Adele Gambaro, sei fuori! Cacciata dal M5S con una votazione web: il 65,8% dei votanti la mette alla gogna 2.0

“Operazioni online concluse”: la ‘dissidente’ è stata espulsa dal movimento. La ratifica della fuoriuscita della senatrice, già decretata dai 5 stelle, è avvenuta tramite votazione online sul blog di Beppe Grillo. Contrario al provvedimento il 34,2% dei 19.790 che hanno votato

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Adele Gambaro ieri è stata espulsa dal gruppo del Senato del M5S, con una specie di recall democratico preoccupante (perché non regolato dalla legge) e anticostituzionale, visto che “la più bella Costituzione del mondo”, quella da difendere dagli attacchi di pseudo-golpisti o da pseudo-antidemocratici, statuisce in modo inoppugnabile che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Articolo 67, per chi lo avesse dimenticato.

Il verdetto è arrivato dal blog di Beppe Grillo, elevato ad Assemblea Permanente del PPopolo SSovrano. “Le operazioni di voto si sono concluse – si legge – Gli aventi diritto erano 48.292, di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 voti) ha votato per l’espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 voti) ha votato per il no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato”. Aventi diritto? Sarà…

La votazione online era stata aperta ieri mattina alle 11 e si era conclusa alle 17. “La senatrice Adele Gambaro – si leggeva nel post all’apertura del voto – ha rilasciato dichiarazioni lesive per il M5S senza nessun coordinamento con i gruppi parlamentari e danneggiando l’immagine del M5S con valutazioni del tutto personali e non corrispondenti al vero. Per questo i gruppi parlamentari riuniti del M5S Camera e Senato ai sensi del Codice di comportamento, hanno deliberato a maggioranza di proporre l’espulsione dal gruppo parlamentare del Senato di Adele Gambaro”.

“In occasione delle Parlamentarie, Adele Gambaro aveva promesso (giurin-giurello, ndr) che nel caso di disaccordo con la linea del M5S, avrebbe dato le sue dimissioni dal Parlamento, cosa non avvenuta. L’espulsione della Gambaro va ora ratificata dagli iscritti al portale al 31 dicembre 2012 con documento digitalizzato”. Nel blog di Grillo è stata anche pubblicata l’intervista alla senatrice Gambaro all’origine della vicenda.

Vicenda che apre nuovi scenari democratici per il PPopolo SSovrano. Lo stesso popolo che scavalcherebbe le madri in fila, per un posto di lavoro guadagnato con una raccomandazione, ma poi esaltato nel fare la morale un-tanto-al-chilo, a sproloquiare di Costituzione violata nel violarla, a ergersi sulla cattedra dell’etica pubblica.

È fuor di dubbio che un partito politico abbia il diritto di espellere un membro che violi le regole interne. In questo quadro, la parvenza di processo democratico utilizzata dal “Movimento 5 Stelle” sarebbe in apparenza espressione di democrazia di base. Appare però come un processo di piazza, intentato con il solo intento di colpire chi ha inteso sollecitare il “Capo” (ma non era biasimevole il PDL che aveva un “capo”?) con critiche articolate e puntuali, che non mettevano peraltro in dubbio la piattaforma programmatica del movimento/partito, ma piuttosto le modalità di interazione tra gruppi parlamentari e vertice autocratico del movimento.

Insomma, più che un processo democratico interno, l’espulsione della senatrice Adele Gambaro è sembrato – agli occhi dei sovversivi difensori della democrazia rappresentativa (da riformare, da emendare dei corrotti e dei corruttori, ma da difendere a spada tratta) – un processo di piazza fascio-leninista. Un modo per fare pulizia di chi la pensa allo stesso modo, ma è un pericolo per la legittimazione di un capo che è proprietario del marchio. Un dato finora non considerato dalla moderna scienza politica. Occorrerà aggiornarsi…

L’intervista “kamicaze” della senatrice Adele Gambaro a Sky Tg24

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