Lectio Magistralis di Gino Strada a Palermo: “Pace progetto possibile”

Presente a Palermo in occasione della conferenza “Emergency: un’esperienza di medicina e diritti”, Gino Strada ha parlato a tutto campo del lavoro compiuto da Emergency in questi anni e delle brutalità della guerra. A fine convegno il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, gli ha consegnato la cittadinanza onoraria

GinoStrada“Io sono un chirurgo e non un politico. Non fatemi domande sulla politica perché a me, specie di questa, non importa nulla e non voterò nessuno che non mi garantisca che il mio Paese non entrerà in guerra”. Toni forti quelli usati da Gino Strada con la stampa, a margine della conferenza pubblica “Emergency: un’esperienza di medicina e diritti”, svoltasi ieri sera presso i Cantieri Culturali alla Zisa, in un Cinema De Seta gremito.

Organizzato dalla presidenza di Emergency in accordo con il gruppo dei volontari di Emergency Palermo, il convegno è stato sostenuto da CGIL e Marcella Cannariato, coordinatrice della Fondazione Bellisario in Sicilia, a capo di A&C Broker e Fiori di Acciaio. A coordinare la serata la giornalista e volontaria di Emergency Giorgia Butera.

Un’occasione per ripercorrere i 19 anni dalla nascita dell’associazione umanitaria che in questi anni ha curato cinque milioni e duecentomila persone. “Il nostro lavoro non è straordinario – tiene a precisa il medico fondatore di Emergency -, è ovvio. Oggi però non esiste più il bene comune ma quello del singolo”.

Una vera lectio magistralis sull’importanza dell’assistenza sanitaria uguale per tutti e sulle brutalità della guerra quella tenuta ieri da Gino Strada, che ha iniziato il suo soliloquio facendo un passo indietro di circa vent’anni: “Emergency nasce dalla visione dei tanti feriti di guerra in giro per il mondo. È da lì che abbiamo deciso di occuparci di loro”. “Nei conflitti – continua Strada – abbiamo incontrato molti feriti. Abbiamo pensato solo a curarli. Nessun interesse su chi fosse il carnefice o meno. Per noi ogni morto è un pezzo di umanità che va via”.

Un vero paradosso quello della guerra che, come precisa Strada, uccide non chi la fa ma chi la subisce. “Il mestiere più sicuro è quello del combattente. Ad essere più colpiti sono coloro che non hanno mai preso in mano neanche una fionda”. Ma una precisazione è d’obbligo: “La guerra fa danni molto più profondi di quelli che vedevamo al Pronto Soccorso. Le donne che muoiono alla prima gravidanza perché non ci sono strutture adeguate sono anch’esse vittime di guerra”.

E sul tipo di medicina su cui si basa soprattutto l’esperienza di Emergency, il fondatore dell’associazione spiega che “si tratta di una medicina basata sui diritti umani. Diritti basati sull’uguaglianza, termine che sottintende il rispetto nei confronti di tutti”. E sulla qualità degli ospedali, Strada incalza: “Quando un ospedale è buono? Un ospedale va bene quando ci faresti curare tuo padre, tua madre, tuo fratello… È questa la nostra convinzione. In Africa e in ogni altra parte del mondo”. Un progetto di pace universale, dunque, quello portato avanti da Strada, che non sottostia alla logica della guerra, ma che in molti considerano ‘utopia’. “L’utopia – precisa – è un progetto non ancora realizzato. Se non si riesce ad abolire la guerra, non credo che ci sarà un futuro per questo Pianeta, considerando che siamo nell’era della bomba atomica. La guerra è una peculiarità umana. Percorsa regolarmente dai cretini“.

“In questa illegalità internazionale – osserva il medico a margine della conferenza – che porta a commettere crimini di guerra non mi riconosco. Credo che sia una vergogna che nessuno dica che esiste l’Onu. Ritengo che qualunque decisione al di fuori di essa è un’aggressione militare, come quella fatta in Afghanistan, in Iraq, in Libia. Ma i nostri candidi politici se ne sono dimenticati”. E ai giornalisti, Strada spiega anche che “l’emergenza migranti è stata affrontata in Italia con una logica razzista. Si sono fatti dei lager, dei campi di concentramento e di esclusione, si è fatto di tutto tranne che accoglierli”.

Tra i presenti al dibattito, insieme all’assessore Giusto Catania, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, chiamato ad intervenire, ha osservato che “tante persone hanno dimenticato che che tra l’articolo 10 e il 12 c’è l’articolo 11 in cui si dice che l’Italia ripudia la guerra. E Palermo è una città di pace”. Ma ancora, riguardo ai morti del Mediterraneo: “È gente uccisa dal permesso di soggiorno. Per me umanità vuol dire essere divisi ed essere uguali. La vera forma di tortura di questo secondo è il permesso di soggiorno. Per me andrebbe abolito”. Il sindaco Orlando ha, infine, consegnato la cittadinanza onoraria a Strada che si è mostrato commosso e onorato. “Sarà un’altra occasione per vederti a Palermo“, ha concluso il sindaco del capoluogo siciliano.

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