Fabrizio Miccoli crocifisso per una frase vergognosa, ma il pentimento sembra un diversivo…

La  frase dell’ex calciatore del Palermo su Giovanni Falcone ha sollevato un putiferio, ma lo stesso non è accaduto per le accuse gravi  pendenti sulla sua testa. Dabbenaggine o ipocrisia   diffusa?

Fabrizio Miccoli

Giovanni Falcone, per me sei un punto di riferimento ed un esempio di vita da seguire ed è quello che farò io da oggi in poi! Con stima. Fabrizio Miccoli. 10“.

Questo è il messaggio che l’ex capitano del Palermo ha scritto poco dopo la conclusione della conferenza stampa di ieri mattina, che The Horsemoon Post ha trattato in due articoli: Miccoli piange per la sua ignoranza e Quel fango di Miccoli. Il messaggio è stato scritto su un foglietto di carta e consegnato a Repubblica.

Pentimento sincero o di circostanza? Interrogativo che si sono posti in tanti, dopo le parole e le lacrime dell’attaccante leccese. Eppure, ci sarebbe ben altro su cui puntare i riflettori, perché Miccoli è finito sulla gogna mediatica – giustamente – per una frase pronunciata durante una conversazione privata con il figlio di un boss mafioso e  perché si trova coinvolto in vicende gravi, per cui potrebbe rischiare ben più che l’esilio dalla memoria dei tifosi palermitani.

L’ex capitano del Palermo, infatti, è indagato per accesso abusivo a sistema informatico e soprattutto per estorsione: “avrebbe dato incarico a Lauricella di recuperare alcuni crediti vantati da suoi amici”. Eppure, come ha sottolineato ieri su Facebook il giornalista Gianpiero Casagni, “i fatti erano noti a tutti e nessuno si è indignato“.

Poi, però, è stata divulgata la frase su Giovanni Falcone e si è scatenato il putiferio. Così Miccoli è passato – come si suol dire – dalle stelle alle stalle. Giustissimo criticarlo e condurlo sulla strada della “redenzione”, con tanto di liturgie simboliche davanti all’albero Falcone, organizzate in quattro e quattr’otto. Giustissimo gridare “vergogna” e mandarlo a quel paese.

Ma la storia delle sue amicizie pericolose non è nata da qualche giorno, bensì da quasi due anni, e allora la vicenda fu risolta in breve tempo sostenendo la tesi dell’amico Lauricella: “Fabrizio non c’entra niente, non sapeva chi sono io e chi è mio padre. Non gli vado a raccontare tutto di me. Frequento l’ambiente del calcio e ci siamo conosciuti lì. Io ho giocato in serie C, gioco nella Palermitana, poi mi sono rotto un ginocchio“. Dopodiché il silenzio.

Miccoli ha continuato a segnare, ad essere osannato, ad avere la fascia da capitano, fino ad arrivare a “quel fango di Falcone“.

Non un reato penale, sia chiaro. Perché nessuna norma del Codice Penale vieta a chicchessia di parlare in termini maleducati una vittima della mafia o un Santo, o un patriota del Risorgimento, ecc. Non esiste il vilipendio alla memoria, all’eroismo, alla santità. Quel linguaggio rivolto alla memoria di Giovanni Falcone ha però scatenato il caos, a tal punto che Miccoli ha convocato una conferenza stampa e ha chiesto scusa a tutti i palermitani con le lacrime agli occhi. Perché “Falcone” non si tocca, perché è una bestemmia “laica” offenderlo.

Ne consegue che se non fosse stato divulgato il contenuto di quell’intercettazione – che, se ci pensiamo bene, è irrilevante dal punto di vista delle indagini penali e proviene da un contesto privato – nessuno si sarebbe indignato pubblicamente contro il capitano del Palermo, nonostante le accuse gravissime che pendono sulla sua testa. Miccoli avrebbe lasciato il “Renzo Barbera”, dopo una conferenza stampa con una compartecipazione del pianto, senza magliette del Palermo portate in processione all’albero Falcone.

Insomma, al di là della sentenza “etica” contro Miccoli, c‘è anche un bel po’ di ipocrisia attorno a questa brutta faccenda. Diffusa e concordante.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.