Venezia, Trento e Belluno in cima alla classifica di “Ecosistema Urbano”. In coda Catania, Caltanissetta e Siracusa

(VIDEO) La XX edizione del rapporto di Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore è stata presentata ieri a Bologna. Un quadro impietoso sulle capacità gestionali differenti tra nord e sud, che chiama in causa la qualità della classe dirigente locale e il ruolo della società civile

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Bologna – Milano in preda all’emergenza smog, Roma con il parco auto privato e il tasso di motorizzazione in crescita, a Palermo si depurano meno dei 2/5 dei reflui fognari. In una classifica che va da zero a 100, dal punto di vista ambientale, le migliori 11 città del Paese raggiungono a malapena la sufficienza (con 60/100 di punteggio). Sul podio delle migliori città troviamo Venezia per le grandi, Trento per le medie e Belluno per le piccole, ma con punteggi di poco superiori ai 60/100. A rilevarlo è “Ecosistema Urbano“, XX edizione del rapporto di Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore, presentato oggi a Bologna.

In particolare a Venezia migliora la concentrazione delle polveri sottili (Pm10) che scende dai 41,8 microgrammi al metro cubo della scorsa edizione ai 36,2 del 2012, così come la media di giorni di superamento dei limiti per l’ozono (da 50 a 40) e cresce la percentuale di depurazione dei reflui che si attesta al 94% (era al 90% lo scorso anno), mentre scende la produzione annua procapite di rifiuti (642,2 Kg per abitante, erano 664,7 nel 2011) e la raccolta differenziata sale al 38,8% (35,4% lo scorso anno); in lieve calo i passeggeri trasportati annualmente dal sistema di trasporto pubblico: 564 viaggi procapite (erano 571 lo scorso anno).

A Venezia c’è poi il più basso tasso di auto immatricolate (41 ogni 100 abitanti); la migliore estensione procapite di isole pedonali con 5,10 mq/abitante (era 4,87 mq/abitante lo scorso anno); una buona porzione di suolo urbano destinato alle bici con 12,50 metri equivalenti ogni 100 abitanti (erano 10,71 lo scorso anno). Ma peggiorano le medie relative alle concentrazioni di No2 che salgono a 41 microgrammi al metro cubo rispetto ai 38,8 della scorsa edizione e cresce la percentuale di acqua potabile dispersa dalla rete idrica (passa dal 36% dello scorso anno all’attuale 38%).

Nella stessa categoria, al secondo posto troviamo Bologna seguita da Padova. La prima migliora la media di giorni di superamento dei limiti dell’ozono, diminuisce l’acqua potabile dispersa dalla rete e aumenta la percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata, ma salgono le concentrazioni di No2 e il monte rifiuti annuo prodotto procapite, mentre calano i passeggeri trasportati annualmente dai bus. Padova migliora per inquinamento atmosferico, differenziata e suolo destinato ai pedoni e ha il primato tra le grandi città dello spazio dedicato alle bici. A pesare in negativo, il calo dell’uso del trasporto pubblico.

Trento, prima tra le città medie, migliora la già buona media relativa alle concentrazioni di polveri sottili che scende a 25,5 microgrammi al metro cubo (erano 27,5 l’anno passato), diminuisce la percentuale di acque potabili perse dalla rete idrica, che era il 18% l’anno scorso e si ferma al 15%; migliora la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti: 65,6% quest’anno, era 64,3% l’anno passato. Sale la frequenza di utilizzo del tpl (185 viaggi per abitante l’anno rispetto ai 182 della passata edizione).

Seconda, tra le medie è Bolzano, grazie a medie complessivamente basse per i parametri della qualità dell’aria (per le concentrazioni delle polveri sottili è prima tra le medie con 15 microgrammi al metro cubo, mentre erano 18,7 lo scorso anno) e della mobilità ciclabile e politiche energetiche. Parma si piazza terza tra le città medie grazie a politiche di mobilità ed energia e per il miglioramento nella media di giorni di superamento dei limiti della concentrazione di Ozono. A seguire Perugia e La Spezia.

Le prime cinque posizioni delle città piccole sono occupate rispettivamente da Belluno, Verbania, Nuoro, Pordenone e Mantova. Belluno è al primo posto grazie al buon livello complessivo della qualità dell’aria: migliora infatti in tutti e tre i parametri monitorati (No2, Pm10 e ozono); buone le performances nel settore rifiuti, la produzione annua procapite scende dai 405,3 kg annui del 2011 ai 395,9 di questa edizione e cresce la percentuale di differenziata, dal 67,6% a oltre il 70% (70,4% quest’anno). Verbania che cede il primato a Belluno, conferma un andamento generalmente al di sopra della media delle città piccole.

Per i rifiuti raccolti in modo differenziato si conferma ben oltre il 70% (72,8%, era al 72,1% l’anno scorso) ed è seconda solo a Pordenone. Migliora poi nei passeggeri trasportati dal servizio di tpl e fa segnare una crescita ormai costante per la superficie di suolo urbano destinato ai pedoni (con 2,14 mq/abitante, erano 2.02 l’anno scorso) e alle bici (24,41 metri equivalenti ogni 100 abitanti quest’anno, erano 23,69 l’anno passato). Terza tra le città piccole è la sorpresa Nuoro, che mostra valori bassissimi per gli inquinanti atmosferici. Quarta e quinta rispettivamente Pordenone e Mantova.

Tra le peggiori invece troviamo un trittico tutto siciliano: Catania (grandi città), Siracusa (medie) e Caltanissetta (piccole). Catania è ultima nell’indice della produzione procapite annua di rifiuti con oltre 714,3 kg e l’acqua potabile persa dalla rete supera la metà del totale dell’acqua immessa in rete. Con il 3% di rifiuti raccolti in modo differenziato, Siracusa si piazza all’ultimo posto tra le medie città ed è ultima pure per passeggeri trasportati dal servizio di tpl: 8 viaggi procapite all’anno. Per Caltanissetta pensiamo agli ”0” collezionati tra le città piccole negli indici legati alla mobilità ciclabile e alle zone a traffico limitato, o, ancora, agli 0,76 metri quadrati procapite di verde urbano fruibile, oppure al pessimo 63% di capacità di depurare i reflui.

Ma non mancano le esperienze positive: è il caso della raccolta differenziata di Novara o di Salerno, delle politiche sull’energia e sulla mobilità di Bolzano, della solarizzazione dei tetti delle scuole di Bergamo oppure dell’esperimento della moderazione della velocità in un intero quartiere di Torino. Nel complesso, Ecosistema Urbano evidenzia la situazione di impasse delle città. L’inquinamento atmosferico resta ancora a livelli di emergenza, scendono leggermente le medie delle concentrazioni di Pm10 e di NO2, ma nell’insieme dei centri urbani sono in aumento i giorni di superamento dei limiti per l’O3 e il numero delle città che non rispettano i limiti per la protezione della salute per l’ozono.

Le città disperdono in media più di un terzo dell’acqua potabile immessa in rete (il 32%) e l’efficienza della depurazione migliora di uno ”zero virgola” alla volta (oggi viene trattato l’89,6% dei reflui fognari, l’1 ,6% in più di un anno fa). Cala la produzione di rifiuti solidi urbani e restano praticamente stabili le quote di raccolta differenziata, che passa dal 38% al 39,3%. In questo settore solo nove città raggiungono il target del 65% imposto dalla normativa per il 2012 e quasi tutte le grandi città non hanno raggiunto nemmeno quell’obiettivo del 35% che i Comuni avrebbero dovuto rispettare già nel 2006.

Cresce lentamente ma costantemente il parco di autovetture circolanti che supera le 64 auto ogni 100 abitanti (64,2) e contestualmente prosegue il declino del trasporto pubblico urbano che continua a perdere passeggeri: i viaggi effettuati in media annualmente con i mezzi pubblici dagli abitanti dei capoluoghi di provincia scendono a 81 (erano 83 l’anno passato). Praticamente congelati gli indici dedicati a isole pedonali, zone a traffico limitato, reti ciclabili urbane.

(Credit: Adnkronos)