Vaticano, Francesco riforma il codice penale. Abolito l’ergastolo, inasprite le pene per la pedofilia, introdotto il reato di tortura

Con un “motu proprio” il pontefice ha cambiato il codice penale Vaticano. Reclusione fino a 35 anni al posto della pena a vita. Linea dura contro pedopornografia e criminalità. Le nuove norme presentate in conferenza stampa. Norma ‘anti-corvi’: pene fino a 8 anni. Sulla tortura il Vaticano anticipa l’Italia

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Città del Vaticano – Abolizione dell’ergastolo, pene più severe per i reati contro i minori e il riciclaggio. Lo prevede la riforma del codice penale varata oggi da Papa Francesco attraverso un “Motu Proprio”.

La riforma prevede anzitutto l’abolizione dell’ergastolo, sostituito con la reclusione da 30 a 35 anni. Le nuove norme sono state presentate in una conferenza stampa tenuta da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa del Vaticano, e da Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale Vaticano.

Il Papa ha fatto esteso l’ordinamento penale previste dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano anche all’ambito della Santa Sede ed inserite quindi nell’ordinamento vaticano. Il risultato è che si rafforza la linea dura contro la pedopornografia e la criminalità transnazionale e organizzata.

Da segnalare “l’introduzione del delitto di tortura e l’ampia definizione della categoria dei delitti contro i minori (es. la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori”. Sulla tortura come delitto il Vaticano anticipa peraltro lo Stato italiano, che non prevede questa fattispecie di reato nel proprio codice penale.

Le leggi adottate oggi, ha spiegato Dalla Torre, «proseguono l’adeguamento dell’ordinamento giuridico vaticano in continuità con le azioni intraprese da Benedetto XVI».

L’introduzione nell’ordinamento vaticano dell’art. 116 bis per chi trafuga documenti – la norma è di nuova introduzione – è destinata a colpire chiunque riveli notizie riservate, come avvenuto di recente nel caso del ‘corvo‘. Questo reato ora sarà sanzionato da pene da sei mesi a due anni, ma che in casi gravi possono arrivare anche ad 8 anni. «Se il documento trafugato riguarda interessi di particolare tenore e riservatezza – ha spiegato il presidente del Tribunale Vaticano, codice alla mano – le pene lievitano dai 4 agli 8 anni».

Durante la conferenza stampa è stato precisato che le nuove norme penali intendono essere un «adeguamento alle convenzioni internazionali».

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