Catia Pellegrino è la prima donna al comando di una nave della Marina Militare Italiana

Assunto il comando del pattugliatore ‘Libra’, ormeggiato ad Augusta. Esperienze sulla portaerei “Giuseppe Garibaldi”, poi in missione antipirateria. Su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dice: “Spero si risolva tutto per il meglio, per questo stanno operando le autorità”

Il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, con la Tenente di Vascello Catia Pellegrino, durante la cerimonia di consegna del premio R.O.S.A. (Risultati Ottenuti Senza Aiuti)
Il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, con la Tenente di Vascello Catia Pellegrino, durante la cerimonia di consegna del premio R.O.S.A. (Risultati Ottenuti Senza Aiuti)

La prima donna italiana ad assumere il comando di una nave della Marina Militare Italiana si chiama Catia Pellegrino, 37 anni, Tenente di Vascello, entrata nella Storia militare del Paese solo per questo “piccolo” particolare. Un segno dei cambiamenti, seppur lenti, in cui da tempo l’Italia si sforza di riprendere il passo con le altre democrazie occidentali, in cui le donne hanno le stesse opportunità di carriera nelle Forze Armate.

«Non sono il soldato Jane» ha detto la Tenente di Vascello Pellegrino nel corso di una intervista rilasciata all’Adnkronos, una risposta da cui si deduce il valore della persona, l’equilibrio del militare, la visione di una donna che ha al comando ordinario 60 persone, 90 in caso di missione operativa, personale che intende far lavorare «con professionalità, ma con un sorriso sulle labbra» ha chiarito la Comandante Pellegrino.

20130622-catia-pellegrino-780x500La nave comandata dalla Tenente di Vascello Pellegrino è il pattugliatore “Libra”, sigla P402, di stanza ad Augusta, in Sicilia, sede di Comforpat, il Comando delle Forze di Pattugliamento del Mediterraneo. Mercoledì scorso, in un clima normale e allo stesso tempo in qualche modo storico, la trentasettenne salentina ha assunto il comando della “Libra”, un nuovo inizio, una nuova responsabilità che «fa crescere molto velocemente, perché dà una consapevolezza» sconosciuta «fino al giorno prima». La giovane ufficiale ha dedicato quel momento indimenticabile alla propria famiglia, ma il giorno dopo era già in mare.

Una postazione di lavoro non usuale per una donna, soprattutto se si considera che la Tenente di Vascello Pellegrino è l’unica donna sulla nave, classe “Cassiopea”, varata il 20 luglio 1988 e costruita dalla Fincantieri del Muggiano.

L’ambito comando è il passo conclusivo – e come detto, anche un nuovo inizio – di un lungo percorso costellato di sacrifici e rinunce, a partire dal fatto che Catia Pellegrino aveva cominciato a “molestare” il ministero della Difesa con le sue richieste sull’arruolamento femminile, prima ancora che le Forze Armate si aprissero all’altra metà del cielo, ultimo tra i grandi Paesi dell’Occidente.

Così, quando furono aperte le porte all’arruolamento delle donne, Catia Pellegrino si lanciò a presentare la domanda, non demordendo di fronte al fatto che su 31 posti disponibili furono ben 5000 le domande presentate. «Ci ho messo l’anima» ha ammesso «e ci sono riuscita: non me ne sono mai pentita». Nel 2000 l’ingresso in Accademia Ufficiali a Livorno, poi l’avvio della carriera.

Fino al 2008 è stata imbarcata nell’allora nave ammiraglia della MMI, l’incrociatore tuttoponte, ridenominato portaerei, “Giuseppe Garibaldi”, con un ruolo di grande responsabilità: «ero capo del nucleo missili antiaerei – ha svelato all’Adnkronos – in caso di necessità avrei fatto eseguire l’ordine del comandante». Ossia, avrebbe realizzato l’ordine di sparare i missili anti-aerei, per abbattere le minacce chiare e reali alla “Garibaldi”. Impegnata nella campagna antipirateria per oltre due anni, tra il 2010 e il 2012, la Tenente di Vascello sarà presto impegnata nelle attività istituzionali di vigilanza pesca sulla “sua” nave.

Nel corso dell’intervista all’agenzia di stampa del Gruppo Marra (che festeggia quest’anno i 50 anni di attività), Catia Pellegrino 20130622-navelibra__2_550x413ha avuto un pensiero per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di marina del Battaglione San Marco tenuti “ostaggi” in India. «Mi auguro che la situazione si risolva al meglio come stanno cercando di fare le nostre autorità politiche e diplomatiche» ha affermato Catia Pellegrino con equilibro diplomatico.

Il 5 giugno scorso, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, Catia Pellegrino aveva ricevuto la targa speciale R.O.S.A, un premio ideato da Carlotta Gaudioso, per indicare “Risultati Ottenuti Senza Aiuti”. Il premio le era stato conferito proprio per la designazione all’incarico di comandante di un’unità della MMI. «Un privilegio – aveva detto la Pellegrino ritirando la targa – e una grande responsabilità. Ho lavorato molto per prepararmi e poter affrontare con professionalità questo incarico».

Cosa consigliare ai giovani che volessero scegliere la Marina, Catia Pellegrino risponde senza esitazione: «Si entra solo con la giusta motivazione. E per la stessa ragione si rimane. Professionalità e orgoglio, perché’ la Marina è la nostra bandiera portata nel mondo. Ogni nave che tocca un porto internazionale rappresenta l’Italia. Il nostro è un lavoro che si fa per passione, non per ritorni economici». Insomma, lo strumento militare marittimo non solo come mezzo di proiezione di potenza, ma come mezzo di proiezione dei valori di un popolo pacifico e innamorato della Pace.

L’Italia attraversa tempi difficili, ma è solo dando più spazio alle persone perbene e di valore come Catia Pellegrino che potrà trarsi dalla transitoria crisi.

“In bocca al lupo!”, Tenente di Vascello Catia Pellegrino, l’Italia che ama la Pace – e per questo stima le Forze Armate – è orgogliosa di lei.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

@horsemoonpost