Finché Morsi non ci separi. Il governo egiziano si oppone al discorso del presidente e si schiera con la popolazione

Governo: Morsi porta l’Egitto alla guerra civile. Verso un governo di transizione, con l’esercito garante di un processo laico di 9/12 mesi guidato da un Consiglio Presidenziale di tre membri, presieduto dall’attuale presidente della Corte Costituzionale. Cancellata la Costituzione disegnata dai Fratelli Musulmani, i cui leader potrebbero essere posti agli arresti domiciliari, disarmati e con i fondi bloccati

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Ieri sera alle 21.25 locali, il presidente Morsi ha parlato alla tv, intimando all’esercito di rientrare nei ranghi. «Sono l’unico presidente dell’Egitto – ha detto Morsi – eletto in elezioni libere e democratiche. Non accetto alcun diktat da parte di nessuno». Durante il discorso Morsi ha pronunciato il sostantivo “legittimità” (democratica, ndr) ben 74 volte in 45 minuti, ma mai “popolo”, hanno evidenziato attenti osservatori arabi su Twitter.

Khaled Dawood, del Fronte di Salvezza Nazionale dell’Egitto, ha sostenuto che «il discorso di Morsi è un incitamento alla guerra civile». Sultan Sooud Al Qassemi, commentatore arabo, ha scritto su Twitter: «Morsi ora rischia di diventare il “Bashar Al Assad” egiziano», evocando con la forza evocativa della comparazione l’immagine di un Paese diviso dalla guerra civile.

Alcune autorevoli fonti hanno altresì osservato come l’intervento dell’esercito sia arrivato all’indomani delle oceaniche manifestazioni popolari, pacifiche e non violente, che si sono tenute in tutto l’Egitto e che al Cairo hanno visto sfilare decine di milioni di persone rivendicanti i diritti di libertà ed eguaglianza, anche religiosa, nonché la fine del governo ispirato dai Fratelli Musulmani, di cui Mohamed Morsi è un illustre esponente.

Le novità della notte sono due. La prima è che l’esercito ha fatto trapelare l’ora ufficiale della scadenza dell’ultimatum lanciato a tutte le forze politiche, perché possano assumere le decisioni chieste a gran voce dalla popolazione nelle strade e nelle piazze. L’ultimatum scadrà alle 16.30 (ora del Cairo) di oggi, mercoledì 3 Luglio.

La seconda, ancora più importante, è che il governo praticamente ha rimesso il mandato, rigettando il discorso del presidente Morsi e schierandosi con la popolazione. Un atto che sembra chiudere ogni possibilità di mediazione politica e apre lo spettro della reazione della Fratellanza Musulmana, di cui si chiede lo scioglimento.

Dopo la conclusione del discorso di Morsi, il movimentoTamarud – Rebel!” ha espresso la propria posizione su quanto aveva dichiarato il presidente dimissionando dell’Egitto. «La sola risposta al  discorso di Mursi è protestare per le strade in milioni, a partire da mercoledì, perché lui e il suo gruppo sentano la voce del popolo egiziano» è scritto nella dichiarazione riportata dall’agenzia Reuters. «Non solo chiediamo che lasci il potere, ma chiediamo che lui (Morsi, ndr) e il suo gruppo (i Fratelli Musulmani, ndr) siano sottoposti a processo. Chiediamo alla Guardia Repubblicana di arrestare Mohamed Mursi e di metterlo sotto processo immediatamente» hanno chiesto i membri del movimento che si oppone all’islamizzazione delle istituzioni promossa dalla Fratellanza Musulmana con Mursi presidente.

Nel frattempo piazza Tahir è invasa di manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Mursi e l’uscita di scena dei Fratelli Musulmani, che però hanno chiamato al martirio i propri militanti. Si temono dunque provocazioni e la discesa in campo degli attentatori suicidi, come in Afghanistan, Iraq e Siria.

Il quotidiano Al Ahram ha riportato nel frattempo i punti essenziali della Road Map per guidare la transizione, che verterebbe in 6 parti:

  • Cancellazione della costituzione e approvazione di una nuova costituzione devoluta a un comitato di esperti che accolgano le istanze di tutti i gruppi sociali. Il progetto di costituzione prima dovrà essere approvato dall’università islamica Al-Azhar e poi sottoposto a referendum popolare.
  • L’instaurazione di un Consiglio presidenziale di tre membri, guidato dall’attuale presidente della Corte Suprema Costituzionale e da altre due personalità da designare. Questo Consiglio Costituzionale dovrà guidare l’Egitto nel periodo di transizione, da 9 a 12 mesi.
  • La formazione di un governo a interim cui non appartenga alcuna corrente politica, ma sia guidato da un militare nel periodo di transizione.
  • La preparazione di elezioni presidenziali e parlamentari, così come determinate dalla nuova costituzione.
  • Il ruolo dell’esercito nel periodo di transizione, che dovrà sovrintendere le procedure ei passaggi della road map, per assicurare uno sviluppo dei piani imparziale e bilanciato.

Al Ahram riporta che le Forze Armate si sono coordinate con le forze di sicurezza, per mettere agli arresti domiciliari i leader dei Fratelli Musulmani, cui andranno confiscati armi e risorse finanziarie. Inoltre, le forze di sicurezza avrebbero già ricevuto le direttive di arrestare chiunque si opponesse alle decisioni intraprese dall’Esercito e di sottoporre questi “insorti” agli arresti domiciliari (se possibile), prima di processarli di fronte a corti giudiziarie. Inoltre, una cura particolare le forze di sicurezza dovranno averla nelle aree strategiche del Sinai e dello stretto di Suez, strategiche per il Paese e per la Comunità Internazionale.

La fonte anonima che ha comunicato queste informazioni al quotidiano egiziano ha specificato che l’Esercito si aspetta che questi sviluppi ricevano l’apprezzamento della Comunità Internazionale e che sarà richiesto ai governi della regione ogni supporto e coordinamento.

Per inciso, oggi alle 9, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riunito il Consiglio Supremo di Difesa, con il seguente ordine del giorno:

punto sulla situazione internazionale e sui principali scenari di crisi ed esame del quadro degli impegni delle Forze Armate in atto ed in prospettiva, anche in vista dell’approvazione del decreto autorizzativo delle missioni per il periodo ottobre-dicembre 2013;

stato delle attività conseguenti alla Spending Review, elaborazione dei decreti attuativi della Legge Delega e verifica dei presupposti e degli obiettivi della riforma delle Forze Armate, anche in relazione alla fattibilità (priorità, oneri e tempi) dei programmi di potenziamento e ammodernamento delle capacità militari. Indirizzi e lineamenti per la razionalizzazione interforze e l’integrazione europea della Difesa;

iniziative e proposte di cooperazione multinazionale in ambito CSDP UE e Smart Defence NATO, in vista del Consiglio Europeo del prossimo dicembre e della presidenza italiana dell’Unione nel secondo semestre 2014.

Il Dipartimento di Stato americano ha già da due giorni posto in allarme i Marines presenti nelle basi di Sigonella, in Sicilia, e Moron, in Spagna, per un eventuale impiego a protezione del personale diplomatico e dei cittadini statunitensi in Egitto.

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