Tunisia, svelati collegamenti tra i salafiti e esponenti di Ennahda

Taîeb Aguili ha mostrato in una conferenza stampa le prove dei contatti con gli assassini di Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, i due esponenti dell’opposizione assassinati nei mesi scorsi 

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(foto di TUNISIE NUMERIQUE.COM)

Secondo quanto diffuso da ANSAmed, la sezione specializzata in Mediterraneo e Medio Oriente dell’ANSA, in Tunisia il partito islamico al governo, Ennahda, sarebbe sull’orlo di un “terremoto politico”.

Taîeb Aguili, membro del comitato di difesa istituito per tutelare in sede giudiziaria Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, i due esponenti dell’opposizione assassinati nei mesi scorsi, ha presentato le prove (tra cui filmati e fotografie) che dietro i due omicidi e molti altri atti di violenza registrati in Tunisia c’è Ansar al Sharia, il movimento salafita messo ufficialmente fuori legge dal governo tunisino. Aguili avrebbe però dimostrato i contatti tra alcuni esponenti di Ennahda con gli esecutori degli assassinii.

Le rivelazioni di Aguili, poi, non si sono fermate ai contatti tra i salafiti e il partito islamico di governo, perché secondo l’esponente dell’opposizione i salafiti tunisini sono legati a un gruppo armato libico, comandato da Abdel Hakim Belhadj, che è stato definito “vicino” a Ennahda. Sembra che vi siano le prove dei viaggi di tre esponenti di Ansar al Sharia – Abou Iyadh, capo del gruppo, Kamel Kadhkadhi, accusato di essere l’esecutore dell’omicidio Belaid, e Mohamed Aouadi – verso la Libia, dove si sarebbero addestrati in campi paramilitari jihadisti.

Uno dei massimi rappresentanti di Ennahda, Samir Dilou, avrebbe respinto le accuse di contatti con il libico Belhadj, ma sarebbe stato sbugiardato pubblicamente da una foto che lo ritrae accanto al presunto capo jihadista.

Alcune indiscrezioni hanno fatto trapelare che dopo la conferenza stampa di Aguili, Ennahda avrebbe convocato d’urgenza il proprio ufficio politico, per valutare le conseguenze di queste rivelazioni, che promettono di accendere la miccia di una reazione contro il partito di governo.

Da mesi ormai le illusioni create dalla cosiddetta “Primavera Araba” sono svanite in Tunisia, con il disvelamento della versa essenza del partito al potere, cui si oppone un fronte laico eterogeneo, che unisce il fronte di sinistra, i comunisti e le posizioni più liberali e moderate.

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