Concordia, missione compiuta. Letta definisce l’operazione un “grande orgoglio italiano”

La nave è tornata in asse dopo 19 ore di lavoro. La rotazione del relitto è stata completata alle 4 di martedì mattina (TIMELAPSE). Le operazioni iniziate alle 9 di lunedì. Ricognizione dei tecnici intorno alla nave. Nel 1943 con una tecnica simile fu raddrizzata la Uss Oklahoma

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Isola del Giglio – Missione compiuta. Dopo 19 ore il relitto della Costa Concordia è tornato in posizione verticale appoggiandosi in sicurezza sul falso fondale appositamente creato, a circa 30 metri di profondità.

L’annuncio del commissario delegato per l’emergenza, Franco Gabrielli, è arrivato alle 4 del mattino ed è stato accolto da applausi e lacrime, mentre, nel porto e a largo, le sirene delle navi suonavano a festa. Abbracci tra Gabrielli e i responsabili delle operazioni per Costa, Franco Porcellacchia, e Micoperi, Sergio Girotto, durante la conferenza stampa, mentre Nick Sloane, il direttore delle operazioni di rotazione della Concordia, arrivato sulla terra ferma dopo aver lasciato la control room, è stato accolto come un eroe e si è concesso una birra al bar del porto: ”Non mi aspettavo questa accoglienza – ha detto – Siamo orgogliosi di quel che abbiamo fatto”.


Il raddrizzamento della “Costa Concordia”, Timelapse… di francetvinfo

“Ci sono state delle difficoltà tecniche e il tempo non è stato perfetto, all’inizio con la pioggia, ma ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo valutare i danni della nave. Poi vedremo”, ha aggiunto con soddisfazione Sloane. “Sono orgoglioso delle persone che vivono qui sono state fantastiche e sono felice di avervi aiutato”.

I tecnici, tra cui Gabrielli, hanno raggiunto la nave per una prima ricognizione sulla stabilità e sulle condizioni della fiancata riemersa dalle acque. ”Da quello che abbiamo visto – ha spiegato poi Gabrielli – è più integra di quanto appare da lontano”. Una situazione, dunque, ”meno preoccupante del previsto” perché ”questa sorta di schiacciamento che si vede risulta amplificato dai balconi spazzati via, mentre la facciata sembra più integra di quanto apparisse”. D’altra parte ”i cassoni vanno fissati dalla linea di galleggiamento in basso e la sensazione è che la parte in basso sia meno compromessa. Comunque – ha aggiunto – ci sarà da lavorare, non sarà un gioco da ragazzi”.

”Le primissime azioni ora saranno tese alla definitiva stabilizzazione della nave, che dovrà affrontare l’inverno”.

Quanto alla tragedia dei due dispersi i cui corpi non sono stati ancora recuperati, Gabrielli l’ha definita ”una delle grandi incompiute” e ”una priorità”. ”Appena possibile ci metteremo al lavoro – ha aggiunto – Non sarà semplice. Il fatto che i corpi non siano stati trovati fuori vuol dire che si trovano dentro la nave. Ora è chiaro che siamo di fronte a condizioni mutate: quei corridoi che erano diventati pozzi, ora sono tornati corridoi, ma è un’operazione comunque difficile”.

Il presidente del Consiglio Letta si è complimentato col capo della protezione Civile per la riuscita dell’operazione: “Ho appena telefonato a Franco Gabrielli al Giglio. Gli ho detto che tutti coloro che stanno lavorando lì sono un grande orgoglio italiano“.

E lo stesso Gabrielli ha voluto sottolineare che ”è stata la vittoria di una squadra pubblico-privato. Non c’è mai stato un uomo solo al comando, ma una squadra che ha lavorato con comunione di intenti. Non siamo stati sempre d’accordo ma alla fine abbiamo trovato la quadra, e questo è un successo che possiamo riconoscere al Paese”. Certo, ha scherzato Gabrielli, ”sono convinto che troveremo qualcosa che non è andato… e questo mi rasserena. Ma non si potrà dire che il cornetto di stamattina non era con la marmellata”.

Il termine parbuckling, che gli addetti ai lavori usano comunemente per indicare l’operazione di raddrizzamento della Costa Concordia, ha origine dal sistema a doppia corda con cui nell’Ottocento si facevano rotolare i barili. Con la stessa tecnica si iniziò più tardi raddrizzare relitti. La Uss Oklahoma, nave da battaglia americana classe 1916 affondata nel 1941 a Pearl Harbour nelle Hawaii dai giapponesi, fu rimessa in piedi in questo modo nel 1943: era inclinata di 90 gradi. Fu necessario più di un anno di lavoro, ma non venne mai riparata. Fu portata in un vicino bacino di carenaggio e venduta per essere demolita. Affondò nel corso del successivo trasferimento nel 1947. Il sistema di raddrizzamento con funi e corde e’ stato prevalentemente utilizzato per il recupero di navi militari. Per dimensioni e posizione quello della Concordia è comunque, a detta di tecnici e addetti ai lavori, un’operazione di raddrizzamento senza precedenti.

(fonte Adnkronos)