Democratici un tanto al chilo: Apple rimuove una app anti-censura, internauti cinesi in rivolta

Gli sviluppatori di OpenDoor hanno scritto alla Apple per protestare contro la decisione. Nessuna dichiarazione ufficiale da Cupertino. Per i blogger l’applicazione era uno degli strumenti più efficaci per aggirare la censura. Critici ed esperti sottolineano che l’auto-censura del colosso Usa ha raggiunto “un livello superiore”

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Pechino – Gli internauti cinesi sono in rivolta contro la Apple, per la decisione della compagnia di rimuovere dalle applicazioni per iPhone un programma che permetteva di bypassare la censura di Pechino sull’uso della rete. Gli sviluppatori dello strumento gratuito OpenDoor hanno più volte scritto alla Apple per protestare contro la decisione. La Cina è solita bloccare l’accesso a siti internet considerati proibiti e applica una politica molto restrittiva sulla rete, che spesso sconfina nella censura su temi sensibili come Tiananmen, il Tibet e il movimento spirituale del Falun Gong.

Finora non vi sono dichiarazioni ufficiali del gigante di Cupertino sulla decisione di rimuovere la applicazione. Fra le condizioni poste dalla Apple agli sviluppatori, il fatto che “corrisponda alle norme di utilizzo dei Paesi in cui essa viene resa disponibile agli utenti”.

Blogger e citizen journalists cinesi sottolineano che la Apple ha tolto uno degli strumenti più efficaci a disposizione degli internauti cinesi, per aggirare la Grande Muraglia, l’imponente sistema di censura in rete allestito dal governo di Pechino. Da più parti si levano feroci critiche contro la scelta fatta da Cupertino.

A giudicare dalla pagina Facebok, l’applicazione è assai popolare ovunque internet subisce restrizioni: internauti dall’Iran fino al Pakistan ne hanno a più riprese tessuto le lodi. Il capo progetto di OpenDoor, che intende rimanere anonimo, riferisce che lo strumento è stato scaricato circa 800mila volte, circa un terzo delle quali in Cina. Egli spiega che è stata rimossa dallo store perché “include contenuti illegali in Cina” e si chiede come “una semplice app di browser possa avere contenuti illegali, se è poi l’utilizzatore che sceglie quali siti web visitare”. Secondo questa logica, conclude, anche la stessa applicazione Apple Safari o Google Chrome “contengono materiale illegale”.

Critici ed esperti di informatica affermano che l’auto-censura della Apple “ha raggiunto un livello superiore”. Non è la prima volta che l’azienda rimuove un’applicazione in Cina, per contenuti che vengono considerati “illegali”. In precedenza la scure della censura aveva colpito una news app di NTD (New Tang Dynasty), televisione con base negli Stati Uniti e fondata da membri di Falun Gong; un’altra app metteva a disposizione libri proibiti sul Tibet opera di Wang Lixiong. Tuttavia, la Apple non è la sola compagnia occidentale che ha dovuto barcamenarsi fra interessi economici e politica aziendale in termini di diritti. Nel 2006 e nel 2007 Yahoo è finita nel mirino della critica per aver fornito al governo cinese informazioni utili per la cattura di dissidenti politici.

(AsiaNews)