Decreto “Ammazza Italia”: aumento Iva slitta a gennaio, ma salgono accise carburanti per calo gettito. Scandaloso

Le agenzie di stampa anticipano alcuni termini del decreto economico in preparazione della legge di stabilità, un colpo ferale alla vita dei cittadini e delle imprese. Uno Stato che non riesce a tagliare la spesa pubblica dello 0,5 per cento – per non togliere linfa vitale alle cordate clientelari e rimpinguare consulenti e consulentini – è uno Stato che non merita la lealtà dei cittadini. Politica incapace di amministrare una latrina: i politici (d’ogni ordine e grado di governo) meriterebbero di essere licenziati in tronco per incapacità manifesta

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Roma – L’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento dovrebbe slittare dal 1° ottobre al 1° gennaio 2014, secondo le anticipazioni delle agenzie di stampa italiana, che citano fonti governative. Prima della fine dell’anno dovrebbero essere «ridefinite le misure delle aliquote ridotte» secondo l’anonimo divulgatore della bozza del decreto, «nonché gli elenchi da assoggettare alle medesime». Un linguaggio criptico proprio della nomenklatura di questa forma di autoritarismo senza autorevolezza che è il regime partitocratico italiano.

Per quanto riguarda la Cassa Integrazione in deroga, sarebbe rifinanziata con 330 milioni di Euro, «da ripartirsi tra le regioni», mentre la carta acquisti avrebbe nuova linfa per 35 milioni di Euro, sostiene l’Ansa in una anticipazione.

Il mancato gettito derivante dall’aumento dell’Iva sarà compensato con l’aumento dell’acconto dell’Ires al 103 per cento, in che significherà che le aziende italiane saranno costrette ad anticipare tasse ben oltre il reddito registrato nel 2012, con prospettive terrificanti non solo di ordine psicologico. Un netto disincentivo a fare impresa nel Belpaese, con buona pace di tutte le buone intenzioni sulla ripresa.

Il capolavoro gestionale però è rappresentato da un ulteriore aumento delle accise sui carburanti di 2 centesimi al litro fino al 31 dicembre 2013, aumento che salirà di 2,5 centesimi (ma ancora non è chiaro se salirà di mezzo centesimo o se i 2,5 centesimi si aggiungeranno ai precedenti 2) fino al 15 febbraio 2015, data in cui il Paese potrebbe già essere in camera mortuaria, al gelo delle celle frigorifere. Latu sensu, intendiamo.

Se la bozza di decreto legge dovesse essere confermata, forniamo un aiuto gratuito al Consiglio dei Ministri nel suo complesso, sulla scelta del nome del decreto: lo si chiami “Ammazza Italia”, perché questo accadrà. Con la complicità di tutte le forze politiche, incapaci a tagliare il bilancio dello Stato dello 0,5 per cento, per non tagliare il flusso di risorse alle varie cordate clientelari riferentesi a tutti i partiti di questo Paese, governato da incapaci e popolato da muti e sordi. O complici ulteriori della «Operazione De Profundis». Vergogna!

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Un pensiero su “Decreto “Ammazza Italia”: aumento Iva slitta a gennaio, ma salgono accise carburanti per calo gettito. Scandaloso

  • 27/09/2013 in 18:09:08
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    Anni di promesse, di impegni, di garanzie sui tagli agli sperperi di Stato ci hanno portati alla paralisi e alla nausea verso chi ci governa e verso chiunque ci abbia governato.
    Che fine hanno fatto i promessi tagli al numero dei parlamentari?

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