“Seguiamo il papa e alziamo la voce contro la guerra”. Izzeldin Abuelaisch, medico palestinese, ci crede

“Seguiamo il papa e alziamo la voce contro la guerra” dice Izzeldin Abuelaisch, famoso in tutto il mondo per il suo libro “Io non odierò“, non basta parlare di pace. “Ogni uomo deve agire seguendo l’esempio di papa Francesco. La crisi e l’odio presenti in Medio Oriente sono una conseguenza di un mondo che ha dimenticato i suoi valori“. Quest’uomo merita il Nobel per la Pace!

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Toronto – L’appello di Papa Francesco per la pace in Siria e nel mondo continua a fare proseliti. Una pioggia di adesioni interreligiosa, una specie di contro-zizzania della civile e comune convivenza. Una storia significativa arriva dal Canada, dove il medico palestinese Izzeldin Abuelaisch sta continuando a dare un esempio di civiltà al mondo, proseguendo il percorso intrapreso con il suo libre – “Io non odierò” – scritto dopo un evento doloroso che però ha definito così: «Questa tragedia è per un bene».

«La Giornata di preghiera per la Siria indetta dal papa aiuta a comprendere che la crisi in Medio Oriente non sta avvenendo in un altro mondo lontano da noi, ma in questo mondo» ha affermato il ginecologo che ora vive in Canada, segnato dalla morte delle tre figlie Bessan, Mayar e Aya e della nipote Noor durante l’operazione “Piombo fuso” (2008 – 2009). Il dolore che lo ha spinto a scrivere il libro noto in tutto il mondo e a creare “Daughters for Life” una fondazione a cui versa tutti i proventi delle sue conferenze e che promuove l’educazione delle ragazze in Medio Oriente.

Un modo per realizzare i sogni delle sue figlie attraverso altre bambine e altre ragazze, convinto come è che la pace in Medio Oriente si costruisce anche con la valorizzazione delle donne. Ma anche un modo per fare giustizia senza odio. «Io avrei avuto diritto all’odio, ma non è con l’odio che potrò fare giustizia alle mie figlie» dichiarò Izzeldin Abuelaisch a Rimini lo scorso anno al Meeting di Rimini, dandone una spiegazioni scientifica: «l’odio è un veleno, è una malattia che distrugge la persona che odia. Se volete sfidare coloro che hanno fatto il male, allora non accettate di essere vittime più di una volta, non accettate di essere vittime dell’odio dopo che siete stati vittime di ingiustizia. Non perdete tempo ad accusare gli altri, assumetevi la responsabilità di chiedervi cosa potete fare voi per cambiare le cose».

Oggi, alle soglie di un attacco alla Siria da parte americana e francese, che rischia di fallire l’obiettivo e di peggiorare la gravissima situazione in Medio Oriente, il medico palestinese si associa al Pontefice, senza se e senza ma. «Parteciperò con gioia alla veglia di preghiera – ha confermato ad AsiaNews e sto facendo il possibile per diffonderla». Per il medico palestinese non è sufficiente parlare di pace, occorre l’azione e seguire l’esempio del Papa. Un dovere anzitutto per le persone che hanno fede in Dio, cristiani e musulmani. «La fede – dice il dottor Abuelaisch – non può essere una posizione ideale, ma deve implicare un’azione del cuore e portare ciascuno a chiedersi cosa può fare per cambiare questo mondo di violenza».  

Per Abuelaish la violenza e l’odio che stanno uccidendo la Siria sono endemici e mettono a rischio il mondo intero. «In molti Paesi del Medio Oriente – sostiene – vi è povertà, ignoranza, poche speranze. È mantenendo invariate queste situazioni che si pongono le basi per l’odio che sfocia nelle guerre. Dobbiamo difendere la pace e la libertà ovunque, per proteggere il nostro mondo. La vita umana e il suo significato, sono l’unica cosa per cui vale la pena lottare».

Nel nostro piccolo, crediamo che Izzeldin Abuelaisch meriti il Nobel per la Pace molto più dell’uomo dei droni, Barak Hussei Obama, e del suo scudiero francese, François Hollande.

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