Nobel per la Fisica assegnato a Higgs e Englert, padri della “particella di Dio”

‘Star’ del prestigioso riconoscimento il bosone di Higgs, la particella da cui dipende l’esistenza della massa di tutte le altre, scoperta nel 2012 da due esperimenti condotti nel Cern di Ginevra e guidati all’epoca dagli italiani Guido Tonelli e Fabiola Gianotti. Esplosione di gioia al Cern: brindisi e applausi

20131008-Bosone_Higgs_fotoCern-352x264Stoccolma – Il premio Nobel per la Fisica 2013 è stato assegnato al fisico teorico belga Francois Englert e al fisico scozzese Peter Higgs. Lo ha annunciato l’Accademia svedese delle scienze.

Un premio ”per avere scoperto la teoria del meccanismo che contribuisce alla comprensione della massa delle particelle subatomiche e che, recentemente, è stata confermata dalla scoperta della particella (il bosone di Higgs, ndr) così come era stata prevista nello studio teorico, scoperta realizzata dagli esperimenti Atlas e Cms, esperimenti del Large Hadrhn Collder del Cern di Ginevra” si legge nella motivazione.

“Sono sopraffatto da questo Premio dall’Accademia Svedese delle Scienze”. E’ questo il primo commento che Peter Higgs ha scritto dal sito dell’Università di Edimburgo di cui è professore emerito e dove ha insegnato per molti anni. “Vorrei anche congratularmi con tutti coloro che hanno contribuito alla scoperta di questa nuova particella e ringraziare la mia famiglia, gli amici e i colleghi per il loro sostegno”.

L’annuncio è arrivato con un’ora di ritardo ma il 192° Nobel per la Fisica è andato ai ‘padri’ della particella di Dio come i rumors degli ultimi giorni lasciavano intendere.

Professore emerito all’Università di Edimburgo, dove per molti anni ha insegnato fisica teorica Peter Higgs, 84 anni, scozzese, è membro della Royal Society inglese. Higgs è noto nel mondo della scienza per avere formulato nel 1964 una proposta per spiegare all’interno della teoria elettrodebole l’origine della massa delle particelle elementari.

Il meccanismo che ha ipotizzato ha preso il suo nome, ‘meccanismo di Higgs’, e predice l’esistenza di una nuova particella subatomica, il bosone di Higgs. Per il suo notevole contributo alla fisica teorica, è stato decorato numerose volte con premi e riconoscimenti tra i quali la medaglia Dirac e il Premio Wolf per la fisica, ricevuto da Higgs nel 2004 insieme a Francois Englert e Robert Brout, i quali indipendentemente da lui avevano teorizzato lo stesso meccanismo che per questo motivo a volte viene denominato anche come ‘meccanismo di Brout-Englert-Higgs’.

Englert, fisico belga di 81 anni che, insieme al suo collega Brout, scomparso nel 2011 a 82 anni, è stato autore di un articolo che proponeva, qualche giorno prima della pubblicazione di quello ben più famoso di Higgs, un meccanismo che spiega la rottura della simmetria elettrodebole nel Modello standard in modo analogo al meccanismo proposto da Higgs. Oltre al Premio Wolf, Englert nel 1997 ha ricevuto il Premio per l’alta energia e le particelle della Eps.

Dopo uno sforzo tecnologico e scientifico durato oltre 20 anni, gli esperimenti Atlas e Cms dell’acceleratore Lhc del Cern di Ginevra hanno annunciato il 4 luglio del 2012 la definitiva scoperta del bosone di Higgs.

Ed è infatti stata una vera e propria esplosione di gioia quella dei fisici italiani, diverse centinaia, all’annuncio del Nobel per la Fisica ai ‘padri’ del bosone. In una cerimonia organizzata a Roma dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare, in diretta streaming con il Cern di Ginevra, si è espressa tutta la gioia degli scienziati italiani. Nella sede dell’Infn, al momento dell’annuncio dell’accademia, il presidente Fernando Ferroni e il vicepresidente Antonio Masiero, hanno brindato alla ”straordinaria ricerca scientifica del nostro Paese”.

Entusiasmo pienamente corrisposto da Fabiola Gianotti, portavoce emerito dell’esperimento Atlas, e Guido Tonelli, portavoce emerito dell’esperimento Cms, che il 4 luglio dell’anno scorso hanno annunciato al mondo di avere scoperto il bosone di Higgs teorizzato dai due vincitori del Nobel per la Fisica 2013. Proprio nelle viscere di Ginevra, all’interno della grande macchina Lhc del Cern, gli esperimenti Atlas e Cms hanno confermato le teorie di Higgs e Englert.

”Una teoria è una teoria ma nessuno misura che poi il mondo è fatto così, rimane solo un pezzo di carta”, ha affermato Ferroni. ”La scoperta del bosone di Higgs è stata fondamentale per validare la teoria di Higgs e Englert e del modello standard”, ha aggiunto. Entusiasmo anche dei fisici italiani al Cern, Fabiola Gianotti e Guido Tonelli.

”Siamo felici per quei due ragazzi del ’64, che se lo meritano”, hanno commentato tra i brindisi a Ginevra. “Sono molto emozionata per questo Nobel dato alla fisica delle particelle e da una scoperta che spiega la struttura dell’universo”, ha detto Gianotti, la scienziata italiana che il ‘Time’ ha scelto fra le persone più importanti del 2012, citando lo statunitense Joe Incandela, il professore di fisica dell’Università della California a Santa Barbara che era portavoce del Cms al momento dell’annuncio del Cern della scoperta del bosone di Higgs.

(ADNKRONOS)