Unione europea un par di ciufoli! Le Forze Armate Maltesi giocano alla guerra con i…pescherecci italiani

Gli accordi bilaterali fanno di Malta e dell’Italia due Paesi distinti, malgrado la comune appartenenza all’UE. Chiamatele, se volete, emozioni di una classe politica inadeguata alla sfida…

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Da ieri mattina, due pescherecci italiani sono sotto le “grinfie” della giustizia maltese, dopo aver subito l’abbordaggio delle “Forze Speciali”, per bloccare l’ennesimo “sforamento” nelle acque territoriali di Malta. Le immagini dello spiegamento di forze sono visibili sul sito del giornale “Times of Malta”.

Le barche sequestra provengono da Scoglitti, in provincia di Ragusa, e Licata in provincia di Caltanissetta, il paese natale del presidente del Senato, Grasso. Ne ha dato notizia l’assessore alla legalità del comune di Vittoria, Piero Gurrieri, sul suo profilo Facebook.

«Salvatore, Vincenzo, Claudio e Giovanni Penna, capo barca ed equipaggio del motopeschereccio “La Madonnina”, sequestrato questa mattina dalla Guardia Costiera maltese, hanno attraccato a Malta intorno alle 17 e sono stati raggiunti dai colleghi di Giunta Concetta Fiore e Salvatore Avola, partiti alla volta di Malta alle 15:30 con un’imbarcazione posta a disposizione da un nostro concittadino» ha scritto Gurrieri, che ha poi confermato il sequestro dell’altro peschereccio «il “Principessa I”, formato da sei uomini, tutti licatesi, al comando di Salvatore Saporito», i quali saranno assistiti dal vice sindaco e dall’assessore alla pesca del comune agrigentino.

20130802-piero-gurrieri300x240didAlla base del sequestro – non è la prima imbarcazione italiana a restare bloccata nelle maglie dell’attentissima Guardia Costiera maltese e probabilmente non sarà l’ultima – la diatriba sullo sfruttamento della Zona Economica Esclusiva, un dato che risulta anacronistico sia se riferito al naviglio maltese che “sforasse” in Italia, che viceversa.

A livello di accordi bilaterali, infatti, non si è ancora trovato il bandolo della matassa per armonizzare la questione e regolarla nell’unico modo intelligente: la condivisione. L’appartenenza all’Unione Europea avrebbe già dovuto portare a una regolazione omogenea dell’esercizio della pesca, ma altre due circostanze rendono questi episodi stupidi e incomprensibili: l’adesione a Schengen di entrambi i Paesi, anche per i confini marittimi; la Missione Italiana Assistenza Tecnico Militare di Malta (MIATM) che lega Italia e Malta in ambito difesa.

La MIATM ha compiti di limitato ambito operativo, perché ha essenzialmente finalità addestrative. L’Aeronautica Militare – con due elicotteri – svolge compiti di SAR (Search and Rescue), ricerca e soccorso in mare; mentre le altre tre armi – Carabinieri, Marina ed Esercito – hanno funzioni di supporto.

Domani, intanto, i pescatori italiani saranno processati per direttissima da un tribunale di Malta e il rischio è che sequestrino le barche e facciano scontare una pena ai pescatori di Scoglitti e Licata per pesca illegale, che verrebbe da sorridere se la storia non fosse terribilmente seria.

Nel frattempo, i reparti speciali maltesi continueranno a vigilare con la durezza degli SBS (Special Boat Service) di Sua Maestà Britannica, spianando mitra a inermi pescatori, forse presi per pirati del Corno d’Africa o per incursori di Al Qaeda. Ognuno gioca alla guerra come crede…

Urge buona volontà per comporre la materia. O sta bandiera blu con dodici stelle dorate sembrerà sempre di più una presa per i fondelli.

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