Si apre il Salone dell’auto di Francoforte tra speranze di ripresa e timori per la crisi in Medio Oriente

Dopo cinque anni di crisi nera in Europa, timidi segnali di ripresa si scontrano con i timori di una crisi petrolifera conseguente all’inasprirsi delle tensioni in Siria e Medio Oriente. In Italia servirebbe una decisa inversione di tendenza: fermare il credit crunch bancario e detassare il settore, ma anche investire sulle infrastrutture alternative e promuovere il rinnovamento del parco circolante

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FRANCOFORTE SUL MENO – Mancano cinque giorni all’apertura al pubblico del 65° Salone Internazionale dell’automobile di Francoforte, una delle più importanti kermesse mondiali di settore, che si tiene nel quartiere fieristico della città dell’Assia, nella Germania centro occidentale, dal 1951. Dal 1970 il salone di Francoforte espone con cadenza biennale, alternandosi con il Salone di Parigi con cui è gemellato.

La crisi che incombe sul settore automobilistico da cinque anni sembra lentamente abbandonare la morsa, malgrado si respiri un’area di ristrutturazione generale. Si pensi, per esempio, alle voci di abbandono dei brand Fiat e Chrysler, che secondo i bene informati Sergio Marchionne ritiene debbano essere sostituiti da uno o due nuovi marchi, per marcare il rinnovamento della casa automobilistica ormai italo-americana (se non americo-italiana).

La fiducia – se non ottimismo – circolante però deve fare i conti con la politica internazionali e con le convulsioni geopolitiche ancora una volta provenienti dal Medio Oriente. Lo scenario di una escalation della crisi siriana, con l’intervento (seppur limitato) delle forze statunitensi nell’area è decisamente un antidoto al clima positivo che si registrava fino a qualche settimana fa, di cui il calo del petrolio era solo un indice seppur significativo. Si pensi per esempio alle ipotetiche ripercussioni nel Mediterraneo Orientale, compresi eventuali contraccolpi sul Canale di Suez, nelle scorse settimane oggetto di attacchi terroristici missilistici, sventati dalle forze armate egiziane. Un eventuale blocco dell’istmo porterebbe il prezzo del petrolio a 150 dollari, con conseguenze drammatiche – se non tragiche – per l’Europa consumatrice netta di energia petroderivata.

L’Italia, ancor più di altri Paesi, soffre della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di fonti di energia, sia nel settore petrolifero che in quello elettrico. Le scelte sbagliate degli ultimi decenni pesano come macigni anzitutto sul portafoglio dei consumatori, soffocati da costi mediamente più elevati del 30 per cento dei propri “condomini” europei e da un fisco ossessivo – perfino estorsivo – che guarda l’automobile e gli automobilisti in senso agronomico: come limoni da spremere senza pietà.

20130909-IAA_2013_EN_370x261L’industria automobilistica italiana, eccellenza e vanto del Paese, è in ginocchio, con effetti diffusi sul commercio: si stima che negli ultimi due anni oltre 200mila posti di lavoro siano andati perduti, tra chiusura di concessionarie e punti vendita e ridimensionamenti di strutture. Un depauperamento di competenze specifiche che possono trovare un celere ricollocamento con grande difficoltà, quasi sempre con un arretramento di posizione lavorativa.

Che fare? In Italia urge bloccare il credit crunch bancario con idonei strumenti normativi, seguendo per esempio le linee impresse dalle autorità di controllo al sistema bancario britannico (a fronte del rifiuto di credito a famiglie e imprese si rischia il ritiro della licenza bancaria, sit et simpliciter); ma servirebbe anche che lo Stato togliesse le mani dal portafoglio fiscale di cittadini e imprese, alleggerendo il carico fiscale gravante sui carburanti (accise), semplificando la gestione delle pratiche automobilistiche e dei costi che ne derivano. Che fine ha fatto la semplificazione promessa da più parti per fare cessare l’autentico scandalo della duplicazione di competenze Aci/Pra?

Insomma, alleggerire l’automotive da pesi fiscali ormai opprimenti è indifferibile, soprattutto per quanto riguarda le auto aziendali, oggi in pratica paralizzato da decisioni folli prese dal governo Monti, che hanno allontanato dall’Europa, ossia da quanto predica la Commissione Europea in materia di detrazioni e deduzioni fiscali (100 per cento in Europa, 20 per cento in Italia) e di limiti di costi detraibili (18mila euro in Italia, senza alcun limite in Europa).

Servirebbe infine che lo Stato italiano promuovesse davvero le motorizzazioni alternative – pensiamo alle elettriche, in special modo, la nuova frontiera dell’automobile a zero impatto ambientale – attraverso un’accelerazione dell’infrastrutturazione dedicata alle reti di alimentazione locale, in modo da rendere più semplice e conveniente l’uso delle auto elettriche a chi, per stile di vita, lavoro, residenza, non percorre più di 80/100 chilometri al giorno. Il profilo del 60 per cento degli utilizzatori dell’auto in Italia, che potrebbero beneficiare di incentivi fiscali dedicati e di una riduzione sensibile dei costi gestionali, con un risparmio da dedicare anche all’incremento di spesa in altri settori, per produrre un effetto domino positivo sull’economia.

Le uniche novità italiane sono la Fiat 500 L Living 7 posti e la Ferrari 458 Speciale, l’alfa e l’omega delle capacità tecnologiche italiane, mentre sulle Alfa Romeo Mito e Giulietta un lieve restyling nel frontale e uno più sensibile nella plancia. Molte le novità degli altri costruttori, tra cui la BMW i3 (elettrica) in preconsegna sulla rete di vendita e il debutto della Golf Elettrica, la dimostrazione sensibile di come l’industria tedesca creda nella motorizzazione elettrica.

Martedì 10 e mercoledì 11 i due giorni dedicati alla stampa, poi giovedì 12 e venerdì 13 quelli dedicati ai concessionari e agli addetti ai lavori (a queste ultime due giornate si può accedere pagando un biglietto di 45 euro per i due giorni, senza necessità di accreditamento). Da sabato 14 il Salone di Francoforte aprirà i battenti al pubblico fino a domenica 22 settembre, con apertura dalle 9 alle 19.

I prezzi dei biglietti partono da 18 euro, con riduzione per gli ingressi dalle 15 in poi. Accesso gratuito per i minori di 17 anni e per i portatori di disabilità (con un accompagnatore).

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Il teaser della Ferrari “458 Speciale”

 

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.