Il presidente di Confcommercio Veneto lancia l’allarme: troppe tasse, imprese allo stremo

Massimo Zanon scrive ai parlamentari veneti per segnalare il pericolo di scomparsa di interi settori produttivi e commerciali. La legge di stabilità prevede misure che “non sembrano frutto di una visione d’insieme compiuta che possa apportare un reale contributo alla crescita economica”

20131023-piazza-erbe-verona-660x400

Il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon ha scritto una lettera aperta ai parlamentari della regione, lanciando un preciso Sos: per colpa di una tassazione senza freni, le imprese sono ormai allo stremo. «Il Ddl approvato dal Consiglio dei Ministri martedì scorso e approdato al Senato – è scritto nella missiva – prospetta interventi pari a 26 miliardi da qui al 2016 compreso, con 11 miliardi destinati all’anno venturo. Sono tante le materie che la Legge di bilancio ha deciso di toccare per i prossimi mesi: accanto alle grandi riforme la Legge di Stabilità dispone anche una serie di piccoli stanziamenti che interessano ambiti diversificati, che – segnala Zanon – tuttavia non sembrano frutto di una visione d’insieme compiuta che possa apportare un reale contributo alla crescita economica».

Per il presidente di Confcommercio Venero «sarebbe stato auspicabile prevedere all’interno del Decreto misure concrete che contenessero la pressione fiscale che soffoca le imprese e di fatto impedisce ogni possibile ripresa. Come i timidi segnali positivi che si avvertivano negli ultimi mesi hanno trovato una battuta arresto a seguito dell’aumento dell’Iva, così, inevitabilmente, misure che non favoriscano un’immediata riduzione delle tasse incidono gravemente sulla debolezza strutturale della domanda interna, che vale l’80% del Pil”.

«Da una prima analisi della Legge di Stabilità non emergono indicazioni concrete in risposta alle istanze avanzate dalle imprese continua Zanon – il triennio stabilito per la realizzazione degli interventi prospettati è un arco di tempo insostenibile per molte realtà aziendali medie e piccole che sono a serio rischio di sopravvivenza per l’immediato futuro. Certamente, non sussisteva da parte dell’imprenditoria italiana alcuna pretesa di risolvere con una manovra fiscale tutte le difficoltà che oggi si riscontrano dopo mesi e mesi di crisi perversa – riconosce il presidente dei commercianti veneti che si riuniscono nell’associazione – occorre, tuttavia, una Legge meno timida, che abbia il coraggio di interessare i punti nevralgici che potrebbero dettare le condizioni per una reale ripresa».

Per Zanon due sono le «azioni concrete da intraprendere» per portare «benefici immediati al mondo imprenditoriale con ricadute positive per il rilancio degli investimenti, dell’occupazione e dei consumi, a fronte di un impegno economico minimo per la loro realizzazione». Anzitutto «una seria azione mirata alla sburocratizzazione delle norme di impresa», un passo che «può contribuire ad alleggerire la posizione di numerose 20131023-massimo-zanon-322x506didaziende in difficoltà, senza peraltro gravare minimamente sui bilanci dello Stato». E poi, favorire, secondo il presidente di Confcommercio Veneto, andrebbero favorite le «PMI in start up permettendo loro di dimostrare quanto valgono prima di ucciderle nella culla vessandole con una pressione fiscale difficilmente sostenibile nella fase iniziale della vita imprenditoriale», perché la «consapevolezza che nei suoi primi tre anni di vita un’azienda si trova ad affrontare costi ingenti e certi a fronte di guadagni ancora da consolidare» alla fine finisce per disincentivare «l’iniziativa imprenditoriale» che è il motore dell’economia.

Purtroppo «i tempi della politica differiscono enormemente da quelli dell’economia reale», riflette Zanon, ma la realtà impone di dire che le «imprese non possono attendere tre anni per poter contare su un nuovo sviluppo» e le «scelte dissennate in questo momento si traducono in disoccupazione e tragedie».

Per i vertici di Confcommercio Veneto solo «il coraggio di sostenere l’imprenditoria diffusa, vero motore dell’economia italiana» potrà spingere una una reale ripresa, e questo significa ridurre le incombenze fiscali, tagliare la spesa pubblica improduttiva, semplificare la burocrazia e renderla meno onerosa, allentare la stretta creditizia».

Invece, riflette amaramente Zanon, stiamo assistendo a decisioni politiche che vanno proprio nella direzione opposta: «dopo l’Imu, la Tares, la Tarsu,  stiamo assistendo all’ingresso di nuovi balzelli», vere e proprie «azioni di retroguardia» contrarie a chi «vuole fare economia sul territorio ma non è più messo in condizione di lavorare», una denunzia che va oltre le riflessioni su fisco ed economia, ma incide sul sistema complessivo di gestione di quella che era una potenza economica mondiale. E oggi pare destinata a un declino che – non seguendo le istanze degli imprenditori, a partire da quelli veneti – abbandonerà la soglia della probabilità per affacciarsi nell’atrio tragico della certezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA