Farmaci generici, sette italiani su dieci favorevoli al loro utilizzo

Questi i dati di una ricerca Doxa commissionata da Teva Italia e presentata ieri durante una conferenza a Milano. Sette italiani su dieci sono favorevoli all’utilizzo dei generici e otto su dieci dopo averli provati li utilizzerebbero di nuovo. Manca solo la conoscenza dell’equivalenza con i farmaci “di marca”

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Italiani favorevoli all’utilizzo di farmaci generici. Su dieci abitanti dello Stivale ben sette, infatti, dicono di non avere problemi nell’usarli e otto su dieci sostengono di essere rimasti soddisfatti dopo averli provati. Questi i risultati di una ricerca Doxa commissionata da Teva Italia e presentata ieri durante una conferenza a Milano. Eppure, il consumo degli equivalenti “è inferiore anche del 50 per cento rispetto a quanto avviene in altri Paesi come Germania e Francia”, riferisce il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano.

Elemento da non sottovalutare è che “se aumentasse l’uso dei generici – spiega Garattini – diminuirebbero le spese da parte dei cittadini”. Dalla ricerca, infatti, emerge che se gli italiani avessero utilizzato i generici avrebbero potuto risparmiare un miliardo di euro, ma soprattutto che “i farmaci generici – continua il farmacologo – hanno reso accessibili cure e terapie che prima non tutti si potevano permettere”. “I farmaci equivalenti – sostiene il presidente della Federazione dei giovani farmacisti (Fenagifar), Claudio Distefano – rappresentano uno strumento utile a generare un meccanismo virtuoso di riduzione della spesa sanitaria pubblica, garantendo un eguale livello di qualità delle cure per i cittadini”. Ciò che contraddistingue, dunque, un generico dalle specialità medicinali è soltanto il prezzo e il nome. Gli equivalenti, infatti, non hanno un nome di fantasia, ma entrano in commercio con il nome comune del principio attivo, a volte seguito da quello dell’azienda produttrice.

Se è vero che la diffusione dei generici è ancora ridotta rispetto ad altri Paesi, tra gli animalisti del Bel Paese contrari alla vivisezione e a qualunque forma di violenza sugli animali, l’utilizzo dei generici è molto diffuso. Non tutti sanno, infatti, che il farmaco contiene lo stesso principio ed è dunque generico identico a quello “di marca”. Motivo per cui la casa che lo produce dà per scontato che abbia stessa efficacia e sicurezza di quello che sostituisce e non ritiene necessario testare sugli animali né i principi attivi né il prodotto finito.  

Ciò che manca è, dunque, solo una corretta conoscenza dei generici. Chi li ha già provati, infatti, li sceglie nuovamente. Motivo per cui la Teva ha promosso un premio giornalistico per accrescere l’informazione a riguardo. Un giuria, presieduta daSilvio Garattini, ha premiato cinque lavori che si sono contraddistinti per originalità, completezza, correttezza scientifica, capacità divulgativa e fruibilità. Tra le agenzie di stampa, a essere premiata la giornalista collaboratrice Adele Lapertosa, per un articolo sull’Ansa. Per la categoria quotidiani e periodici il primo premio è andato a Elisabetta Burba del settimanale Panorama. Laura Benfenati di Punto Effe premiata tra le testate specializzate. Nella categoria Siti Internet primo premio a Marino Petrelli per un servizio pubblicato su Panorama.it. Marco Palma del TG5, infine, ha vinto per la categoria radio e Tv.

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