Immigrazione illegale: “Mediterraneo Sicuro”, le forze in campo per l’operazione militare umanitaria italiana

Immigrati, Predator e navi d’altura per prevenire le stragi. Si studiano opzioni e costi, possibile l’utilizzo degli aerei Atlantic di Sigonella. Più navi d’altura, corvette e pattugliatori per la vigilanza sul mare, ma la denominazione fa trasparire un obiettivo a uso e consumo dell’opinione pubblica a fini di propaganda. La natura delle tragedie delle ultime settimane | SONDAGGIO |

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Roma – L’obiettivo della missione militare/umanitaria “Mediterraneo Sicuro” sarà di prevenire le tragedie del mare, attraverso la puntuale sorveglianza e a largo raggio del Canale di Sicilia, per individuare le imbarcazioni cariche di profughi prima che si verifichino eventi drammatici come i naufragi di questi giorni al largo di Lampedusa. A questo fine, da domani inizierà la   ridefinizione del dispositivo aeronavale impegnato nella vigilanza, più aerei e più navi per evitare le stragi verificatesi nelle ultime settimane.

Tuttavia, se questo è l’obiettivo, va detto senza riserve che l’azione anticipata dal capo del Governo è fumo negli occhi, azione tendente a blandire l’opinione pubblica italiana, rimasta colpita dalle centinaia di vittime perite a Lampedusa e al largo di Malta. In realtà, queste due tragedie non sono state causate da un ritardo dei soccorsi – do-ve-ro-si – ma piuttosto dal panico scatenatosi a bordo a causa di improvvide decisioni degli stessi immigrati a bordo dei barconi (o degli scafisti, circostanza che andrebbe appurata con velocità).

A Lampedusa per aver appiccato un fuoco sul ponte, con l’intento di attirare l’attenzione dei soccorritori (e anche in questo caso si indaghino i denunziati ritardi), ma non tenendo conto che il ponte stesso fosse intriso di gasolio, circostanza che ha causato l’immediata propagazione dell’incendio e il successivo panico a bordo, con le conseguenze che conosciamo.

Al largo di Malta, gli immigrati irregolari in viaggio provocavano il rovesciamento della barca, nel tentativo di attirare l’attenzione di un aereo di pattugliamento maltese, il cui equipaggio peraltro aveva già individuato la presenza del barcone e iniziato il lancio di canotti di salvataggio. Lo sbilanciamento successivo produceva il naufragio.

Quindi la misura intrapresa si rivelerà quasi del tutto inefficace per l’unico obiettivo concreto che impedirebbe queste tragedie: bloccarne la partenza dai porti del nord Africa e del Medio Oriente Mediterraneo.

Comunque, negli stati maggiori interessati – Marina e Aeronautica – si sta lavorando in queste ore per approntare entro domani il ‘pacchetto’ di mezzi per assicurare la sorveglianza del Mediterraneo, in un impegno che si prevede di lunga durata.

Saranno impiegati più aerei e navi d’altura, per una vigilanza anche a grandi distanze dalle coste italiane. In corso anche il calcolo dei costi conseguenti, in un periodo di ristrettezze di bilancio per le forze armate, mentre si prendono in esame le possibili alternative.

20131013-Predator-MQ-9A MQ-9A-352x220Secondo informazioni anticipata alle agenzie di stampa da ambienti della Difesa, la sorveglianza aerea, potrebbe essere assicurata anche con l’utilizzo di droni – Uav (Unmanned aerial vehicle) – i Predator a “pilotaggio remoto” utilizzati con successo in questi anni in numerose missioni all’estero, a cominciare dall’Afghanistan. Possibile anche l’intensificazione dell’impiego dei pattugliatori Breguet Atlantic di stanza a Sigonella al 41° Stormo Antisom. Si tratta di velivoli particolarmente adatti alla ricognizione marittima, che potrebbero garantire una vigilanza più estesa sul Canale di Sicilia.

La Marina militare già nei giorni scorsi aveva incrementato il proprio dispiegamento di unità nel Canale di Sicilia, con la dislocazione della fregata Espero, dei pattugliatori Libra e Cassiopea e della corvetta Chimera, mezzi rivelatisi fondamentali per portare soccorso agli immigrati illegali in difficoltà nella navigazione verso l’Europa e limitare così il tragico bilancio dei morti in mare. Questo assetto dovrebbe essere rafforzato da unità del comando forze pattugliamento (Comforpat) di Augusta, una quindicina di navi tra pattugliatori e corvette, che potrebbero contribuire alle attività di vigilanza marittima.

Non è escluso che si decida inoltro l’incremento del dispositivo di vigilanza assicurato in acque territoriali dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, utilizzate per l’emergenza immigrati e impegnate in numerose operazioni di soccorso.

Ultimo aggiornamento 14 Ottobre 2013, ore 10.10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA