Jack Dorsey, cofondatore di Twitter, scrive al presidente Hassan Rouhani, che risponde

Il presidente iraniano ha risposto citando l’intervista concessa alla connazionale Christiane Amanpour per la CNN. L’informazione è un diritto, ulteriore segno di riscaldamento dei rapporti con l’Occidente, se non proprio di disgelo pieno

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Teheran – «Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi» disse Winston Churchill il 20 agosto 1940 alla Camera dei Comuni, commentando la battaglia d’Inghilterra in cui la RAF aveva fermato la Luftwaffe del III Reich nel tentativo di invadere l’arcipelago britannico.

Una riflessione che – a 73 anni di distanza – può essere riproposta in merito allo scambio di tweet tra Jack Dorsey, cofondatore di Twitter, e il presidente del nuovo corso iraniano, Hassan Rouhani. Poche battute che – la speranza ha oggi qualche fondamento in più – potrebbero significare grandi passi in avanti per l’apertura di internet in Iran.

A fare il primo passo – cavalcando l’onda di fiducia alimentata dal sorriso di Rouhani – è stato proprio Dorsey ieri, il quale ha scritto intorno alle 17 italiane: «Buona sera presidente. I cittadini dell’Iran possono leggere i vostri tweet?». Una domanda maliziosa, che tira in ballo il divieto all’uso di Twitter (e di Facebook) in vigore nella Repubblica Islamica. Quindi è un paradosso che il presidente dell’Iran sia su Twitter, mentre i cittadini del suo Paese non possono accedere a questa forma di comunicazione libera, che riesce a mettere in contatto gente di tutto il mondo.

Dopo 5 ore e 40, il presidente Rouhani non si è sottratto al quesito, rispondendo: «Buonasera @Jack. Come ho detto a @camanpour, i miei sforzi sono orientati a garantire che la mia popolazione possa essere in grado di accedere a tutte le informazioni globali com’è loro #diritto“.

Rouhani ha ricordato l’intervista rilasciata la scorsa settimana alla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, di origine iraniana per parte di padre, nel corso della quale il presidente iraniano ha parlato dei social network a disposizione a livello globale e del diritto degli uomini e delle nazioni a usarli.

Dopo poco meno di due ore la risposta di Dorsey: «Grazie @HassanRouhani. Per favore, ci faccia sapere come possiamo aiutarla a realizzare tutto questo».

Le restrizioni sui social media in Iran sono state innalzate dal 2009, dopo la rielezione dell’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. Ma da molti indicatori si può ritenere che sia stata avviata in Iran una fase di ammorbidimento di queste restrizioni, in coerenza con un nuovo corso di apertura al mondo impreso dal nuovo establishment iraniano

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