L’Italia non parteciperà all’attacco contro la Siria (perché mancano i soldi…)

L’Italia non parteciperà alle operazioni militari in Siria senza l’ok dell’ONU. Lo ha detto ieri il ministro Bonino. Il motivo? Non ci sono i soldi…

Emma Bonino

L’Italia non interverrà senza l’avallo delle Nazioni Unite“. Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri, Emma Bonino, a proposito dell’imminente attacco degli USA e di Gran Bretagna in Siria contro obiettivi militari dell’esercito di Assad, come risposta all’uso di armi chimiche.

Ciò, in poche parole, significa che l’Italia non affiancherà gli americani e gli inglesi nell’azione punitiva contro il governo di Damasco, stando al fatto che è assai difficile che l’ONU possa appoggiare una guerra contro la Siria: Cina e Russia apporrebbero il proprio veto.

La Bonino, quindi, pur condannando l’uso di armi chimiche contro la popolazione siriana (“crimine inaccettabile che non può essere tollerato dalla comunità internazionale“), ha ufficialmente annunciato la posizione dell’Italia che si allinea così a quella della Germania.

Ma qual è il motivo che sta alla base di questa decisione attendista? Non tanto la convinzione che gli americani stiano per commettere un errore (“si comprendono le ragioni politiche” di chi vuole intervenire con un’azione mirata, volta a limitare le capacità distruttive di chi si è macchiato di un tale crimine“), quanto l’impossibilità economica dell’Italia a partecipare ad un intervento bellico ‘umanitario’ (“siamo impegnati oltre il limite delle nostre capacità in altri teatri“).

L’esercito italiano, infatti, è impegnato militarmente in Libano, in Afghanistan e sta sostenendo la stabilizzazione politica della Libia. In pratica, non ci sono i soldi per affrontare anche una guerra in Siria, visto che con il miliardo di euro previsto dalla legge di Stabilità del 2012 il nostro Paese deve ancora finanziare le missioni all’estero nel quarto trimestre, come si legge su Lettera43.

Insomma, l’Italia ha deciso per una posizione ‘pilatesca’ non tanto perché ripudia il ricorso alle armi o perché vorrebbe agire all’interno di un consenso largamente condiviso, quanto perché l’economia nazionale potrebbe essere danneggiata dall’affiancare gli americani e gli inglesi (nonché i turchi, gli australiani, la Lega Araba…) in un attacco contro Assad.

Quindi, meglio lasciare fare che partecipare…

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.