Il Papa richiama la Comunità internazionale sulla Siria: cessi il rumore delle armi

“Grande sofferenza e preoccupazione” per la Siria, per “il moltiplicarsi di stragi e atti atroci”. Appello a riprendere la strada dell’incontro e del dialogo per fermare questa “guerra tra fratelli”. Gesù è la porta sempre aperta e tutti sono invitati a varcarla. La porta è “stretta” “non perché sia una sala di tortura, ma perché ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui”. L’augurio di un buon ritorno dalle vacanze e di un impegno quotidiano pieno di speranza

Vatican Pope

Città del Vaticano – Un appello perché in Siria cessi “il rumore delle armi” e si lavori per la pace attraverso l’incontro e il dialogo che fermi questa “guerra fra fratelli” è stato lanciato da papa Francesco all’Angelus di oggi.

Parlando ai fedeli radunati in piazza san Pietro, il pontefice ha anche chiesto alla comunità internazionale che “si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la amata Nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”.

“Con grande sofferenza e preoccupazione – ha detto – continuo a seguire la situazione in Siria. L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi”.

Nei giorni scorsi, in corrispondenza con un’escalation della violenza nella stessa Damasco, sono state diffuse immagini di persone colpite da armi chimiche, con accuse reciproche sul loro uso da parte del regime e dei ribelli.

“Non è lo scontro – ha ribadito il papa –  che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo”.

“Dal profondo del mio cuore – ha aggiunto – vorrei manifestare la mia vicinanza con la preghiera e la solidarietà a tutte le vittime di questo conflitto, a tutti coloro che soffrono, specialmente i bambini, e invitare a tenere sempre accesa la speranza di pace”.

Subito dopo l’appello, egli ha invitato i presenti: “Tutti insieme preghiamo per la pace: Maria Regina della pace, prega per noi!”

Prima della preghiera mariana, Francesco ha commentato il vangelo della domenica di oggi (XXI durante l’anno C, Luca 13, 22-30), in cui Gesù, in viaggio verso Gerusalemme invita a passare “per la porta stretta” (v. 24)

“L’immagine della porta – ha spiegato il pontefice – ritorna varie volte nel Vangelo e richiama quella della casa, del focolare domestico, dove troviamo sicurezza, amore, calore. Gesù ci dice che c’è una porta che ci fa entrare nella famiglia di Dio, nel calore della casa di Dio, della comunione con Lui. Quella porta è Gesù stesso (cfr Gv 10,9). Lui è il passaggio per la salvezza. Lui ci conduce al Padre. E la porta che è Gesù non è mai chiusa, è aperta sempre e a tutti, senza distinzione, senza esclusioni, senza privilegi. Tutti sono invitati a varcare questa porta, a varcare la porta della fede, ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi, la rinnovi, le doni gioia piena e duratura”

“Al giorno d’oggi – ha aggiunto – passiamo davanti a tante porte che invitano ad entrare promettendo una felicità che dura un istante, che si esaurisce in se stessa e non ha futuro. Noi per quale porta vogliamo entrare? E chi vogliamo far entrare per la porta della nostra vita? Vorrei dire con forza: non abbiamo paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri”.

“Certo – ha concluso – quella di Gesù è una porta stretta, non perché sia una sala di tortura, ma perché ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza, del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia e farci rinnovare da Lui. Gesù nel Vangelo ci dice che l’essere cristiani non è avere un’«etichetta», ma è vivere e testimoniare la fede nella preghiera, nelle opere di carità, nel promuovere la giustizia, nel compiere il bene. Per la porta stretta che è Cristo deve passare tutta la nostra vita.

Alla Vergine Maria, Porta del Cielo, chiediamo che ci aiuti a varcare la porta della fede, a lasciare che il suo Figlio trasformi la nostra esistenza come ha trasformato la sua per portare a tutti la gioia del Vangelo”.

Dopo i saluti ai gruppi presenti nella piazza, Francesco ha augurato un buon ritorno dalle vacanze: “Per molti – ha detto –  questi giorni segnano la fine del periodo delle vacanze estive. Auguro per tutti un ritorno sereno e impegnato alla normale vita quotidiana guardando al futuro con speranza”.

(fonte AsiaNews)