Kenya, si aggrava il bilancio dell’assalto al Westgate Mall di Nairobi: 59 morti, 175 feriti, molti ostaggi nelle mani dei jihadisti

Un gruppo armato ha fatto irruzione nell’esclusivo centro commerciale Westgate di Nairobi. Salvi tutti gli italiani, tra loro una missionaria laica. Farnesina conferma morte di un somalo sposato con un’italiana. Gli Shabaab somali rivendicano l’attacco. Voci di coinvolgimento degli specialisti israeliani per liberare il centro commerciale, che appartiene a un gruppo di Tel Aviv

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Si è aggravato il bilancio dell’attacco jihadista al Westgate Mall di Nairobi, il centro commerciale molto frequentato da occidentali, compreso il personale diplomatico presente nella capitale keniota. I morti sono saliti a 59 i morti e 200 sono i feriti dell’assalto da parte del gruppo armato dei “giovani” somali appartenenti al gruppo affiliato ad Al Qaeda nel Corno d’Africa, Al Shabaab (che significa proprio “gioventù”).

Un bilancio che sembra destinato a crescere ancora. Gli assalitori sono infatti ancora asserragliati all’interno dell’edificio con un numero imprecisato di persone in ostaggio. Lo ha confermato il ministro dell’Interno Ole Lenku: “Abbiamo ancora ostaggi nel centro“, ha sottolineato il ministro, “e questo rende l’operazione delicata“. Lenku ha quindi reso noto che le persone tratte finora in salvo sono oltre mille.

Intanto le forze di sicurezza hanno avviato una operazione volta a sbloccare la situazione, da ore in fase di stallo.

Westgate è ancora assediata dai terroristi e molti sono gli ostaggi prigionieri delle mani assassine“, scrive sulla sua pagina Facebook Rita Caparra, la missionaria laica riuscita a fuggire ieri insieme ad un’amica ed ai suoi due figli. “Buona domenica“, scrive la donna, che cita le parole di San Paolo: “Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese“. La missionaria ha riferito che a Nairobi, a quasi 24 ore dall’assalto, “gli elicotteri della polizia sorvolano il cielo, mentre da lontano odo il suono delle sirene…Westgate è ancora assediata dai terroristi e molti sono gli ostaggi prigionieri delle mani assassine…le stesse mani che sono anche capaci di accarezzare i propri figli con amore…“.

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La Farnesina ha confermato che un uomo keniano sposato a una donna italiana, è rimasto ucciso all’inizio dell’assalto. Morti due canadesi, di cui cui uno era diplomatico in servizio in Kenya. Dalle testimonianze emerge che l’attacco deliberato dai jihadisti aveva come obiettivo specialmente persone di apperente origine occidentale.

Il movente dell’attacco sarebbe una rappresaglia contro l’intervento keniano in Somalia, per sconfiggere i terroristi che si erano impossessati del potere.

Si stanno diffondendo intanto indiscrezioni sull’affiancamento di esperti israeliani alle forze di polizia locali, per cercare di stanare i terroristi dal Westgate Mall, che sarebbe peraltro di proprietà di un gruppo finanziario di Tel Aviv. La Reuter cita fonti confidenziali, rilanciate in Italia da Guido Olimpio, giornalista del “Corriere della Sera“.

Gli Shabaab sono affiliati ad Al Qaeda e come movimento islamista sono nati in Somalia a metà del 2006. Gli obiettivi principali degli Shabaab sono l’applicazione della sharia in tutto il territorio somalo secondo i dettami della dottrina wahabita e la formazione di un emirato islamico, che farebbe poi parte del Califfato Islamico, comprendente territori nel passato sotto il dominio islamico (compresa la Sicilia, la Sardegna e l’Andalusia spagnola). Oggi non è chiaro su quanti miliziani possano contare. A guidarli è Ahmed Abdi Godane, originario del Somaliland e meglio noto con il nome di battaglia di Abu Zubayr.

(1)SOMALIA-MOGADISHU-REBELS-PARADEAll’inizio gli Shabaab (la Gioventù) ebbero una connotazione ‘nazionalistica’ in quanto si presentarono come forza di ‘resistenza’ contro l’intervento etiope del 2006. Poi sono stati costretti alla ritirata, anche dalla roccaforte di Chisimaio, dall’intervento militare diretto degli altri Paesi della regione, in particolare Kenya ed Etiopia.

Nell’ottobre del 2011, a seguito di una serie di rapimenti di stranieri in Kenya, Nairobi – temendo ripercussioni sul turismo – ha rotto gli indugi con un’offensiva militare contro le basi dei miliziani islamici, sospettati dei sequestri, seguita a breve dall’Etiopia. Con l’affiliazione ad Al Qaeda, nel febbraio dello scorso anno, è aumentata la pericolosità del gruppo jihadista, che conterebbero tra le loro fila anche miliziani non somali. Sono stati loro a rivendicare il doppio attentato kamikaze nel 2010 a Kampala, in Uganda, nel quale morirono 76 persone.

Ultimo aggiornamento 22 Settembre 2013, ore 14.21 (fonte Adnkronos)