Pompei e il restauro, una storia senza fine?

Mentre gli affreschi della Villa dei Misteri torneranno a splendere il prossimo autunno, fa capolino un megaprogetto made in Germania

POMPEI:CROLLATA INTERA DOMUS GLADIATORI,NON SOLO MURO +

C’era una volta Pompei, antica città romana sommersa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1997 e oggi indiscusso simbolo della catastrofe gestionale che ha colpito innumerevoli beni culturali italiani. Uno dei siti archeologici più famosi al mondo torna sotto i riflettori con due notizie riguardanti l’apertura, si presume prossima, di una stagione di restauri e recuperi.

Ammonta a 900 mila euro l’intervento di pulitura e rinnovamento che interesserà gli affreschi della Villa dei Misteri, raffiguranti momenti dionisiaci con fanciulle, demoni, vino, baccanti, satiri e oggetti simbolici. Risalenti al I sec. d.C., le scene mostrano una straordinaria raffinatezza nell’uso del colore, nel tratto dei panneggi leggiadri, nella scenografia e nelle espressioni dei volti, costituendo una delle pagine più suggestive della storia dell’arte antica, che potrebbe tornare a essere visibile già il prossimo autunno grazie ai fondi stanziati dalla Soprintendenza. Per la prima volta su un affresco così esteso verrà applicata la pulitura mediante strumentazione laser, una tecnologia all’avanguardia che consentirà di rimuovere gli strati accumulatisi nel corso dei secoli e di evitare l’uso di agenti chimici e meccanici su superfici così sensibili.

20130829-villa-dei-misteri-pompei-475x346Di maggiore impatto la seconda notizia, quella di un progetto decennale di restauro e studi, nonché dell’arrivo di 10 milioni di euro dalla vicina Germania, per salvare lo straordinario patrimonio vesuviano. Il “Pompei Sustainable Preservation Project” (Progetto Pompei per la Conservazione Sostenibile) è promosso da giganti della scienza tedesca quali la Technische Universität di Monaco di Baviera, l’Istituto Fraunhofer di Stoccarda – considerato il più grande centro di ricerca tecnica d’Europa – e la Tum ovvero Technische Universität München, prima università tedesca secondo l’annuale classifica stilata a Shangai.

Terzo promotore del progetto, che dovrebbe partire nell’estate 2014 grazie alla presenza sul sito di circa 50 esperti, è l’Iccrom, il Centro studi per il restauro legato all’UNESCO, mentre partner italiani saranno il Cnr e l’Ibam, l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali di Catania. Tutti i partecipanti dovranno collaborare con la Soprintendenza per i beni archeologici di Pompei e l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro per favorire un intervento massiccio su un’intera insula dell’antica città romana – dai giardini alle coperture –  non dimenticando il problema delle acque piovane e della tutela delle strutture attraverso l’uso sperimentale di malte antiche che potrebbero migliorarne la conservazione.

Un programma colossale che, come ricordato dai soggetti coinvolti, potrebbe anche consentire, mediante la collaborazione con università di tutto il mondo, di far partire dal 2015 una summer school per la formazione di 510 persone all’anno così da favorire la nascita di nuove figure professionali e il confronto tra esperti, ricercatori, restauratori alle prese con le migliori strategie da mettere in campo per salvare Pompei e altri siti in pericolo.

Sembrerebbe la soluzione a tutti i problemi dell’imponente sito archeologico, la cosiddetta “manna dal cielo”, ma il Pompei Sustainable Preservation Project è alla ricerca di un mecenate o di una società di raccolta fondi per garantire la prosecuzione annuale dei lavori di restauro. Ci si augura che un bene così noto e prestigioso, senza il quale non sarebbe possibile immaginare l’Italia, non avrà difficoltà a trovare un’adozione ma è forse più realistico pensare che la storia di degrado e disfacimento della maestosa città vesuviana non sia ancora giunta a un lieto fine.

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