La Sicilia dice sì al metodo Stamina

La notizia è arrivata il 31 luglio in tarda serata. “Una decisione epocale che ci rende orgogliosi per la battaglia vinta”, commenta Pietro Crisafulli, vicepresidente del Movimento Vite Sospese e presidente dell’associazione Sicilia Risvegli onlus

staminali

Svolta storica in Sicilia: via libera al metodo Stamina. Davide Vannoni, presidente Stamina Foundation, dopo aver concordato con il Comitato scientifico quanto necessario per l’avvio della metodica, ha consegnato lo scorso 31 luglio il protocollo presso la sede dell’Istituto superiore di Sanità. “Una decisione epocale che ci rende orgogliosi per la battaglia vinta“, commenta Pietro Crisafulli, vicepresidente del Movimento Vite Sospese e presidente dell’associazione Sicilia Risvegli onlus. “La Regione ha tenuto conto dell’evidenza dei risultati positivi del Metodo Stamina su molti pazienti e per questo ha fatto una scelta coraggiosa“, spiega l’avvocato Desiree Sampognaro  in una nota del movimento, “una scelta che arriva mentre molti giudici di fatto condannano a morte tanti bambini negandogli queste cure”.

Una battaglia doppia, quella vinta da Pietro Crisafulli, che lo scorso febbraio aveva perso il fratello Salvatore mentre attendeva l’autorizzazione di un giudice per accedere alla terapia. “Prima di morire, Salvatore aveva chiesto – racconta Crisafulli – che la Regione Sicilia permettesse ai malati gravi di curarsi con quella metodologia, portando tanti esempi di casi in cui si erano avuti miglioramenti. Dopo la sua morte abbiamo portato avanti questa battaglia, motivati anche dal fatto che in Sicilia ci sono alcuni pazienti curati col metodo Stamina, come la piccola Smeralda, che ne ha tratto molti benefici. La nostra vittoria è anche la vittoria del papà di Smeralda, Giuseppe Camiolo, che lotta insieme a noi per tutti i malati gravi”.

Il governo regionale, dunque, grazie alla deliberazione approvata dalla Commissione Sanità dell’Ars, autorizza due ospedali di Palermo e Catania a utilizzare le cellule staminali mesenchimali del “metodo Vannoni” per la cura di patologie gravi e non. Le strutture autorizzate sono il “Vittorio Emanuele-Ferrarotto-San Bambino” di Catania e il “Villa Sofia-Cervello” di Palermo. La delibera impegna l’Ars ad autorizzare i due centri ospedalieri ad attivare “entro 30-45 giorni, un laboratorio in ciascuna azienda in grado di produrre, estrarre, trattare e infondere linee cellulari staminali adulte di tipo mesenchimale/stremale per l’utilizzo autologo o eterologo da impiegare nell’ambito della medicina rigenerativa per singoli pazienti senza valida alternativa terapeutica, nel pieno rispetto della normativa vigente e sulla base del principi di scienza e coscienza medica“.

Secondo le stime, 250 persone affette da malattie rare potrebbero essere curate in Sicilia con questo tipo di trattamento. “Sappiano bene che ci sono opinioni contrastanti sull’applicazione di questa terapia – dice Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars – ma la Sicilia ha il dovere di dare speranza a decine di famiglie e di pazienti”. 

Ultimo aggiornamento 8 Agosto 2013, ore 11.23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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