Egitto, Papa Tawadros ‘nel mirino’ degli islamisti. Assassinata bimba protestante di 10 anni a sangue freddo al Cairo

Fonti cattoliche sostengono che il Patriarca copto ortodosso sia un possibile bersaglio della rappresaglia islamista. Cancellate, per motivi di sicurezza, le letture settimanali in una cattedrale del Cairo. Escalation di violenze anticristiane. Al Cairo uccisa una bambina di 10 anni a sangue freddo. Un attivista: “La gente sta aspettando che l’esercito sgomberi i sit-in dei Fratelli Musulmani”

20130809-Tawadros_II_of_Alexandria-400x461Il Cairo – «Si teme che Papa Tawadros II possa essere uno dei bersagli della rappresaglia islamista». Sono le parole di padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, affidate all’agenzia di stampa cattoica AsiaNews. Secondo Greiche, «nelle ultime settimane, dopo la caduta del governo Morsi, gli attacchi e le intimidazioni ai danni della minoranza cristiana si sono verificati con frequenza quotidiana».

Il 3 luglio scorso, dopo la destituzione del presidente Mohammed Morsi, sia il grande imam di al-Azhar, Ahemd al-Tayeb, sia Papa Tawadros II, hanno manifestato entusiasmo e approvazione per l’avvio della fase di transizione che ha bloccato l’islamizzazione violenta dell’Egitto.

In quella occasione, il capo della Chiesa copta ortodossa aveva commentato che «il programma esposto dal generale è portato avanti da persone che hanno a cuore le sorti del Paese», una dichiarazione a sostegno del governo provvisorio che ha indotto molti membri della Fratellanza a pensare che i cristiani abbiano fomentato la cospirazione ai danni del presidente Morsi. Si è scatenata così la rappresaglia delle frange più violente.

Papa Tawadros II – ha dichiarato padre Greiche – era solito recarsi ogni mercoledì nella cattedrale di S.Marco, al Cairo, per incontrare i fedeli e tenere una serie di letture settimanali. È da più di un mese, da quando il presidente Morsi è stato destituito, che, per ragioni di sicurezza, questi incontri si tengono in un monastero fuori città».

Dall’Alto Egitto alla capitale, continuano le violenze e le intimidazioni contro le minoranze cristiane. Due giorni fa, un cattolico è stato ucciso a Sohag, mentre ieri, in uno dei quartieri più popolati del Cairo, una bambina di 10 anni è stata assassinata all’uscita di una chiesa protestante. Sembra che gli attentatori si siano avvicinati alla bambina a bordo di una motocicletta e poi l’avrebbero assassinata a sangue freddo.

Mina Maghdi, uno dei leader del movimento islamo-cristiano Maspero Youth Union, ha spiegato ad AsiaNews che «per le strade del Cairo regna un clima di attesa, dopo l’ultimatum del Primo ministro Hazem al-Beblawi per lo sgombero dei sit-in della Fratellanza musulmana», aggiungendo che «dopo un mese consecutivo di presidio nelle aree di Nahda e Rabaa Adawiya la gente è stanca e si chiede perché l’esercito lasci ancora correre».  Molti analisti pensano che l’intromissione diplomatica occidentale nelle vicende politiche del Paese abbia costituito un freno a un intervento più risoluto da parte delle Forze Armate.

Due giorni fa, il 7 agosto, il premier ad interim Beblawi ha annunciato il fallimento dei negoziati diplomatici promossi dall’Occidente, lanciando un ultimo appello ai Fratelli musulmani di lasciare la piazza e tornare alle proprie case. I militari, che sorvolano in elicottero da settimane le aree presidiate dai dimostranti lanciando volantini d’invito ad abbandonare il sit-in, sono attesi a giorni in piazza da buona parte dei cittadini.

L’escalation di violenze dovrebbe fare riflettere le “cancellerie” occidentali su chi siano i reali usurpatori del potere e chi le reali vittime di una barbarie senza fine, che ha in mente solo la gestione nazislamista o fascio-islamista del potere politico.

Lady Ashton, alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, dovrebbe spiegare il suo operato al Parlamento, se fosse un vero parlamento federale e se la nobildonna inglese fosse davvero un Segretario di Stato. Così come John Kerry dovrebbe spiegare al Congresso quali siano le fonti delle informazioni che fanno pensare all’Amministrazione Clinton sia meglio chiedere la liberazione di Mohamed Morsi. Forse la paura di un altro attacco devastante sul territorio degli Stati Uniti d’America?

Lo spiegassero alla famiglia di quella bimba di 10 anni, assassinata in modo barbaro – quanto rituale e simbolico – da parte di questi efferati criminali che si pongono con questi gesti fuori dall’Umanità.

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