Il G8 in Irlanda del Nord si chiude con un accordo su Siria, terrorismo e lotta ai paradisi fiscali

”Al più presto una Conferenza di pace sulla Siria”. Accordo sugli ostaggi dei terroristi: no ai riscatti. Sulla crisi: misure urgenti per creare posti di lavoro. Usa e Russia in disaccordo sul sostegno dei ribelli in Siria. Combattere l’evasione fiscale

G8 leaders pose for a group photograph at the G8 Summit, at Lough Erne, in Northern Ireland

Lough Erne – «Da questo G8 è venuta fuori, e verrà reiterata al G20, una pressione che ormai darà risultati senza ritorno sul tema della lotta ai paradisi fiscali» ha detto il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Enrico Letta, nella conferenza stampa finale, illustrando le conclusioni del vertice.

Anzitutto la situazione in Siria. I leader del G8, si legge nelle conclusioni, “sostengono fortemente la decisione di tenere al più presto possibile la Conferenza di Ginevra sulla Siria per attuare il comunicato del 30 giugno 2012”, che fissa una serie di passi fondamentali, a partire da un accordo verso “un organo di governo transitorio“.  Sull’uso di armi non convenzionali sul terreno, le conclusioni con tutta evidenza raccolgono la diversa posizione di Usa e Russia, con Putin deciso a far rispettare la posizione del proprio Paese, non convinto in pieno delle prove presentate dagli Stati Uniti sull’uso di armi chimiche da parte della truppe lealiste. Al contrario, dando corposità alle indiscrezioni che vorrebbero entrambe le parti coinvolte nell’uso di gas letali, alla fine del G8 è stato condannato “ogni uso di armi chimiche in Siria” ed è stato alle parti in causa di “permettere l’accesso” a una squadra delle Nazioni Unite perché possa indagare liberamente sulla questione.

I leader del G8 hanno manifestato l’intenzione di perseguire una via politica per la soluzione della crisi siriana “basata sulla visione di una Siria unita, inclusiva e democratica” e hanno spronato le parti a impegnarsi in maniera “seria e costruttiva” nell’ambito della conferenza di Ginevra per raggiungere “stabilità e riconciliazione”.

Nel documento finale del G8 in Irlanda del Nord si esprime anche “profonda preoccupazione per la crescente minaccia dal terrorismo e l’estremismo in Siria, così come della natura sempre più settaria del conflitto”, un modo gentile per dire che Al Qaeda sta guidando l’insurrezione contro Bashar al-Assad, in uno scenario in cui il migliore ha la rogna, come s’usa spesso dire in Italia.

Tuttavia, in un impeto di tautologica, il leader del G8 hanno evidenziato che la Siria debba “appartenere a tutti i siriani, comprese le minoranze e tutti i gruppi religiosi” e che la parti siriane nella conferenza di Ginevra, governo e opposizione, “s’impegnino congiuntamente per distruggere ed espellere dalla Siria tutte le organizzazioni e gli individui affiliati ad al Qaeda”, dichiarazione che mostra in modo inequivocabile lo stallo internazionale sulla presenza dell’Internazionale del Jihad come attore significativo sul teatro siriano. Dipendesse da certi presidenti, ci sarebbe già una commissione di saggi a studiare la situazione…

Sulla questione siriana il documento impegna gli Stati membri del G8 a sostenere “una pianificazione Onu per i bisogni della transizione siriana, la ripresa e la ricostruzione, in particolare mantenendo la continuità delle istituzioni dello Stato durante la transizione e assicurando che le forze di sicurezza siano affidabili e capaci di affrontare la minaccia del terrorismo e l’estremismo“, un modo per dire ad Assad “prima ti levi di mezzo, meglio è”.

Un deciso stop ha subito l’idea di imporre una “No Fly Zone”, ventilata nei giorni scorsi, ma su cui è calato il “fermi tutti” di Barak Obama: «Se si instaura una no-fly zone – ha detto il presidente americano alla rete pubblica Pbs – questo potrebbe non risolvere il problema». Amen.

Sul fronte della lotta comune al terrorismo, i membri del G8 riuniti a Lough Erne hanno raggiunto un accordo sul rifiuto a pagare riscatti in caso di rapimenti da parte dei terroristi, decisione annunciata da fonti britanniche a margine del vertice, precisando che i capi di Stato e di governo degli Otto hanno rivolto un appello alle società commerciali perché si rifiutino di pagare riscatti, in caso di rapimento di loro dipendenti. Un modo vergognoso per fare ricadere sulle spalle dei più deboli – i rapiti – i fallimenti dell’intelligence e delle forze di polizia in materia di prevenzione. Non aiuta certo il polverone alzatosi con il Data Gate e l’attacco concentrico contro la NSA per lo spionaggio elettronico in tutto il mondo.

Sul fronte occupazione e crisi, “la nostra priorità è dare impulso alla crescita e all’occupazione” con “misure urgenti e specifiche necessarie per creare posti di lavoro di qualità, particolarmente per i giovani e per i disoccupati di lungo periodo”.

Non si è nascosto alla fine del vertice la necessità di “riforme strutturali” tese a migliorare la “crescita sostenibile e gli standard di vita nel lungo periodo” al fine di “rafforzare la competitività, fornire canali di credito funzionanti per gli investimenti, anche alle piccole e medie imprese, e per rafforzare la fiducia”. Una conferma che la crisi in atto – superata negli Stati Uniti – continua a mantenere una morsa sull’Europa in generale e sull’Italia in particolare per il combinato disposto di politiche bancarie sbagliate, una predisposizione psicologica piegata sul pessimismo e politiche internazionali e nazionali strampalate.

Infine, visto che il G8 è per ora pendente verso sinistra, la solita solfa del prelievo fiscale è ritenuta “fondamentale” per la crescita economica”, ha detto il premier britannico David Cameron nel corso della conferenza stampa conclusiva del G8 in Irlanda del Nord. Per gli evasori fiscali non dovrebbero esserci luoghi “in cui nascondersi” e i governi si impegneranno per garantire che le aziende siano sottoposte a un “adeguato” prelievo fiscale. Una implicita dichiarazione di guerra alle corporation – come Google o Amazon – che sfruttano le opzioni legali esistenti per massimizzare il risparmio nel carico fiscale, circostanza che però ha avuto ottimi influssi per l’occupazione. Come coniugare l’equazione fisco più pesante e occupazione calante?

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