Il “Decreto Cultura” è legge

Pareri discordanti tra gli addetti ai lavori: alcune buone intuizioni per rilanciare la cultura italiana

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Con 323 voti favorevoli, i 17 contrari della Lega e gli astenuti del M5S, il Decreto Cultura è diventato legge. Senza alcuna modifica, è stato approvato dalla Camera il testo del decreto legge che ha diviso il mondo dei professionisti del settore tra coloro che lo considerano un cambio di rotta positivo dopo tanti anni di tagli e indifferenza e altri che temono si tratti più di una strategia di marketing e comunicazione piuttosto che di una sostanziale modifica.

In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Ministro Bray dichiara:”Sono molto orgoglioso per l’approvazione, a larga maggioranza, del dl Cultura alla Camera. Il provvedimento è stato approvato con il voto di Sel e l’astensione del M5S. Credo che tutto il Parlamento abbia voluto dare un segnale di cambiamento alle politiche culturali del nostro Paese“. Così il ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, commenta il via libera dell’Aula di Montecitorio: “È un provvedimento che punta su cultura e turismo riconoscendo in esse due leve principali per far crescere il Paese. Un segnale che lascia ben sperare”.

Le disposizioni previste spazierebbero dai fondi per i Nuovi Uffizi all’uso dei 105 milioni di euro, in parte stanziati 20131004-decretocultura-350x227 dall’Unione Europea, per il recupero di Pompei e dell’aree archeologiche di Ercolano e Torre Annunziata tanto da rendere necessaria l’istituzione di Soprintendenza specifica per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia e di una Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli che avrà competenze anche in merito alla Reggia di Caserta. Infine, il decreto legge prevede la definizione di un accordo di valorizzazione per l’elaborazione di un piano di sviluppo del percorso turistico-culturale integrato delle residenze borboniche.

Prevista la sburocratizzazione per gli spettacoli dal vivo all’interno di sale con una capienza massima di 200 persone e una tax credit per il cinema e tutto il comparto audiovisivo insieme a un fondo per le Fondazioni lirico-sinfoniche. Nel periodo estivo si era annunciato il sostegno degli artisti emergenti a cui saranno affidati, attraverso dei bandi, immobili di proprietà statale per la creazione di spazi di arte contemporanea; sempre i giovani saranno impiegati nel piano di sviluppo di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata mentre 500 laureati saranno selezionati per digitalizzare il patrimonio culturale. L’attenzione nei confronti dei giovani – il cui inserimento lavorativo all’interno del mondo culturale dovrebbe essere ancora di più sostenuto – sarà evidenziata grazie all’istituzione, nel 2014, del Fondo Mille Giovani per la cultura.

Inoltre 14 milioni saranno utilizzati per interventi nei musei italiani, nello specifico 8 per il completamento dei Nuovi Uffizi a Firenze e 4 per la realizzazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah a Ferrara. Finanziato anche, con 2 milioni di euro, il restauro del mausoleo di Augusto a Roma. Alcuni fondi saranno impiegati per i siti inseriti nel patrimonio Unesco in provincia di Ragusa e per i beni culturali a rischio di deterioramento. Il Senato ha anche introdotto una novità interessante e cioè una norma per disincentivare l’uso di animali all’interno degli spettacoli circensi a cui, entro il 2018, il governo non darà più contributi.

L’unico assente – ma aspettiamo di leggere il testo completo – sembrerebbe essere il turismo per il quale non sono mai stati annunciati interventi sostanziali sebbene l’economia italiana potrebbe essere rilanciata proprio attraverso l’incoming di visitatori stranieri spinti non più verso soste “mordi e fuggi” nelle città d’arte della penisola ma verso soggiorni di lunga durata con prezzi adeguati ai servizi ed accoglienza più in linea con gli standard europei.

Bisogna comunque essere ottimisti e sperare che questo sia un importante tassello per la rinascita dell’Italia all’insegna del suo sterminato patrimonio storico-artistico.

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