Vettel e Webber a Red Bull, per tutti gli altri solo acqua fresca nelle seconde libere ad Abu Dhabi

Mercedes e Lotus in lotta per il podio virtuale in assetto da qualifica e perfino le McLaren fanno meglio della Ferrari. In assetto gara, Alonso in crisi con le medie, Massa a proprio agio con le morbide. Crollano le Mercedes, Räikkönen con la Lotus si candida a battere le Red Bull. Grosjean rallentato da un problema ai freni

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Si fossi una bevanda li disseterei. Bisogna ricorrere a Ciullo d’Alcamo per commentare la seconda sessione di prove libere a Yas Marina, in preparazione del GP di Abu Dhabi. Nel circuito con il tasso di ferrarismo più alto del mondo, dopo la bassa modenese, è un apparente paradosso che non scorra a fiumi un rosso lambrusco, ma una bevanda dolciastra dal colore equivoco, fortificante ed energizzante. Perché diciamocelo chiaro e tondo, solo Vettel e Webber (sull’orlo di uno scazzo mondiale…?) se la danno a bere questa bevanda, per tutti gli altri sembra esserci solo acqua – rigorosamente fresca – per cercare di riprendersi da un dominio che sembra inscalfibile.

Sembra, ma potrebbe non esserlo in gara. Andiamo con ordine. Vettel e Webber si sono ripresi il comando delle operazioni e come i Blues Angels sugli F18 Hornet volano in formazione di attacco in assetto di qualifica, dando 2 decimi netti a Lewis Hamilton con la prima Freccia d’Argento, poco più a Räikkönen con la Freccia Nero-Oro. Poi c’è Rosberg, nella gelida griglia dei tempi, le due ex Frecce di Woking (un po’ spuntatelle quest’anno…ma capita) e la prima Itala (chiamarla Freccia Rossa sembrerebbe una provocazione verso Montezemolo e, francamente, noi gli vogliamo bene comunque). Hülkemberg, con la Freccia Elvetica precede l’altra Itala di Massa. E per la Top Ten è tutto.

Sul passo qualifica, la lotta è ristretta al duo Red Bull. Fossimo in Dietrich Mateschitz, ci assicureremmo che la squadra desse pari opportunità ai due, come metodo per non farsi piovere addosso improperi di ogni tipo. Un sano marketing sociale, diremmo. Hamilton non sembra in grado di precedere le monoposto di Milton Keynes, anche se – come dice Valsecchi – ha sempre qualcosa da tirare fuori dal cilindro su questa pista. Se la deve inventare come una fucilata nel silenzio della notte, non facile per una monoposto che maciulla le gomme qui come non accadeva da tempo. Un effetto “gambero”.

Per tutti gli altri, meglio pensare ad altro e capire come ci si può guadagnare il pane (e l’abbondante companatico) in gara, inventandosi qualcosa per non sfigurare.

In condizioni di gare, in verità, il dominio Red Bull non è così scontato, perché le Lotus hanno mostrato una potenzialità straordinaria sia con le medie – con cui possono realizzare una progressione costante – che con le soft, con cui possono sognare di strapazzare i bibitari e fare evaporare un po’ di gas da quelle due lattine. Räikkönen ha mostrato un passo eccezionale – 1’44’725 il record con assetto da gare sulle soft – migliore delle due Red Bull anche di 2 secondi. Forse un po’ troppi, ma sperar non nuoce. Grosjean, che aveva dato la zampata in mattinata, si è dovuto piegare a problemi ai freni anteriori, tornandosene al fresco dell’aria condizionata a palla dei box.

Bene le McLaren, che sembrano tirarsi su con i ricordi dello scorso anno. Le Ferrari in configurazioni di qualifica fanno meglio delle Mercedes nel passo del gambero. Alonso sembra non digerire proprio le medie, mentre Massa con le soft ha mostrato un passo interessante in prospettiva gara. Certo è che se si parte indietro, occorre una strategia e un fattore “C” non indifferente per salire sul podio.

Domani ultima sessione alle 11 (in Italia), poi qualifiche alle 14. L’auspicio è di non addormentarsi domenica, perché – se la vogliamo prendere larga – le ultime tre gare dovrebbero essere uno spot pubblicitario per lo sport e lo spettacolo. Se la promessa è la noia, la vediamo dura per gli abbonamenti alla TV satellitare.

E ora, scusateci, andiamo a bere un italianissimo chinotto.

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2013 F1 Abu Dhabi Gran Prix – Libere 2

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L’analisi Pirelli del circuito di Abu Dhabi, a cura di Mario Isola

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.