport professionistico

F1 2013 - LEWIS HAMILTON - MERCEDES GP MGP W04 -  PHOTO  ALEXANDRE GUILLAUMOT / DPPI
F1 2013 – LEWIS HAMILTON – MERCEDES GP MGP W04 – PHOTO ALEXANDRE GUILLAUMOT / DPPI PER FIA

Il fatto è noto, la notizia ha cominciato a circolare qualche ora prima del via del Gran Premio di Monaco. A Montecarlo la pallina della roulette è saltata dalla ruota, la tensione tra i team si tagliava con il coltello, dicono i testimoni oculari. E la terminologia giudiziaria non è fuori luogo, perché il delitto c’è stato e potrebbe essere il primo di una serie che porta, in modo inevitabile, all’assassinio della Formula 1 come la conosciamo.

Dunque, la Pirelli ha condotto (possiamo omettere il condizionale, i fatti sono acclarati) tre giorni di test di gomme sul circuito del Montmelò, subito dopo il Gran Premio di Spagna (vinto da Alonso): dal 15 al 17 maggio scorso. Per questi test sarebbero stati invitati alcuni team e tra essi l’unico a rispondere “presente!” sarebbe stata la Mercedes guidata da Niki Lauda, Toto Wolff e il noto filantropo del motorsport, Ross Brawn, quello del team BAR comprato per un dollaro dalla Honda. “Sarebbero stati invitati” perché non c’è certezza di questo, il condizionale è d’obbligo.

Il test, della durata di circa 1000 chilometri, sarebbe stato finalizzato alla messa a punto di gomme per il 2014, anche se Paul Hembery, direttore di Pirelli Motorsport ha cercato di vincere a Montecarlo il premio “Spiderman 2013”, arrampicandosi sugli specchi: «è una tempesta in un bicchier d’acqua – ha affermato serafico – nel contratto del fornitore di pneumatici c’è la possibilità per un team di percorrere 1000 km di test con gomme da sviluppo. Le nostre erano al 90 per cento progetti per il 2014. Anche se – con noncuranza ha riconosciuto Hembery – lo ammetto, all’ultimo momento abbiamo fatto venire alcuni set in vista del Gp Canada».

Hembery ha poi dichiarato che questo tipo di test è già stato effettuato con un altro team (Dove? Quando? Con chi?) e poi la disponibilità è stata chiesta anche ad altri team, ma che la Mercedes ha accettato per prima: «L’abbiamo fatto prima con un altro team e abbiamo chiesto ad un altro team di fare altrettanto».

Da registrare la presa di posizione di Chris Horner e Stefano Domenicali. Il team principal della Red Bull ha chiarito di essere a conoscenza dei fatti: «Mi risulta che questo test Mercedes sia stato condotto con la monoposto 2013. Avrebbero dovuto informarci». Secondo Alberto Antonini di Autosprint, Helmut Marko, deus ex machina del team dei “bibitari”, avrebbe fatto una nella hospitality della Ferrari a Stefano Domenicali, pare non per parlare di barche o belle donne (che a Montecarlo non mancano mai).

Domenicali, peraltro, alla fine del Gran Premio di Monaco ha confermato che la Ferrari ha protestato formalmente per questo tipo di test, che sarebbero avvenuti in rottura del regolamento sportivo, che imporrebbe l’uso di una monoposto vecchia di almeno due stagioni. «Abbiamo presentato una protesta, perché è l’unico modo per avere chiarimenti su un regolamento in cui ci troviamo in dubbio”, ha ribadito Domenicali «Per noi, non vi e’ alcun dubbio che fosse una macchina 2013 e non poteva essere utilizzata nel corso della stagione. Vogliamo solo sapere se questo è possibile» perché se è possibile «allora faremo lo stesso, perché la Ferrari ha sempre spinto per avere test a stagione in corso in pista».

Il team principal della Ferrari ha poi riflettuto sul fatto che se c’è stata violazione del regolamento sportivo, ci dovrebbe essere una sanzione, senza però proporne una: «Io non so quale sia la soluzione, perché non ci sono precedenti».

I team hanno presentato le loro osservazioni ai Commissari Sportivi della FIA a Montecarlo e la questione potrebbe finire davanti al Tribunale internazionale della FiA. Da Place de la Concorde è arrivata una specie di precisazione balbettante, in attesa di tempi migliori. La FIA ha rivelato che all’inizio del mese di maggio, dalla Pirelli giunse la richiesta di autorizzazione di un test con con una monoposto attuale (2013). In effetti, sostengono alla FIA, il contratto di monofornitura con Pirelli prevederebbe che la casa milanese possa fare 1000 chilometri di test di sviluppo con ciascun team. «Pirelli e Mercedes-AMG sono state avvisate che questo test di sviluppo sarebbe stato possibile se svolto dalla Pirelli, e non dal team che avrebbe fornito la vettura e il pilota, e questi test sarebbero stati subordinati alla possibilità per tutti i team di provare per assicurare la piena equità sportiva». Ma come avrebbero potuto rispondere i team, se non c’è certezza che questo invito sia stato allargato davvero a tutti i team e che sia stata inviata risposta formale?

Perché, incredibile, la FIA ammette di non aver avuto più alcuna altra informazione da parte di Mercedes e Pirelli sul test, né di aver avuto conferma che a tutti i team fosse stato proposto di partecipare (per assicurare “la piena equità sportiva”).

Tutta questa storia getta un’ombra di discredito sull’operato della FIA e della organizzazione che gestisce il gli aspetti commerciali del mondiale di Formula 1 , la FOM di Ecclestone. La F1 stessa rischia di scadere nel ridicolo di contraddizioni insanabili, in uno scenario drammatico, sotto il profilo commerciale e industriale, se si tiene conto che ancora il Patto della Concordia non è stato firmato da tutti i team. Una situazione da comporre immediatamente, pena la credibilità della Formula 1 come sport professionistico, ammesso che sia ancora uno sport e non solo business, peraltro organizzato male, molto male, in talune occasioni. Come quella di un test di 1000 chilometri svolto con un team considerato figlio, mentre altri sono trattati da figliastri.

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