All’udienza generale il Papa dice: la Chiesa è unità, a farle male sono “privatizzazioni” e “chiacchiere”

Di fronte alla consueta folla di fedeli del mercoledì, il pontefice ha affermato che la Chiesa è “una” pur comprendendo culture e lingue diverse. “Io, come cattolico, vivo questa unità della Chiesa? Oppure non mi interessa, perché sono chiuso nel mio piccolo gruppo o in me stesso?“. E poi ancora: “quando penso o sento dire che tanti cristiani sono perseguitati e anche danno la vita per la loro fede, tocca il mio cuore questo o non viene a me?

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Città del Vaticano – Umiltà, dolcezza, magnanimità “sono le strade, le vere strade per conservare l’unità”, la comunione nella Chiesa cattolica, unica pur nelle tante lingue e culture che la compongono e alla quale invece “fanno male” la sua “privatizzazione” all’interno di gruppi e le “chiacchiere”, che portano divisione.

L’unità della Chiesa è stato il tema del quale papa Francesco ha parlato oggi alle 70mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, una unità per la quale il Papa ha esortato a chiedersi se “quando sento che tanti cristiani nel mondo soffrono, sono indifferente o è come se soffrisse uno di famiglia? quando penso o sento dire che tanti cristiani sono perseguitati e anche danno la vita per la loro fede, tocca il mio cuore questo o non viene a me? Sono aperto a quel fratello o a quella sorella della famiglia, che sta dando la vita per Gesù Cristo?”.

Francesco è partito dalla frase del Credo che dice “credo nella Chiesa una”. “Ma se guardiamo alla Chiesa Cattolica nel mondo scopriamo che essa comprende quasi 3.000 diocesi sparse in tutti i Continenti: tante lingue, tante culture”. “La Chiesa è sparsa in tutto il mondo, eppure le migliaia di comunità cattoliche formano un’unità. Come può avvenire questo?”. “Una risposta sintetica la troviamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica, che afferma: la Chiesa Cattolica sparsa nel mondo «ha una sola fede, una sola vita sacramentale, un’unica successione apostolica, una comune speranza, la stessa carità» (n. 161). È una bella definizione, eh? Chiara! Ci orienta bene. Unità nella fede, nella speranza, nella carità, unità nei Sacramenti, nel Ministero: sono come pilastri che sorreggono e tengono insieme l’unico grande edificio della Chiesa. Dovunque andiamo, anche nella più piccola parrocchia, nell’angolo più sperduto di questa terra, c’è l’unica Chiesa; noi siamo a casa, siamo in famiglia, siamo tra fratelli e sorelle. E questo è un grande dono di Dio! La Chiesa è una sola per tutti”. “È come in una famiglia: si può essere lontani, sparsi per il mondo, ma i legami profondi che uniscono tutti i membri della famiglia rimangono saldi qualunque sia la distanza”.

Il Papa ha indicato in proposito “la sterminata folla di giovani sulla spiaggia di Copacabana” per la Giornata mondiale della gioventù. “Si sentivano parlare tante lingue, si vedevano tratti del volto molto diversi tra loro, si incontravano culture diverse, eppure c’era una profonda unità, si formava un’unica Chiesa, si era uniti e lo si sentiva. Chiediamoci tutti: io, come cattolico, sento questa unità? Io, come cattolico, vivo questa unità della Chiesa? Oppure non mi interessa, perché sono chiuso nel mio piccolo gruppo o in me stesso? Sono di quelli che ‘privatizzano’ la Chiesa per il proprio gruppo, la propria Nazione, i propri amici? È triste trovare una Chiesa privatizzata per questo egoismo e questa mancanza di fede, eh? È triste!”.

“Ognuno si chieda oggi: io faccio crescere l’unità in famiglia, in parrocchia, in comunità, o sono un chiacchierone, una chiacchierona, sono motivo di divisione, di disagio? Ma voi non sapete il male che fanno alla Chiesa, alle parrocchie, alle comunità le chiacchiere! Fanno male. Le chiacchiere feriscono. Un cristiano, prima di chiacchierare deve mordersi la lingua! Sì o no? Eh, mordersi la lingua! Quello ci farà bene, perché la lingua si gonfia e non può parlare e non può chiacchierare. Ho l’umiltà di ricucire con pazienza, con sacrificio, le ferite alla comunione?”.

Ma “purtroppo, noi vediamo che nel cammino della storia, anche adesso, non sempre viviamo l’unità. A volte sorgono incomprensioni, conflitti, tensioni, divisioni, che la feriscono, e allora la Chiesa non ha il volto che vorremmo, non manifesta la carità, quello che vuole Dio. Siamo noi a creare lacerazioni! E se guardiamo alle divisioni che ancora ci sono tra i cristiani, cattolici, ortodossi, protestanti… sentiamo la fatica di rendere pienamente visibile questa unità. Dio ci dona l’unità, ma noi spesso facciamo fatica a viverla. Occorre cercare, costruire la comunione, educarci alla comunione, a superare incomprensioni e divisioni, incominciando dalla famiglia, dalle realtà ecclesiali, nel dialogo ecumenico pure. Il nostro mondo ha bisogno di unità. È un’epoca in cui noi tutti abbiamo bisogno di unità, abbiamo bisogno di riconciliazione, di comunione e la Chiesa è Casa di comunione”.

Come dice san Paolo ai cristiani di Efeso, “umiltà, dolcezza, magnanimità, amore per conservare l’unità! Eh, queste, queste sono le strade, le vere strade della Chiesa, eh? Sentiamole una volta in più: umiltà – contro la vanità, contro la superbia – umiltà, dolcezza, magnanimità, amore per conservare l’unità. E continuava Paolo: un solo corpo, quello di Cristo che riceviamo nell’Eucaristia; un solo Spirito, lo Spirito Santo che anima e continuamente ricrea la Chiesa; una sola speranza, la vita eterna; una sola fede, un solo Battesimo, un solo Dio, Padre di tutti. La ricchezza di ciò che ci unisce! Eh, quella è una vera ricchezza: ciò che ci unisce, non ciò che ci divide. Quella è la ricchezza della Chiesa”.

E “chi è il motore di questa unità della Chiesa? È lo Spirito Santo, che tutti noi abbiamo ricevuto nel Battesimo e anche nel sacramento della Cresima. È lo Spirito Santo. La nostra unità non è primariamente frutto del nostro consenso o della democrazia dentro la Chiesa o del nostro sforzo di andare d’accordo, ma viene da Lui che fa l’unità nella diversità, perché lo Spirito Santo è armonia, sempre fa l’armonia nella Chiesa: è un’unità armonica in tanta diversità di culture, di lingue e di pensiero. È lo Spirito Santo il motore. Per questo è importante la preghiera, che è l’anima del nostro impegno di uomini e donne di comunione, di unità. La preghiera allo Spirito Santo, perché venga e faccia l’unità nella Chiesa”.

(fine AsiaNews)