È morto Erich Priebke, il pianificatore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine

Dopo un secolo di vita, è morto il capitano delle SS Erich Priebke, tra gli autori dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, individuazione concreta dei mali compiuti dal nazismo in Italia

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È morto all’età di 100 anni Erich Priebke, capitano delle SS durante la Seconda Guerra Mondiale, condannato nel marzo del 1998 all’ergastolo (ma commutata in detenzione domiciliare per via della vecchiaia).

In particolare, Priebke fu ritenuto tra i responsabili della pianificazione e della realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo 1944, ad opera dell’esercito nazista come rappresaglia per un attacco partigiano compiuto dai membri dei Gruppi di Azione Patriottica romani contro truppe tedesche in transito a Roma, in via Rasella, uccidendo 33 soldati. L’esercito di Hitler rispose con il massacro di 335 civili e militari italiani.

Priebke, dopo la caduta del regime nazista, riuscì a scappare dal campo di prigionia allestito a Rimini e fuggì in Argentina, scampando così alla cattura. Ma nel 1994 una troupe della televisione americana, l’ABC, lo trovò e gli fece confessare la sua vera identità e soprattutto il suo passato.

Dopo quest’intervista, nel 1995 l’ex capitano delle SS fu arrestato, estradato in Italia e rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Roma. Ma il 1° agosto del 1996 il Tribunale Militare dichiarò di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione” e ordinò l’immediata scarcerazione dell’imputato. La Corte di Cassazione, però, annullò la sentenza e dispose un nuovo processo contro di lui.

E nel marzo del 1998 la Corte d’Appello militare lo condannò all’ergastolo, insieme all’altro ex membro delle SS, Karl Hass. Sentenza confermata dagli ermellini poco dopo ma, a causa della loro età avanzata, ai due condannati fu concessa la detenzione domiciliare.

Nel 2007, però, il giudice militare concesse a Priebke il permesso di uscire di casa “per recarsi al lavoro”, presso lo studio del suo legale ma sei giorni dopo, nel pieno delle proteste della Comunità Ebraico, il provvedimento fu revocato, in quanto il tedesco aveva omesso di comunicare alle autorità gli orari e le modalità dei suoi spostamenti per recarsi a lavorare.

Nel 2009, infine, gli fu concesso di uscire di casa per fare la spesa, andare a messa e in farmacia.

E oggi, a tre mesi dal compimento del suo 100° anno di vita, la scomparsa di un uomo che la Storia ha punito come individuazione concreta dei mali compiuti dall’esercito nazista in Italia.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.