Test Gate Pirelli-Mercedes-Ferrari-FIA, da Circus a circo di saltimbanchi…?

In attesa del (primo) verdetto, la Formula 1, la FIA e i team fanno tutti una brutta figura. Una sagra paesana forse curata con più passione…

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Questa Formula 1 sta diventando un circo di pagliacci, più che un circo di piloti, tecnici, uomini di marketing. Uomini di banquetting, diremmo, attenti solo al denaro da guadagnare. Non che il denaro sia un aspetto esecrabile. Come ogni attività umana, la pecunia misura – in modo spesso sbrigativo – il valore di un prodotto, di un servizio, di una professionalità, ma la storia del Test Gate illumina invece un mondo in cui dietro il paravento di regolamenti sportivi e di alti principi enunciati in salsa demagogica – il risparmio, la limitazione dei budget, il controllo delle risorse… –  si nasconde la più scandalosa delle furbizie: ciascuno tira al proprio “mulino” e via andare…

In un mondo vocato alla massima competitività, è una idiota contraddizione in termini non poter provare: non esiste in alcuna disciplina sportiva, professionistica o amatoriale che sia. Se non si hanno le risorse sufficienti, si fa a meno di partecipare. Così funziona, così deve funzionare.

Invece, in Formula 1 – retto da uno dei migliori discepoli della confraternita di San Vincenzo Ferreri (perdonatemi la quasi-citazione onomastica…), tale Bernardino Ecclestone – la demagogia serve per coprire test fantasma, elaborazione di norme stupide (test ban: repetita iuvant), richieste di autorizzazione al citofono:

  • Ross Brawn: Driin!
  • Whithing House: Chi è?
  • RB: Sono Ross, c’è Chiarlie?
  • WH: Scusi, Ross chi?
  • RB: Ross Brawn, Charlie mi conosce.Posso parlargli?
  • WH: Il dottore è sotto la doccia, lo avverto, un attimo. Sono Svetlana, la collaboratrice domestica. Attende?
  • RB: Si, thenkiù.
  • WH: Ross, sei tu?
  • RB: Si, Charlie. Non salgo, vado di corsa… Volevo chiederti se potevamo fare un test con la Pirelli, usando la monoposto 2013. Però non tiriamo, solo a velocità costante.
  • WH: Si, Ross, potete, però cercate di non fare casino, che gli ambientalisti altrimenti protestano per l’inquinamento…
  • RB: Ok Charlie, acqua in bocca… Alla Ferrari lo diciamo, visto che han fatto la stessa cosa dopo il Bahrain?
  • WH: Non è necessario, quelli hanno usato una monoposto del 2011, allocchi… Non ci sono più gli italiani di una volta… Ciao Ross…
  • RB: Ciao Charlie…

Insomma, più o meno questo il dialogo tra Ross Brawn e Charlie Whiting, secondo quanto emerge dall’udienza del Tribunale Internazionale della FIA di ieri, che oggi dovrebbe diramare il verdetto su questa brutta storia. A parte l’ironia, il Test Gate ha già coperto di ridicolo la Formula 1 di Ecclestone e la FIA di Jean Todt, per almeno due ragioni.

La prima è che tutta la procedura di funzionamento del Tribunale Internazionale è stata stravolta. Come vi abbiamo illustrato nell’articolo del 6 giugno scorso, il procedimento doveva rimanere riservato fino al penultimo stadio, il dibattimento pubblico aperto alla stampa. Invece, con profonda invidia di molte procure italiane, le informazioni, le accuse, le deduzioni e le controdeduzioni sono trapelate di fatto in tempo reale. Con conseguente travaso di bile di molti procuratori della Repubblica, al grido “beati loro”…

La seconda è che secondo lo statuto del Tribunale Internazionale FIA il dibattimento avrebbe richiesto un’articolazione in tre fasi, ciascuna con una durata di 15 giorni, comprimibili o ampliabili in funzione delle necessità della Corte. Invece, sembra che tutto il procedimento abbia subito una strana accelerazione, come a voler togliere di mezzo una storia imbarazzante e risolvere un problema creato da tutti gli attori in campo, in primis dalla stessa FIA (con l’elaborazione di regole assurde).

Qualsiasi sarà il verdetto odierno, la Formula 1 ne uscirà malconcia. Serve una profonda rivisitazione di tutto il sistema, che dia allo sport maggiore spazio, con regole essenziali, certe, rispettate e monitorate da organismi indipendenti e credibili, non dettate dalla demagogia imperante. Una brutta figura in arrivo per tutti. Peccato…

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.