Sigarette elettroniche, Veronesi: “Lo Stato rema contro. Se diffuse si potrebbero salvare 30mila vite”

Posizioni forti quelle di Umberto Veronesi, direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, nei confronti dello Stato riguardo alla questione “sigarette elettroniche”. Secondo l’oncologo, infatti, se si diffondessero le e-cig si potrebbero salvare tantissime vite in Italia e nel mondo. “Non è la moda della e-cig che si è sgonfiata – stocca – è la tassazione che ha fatto chiudere i negozi”

sigarette elettroniche

Trentamila vite all’anno in Italia e cinquecento milioni nel mondo. Ammonterebbe a tanto il numero di persone che secondo Umberto Veronesi, direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, si potrebbero salvare “se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette elettroniche”.

Posizioni forti quelle dell’oncologo che a Milano ha presentato ieri alla stampa i risultati dello studio pilota e le nuove ricerche in programma allo Ieo sulla sigaretta senza tabacco, e ha affermato che “oggi stiamo dibattendo del più grave problema sanitario del nostro secolo: lo stop al fumo. Per questo abbiamo il dovere morale di studiare scientificamente la sigaretta smoke free, e all’Istituto europeo abbiamo deciso di farlo”.

Veronesi non risparmia poi critiche al governo nazionale accusandolo di “remare controle e-cig per motivi soprattutto economici. “Il dibattito sulla sigaretta tobacco free – sostiene – si è concentrato soprattutto sul mercato: chi le deve vendere, quali interessi nascondono e se lo Stato ci deve, o può, guadagnare; pochi si sono soffermati sul cuore della questione: la salute dei cittadini”. Secondo l’oncologo, infatti, non viene posta la giusta attenzione alle morti causate dal tabacco e “il nostro Stato, attraverso il Monopolio sui pacchetti di sigarette, lucra su questa tragedia invece di combatterla con ogni mezzo che la ricerca scientifica mette a disposizione”.

Ma non è tutto. Per Veronesi, infatti, il governo nazionale metterebbe i bastoni tra le ruote per la diffusione del prodotto “avendo messo una imposta del 60% sulle sigarette elettroniche, imposta che ha fatto sparire dal mercato moltissimi produttori. Non è la moda della e-cig che si è sgonfiata, è la tassazione che ha fatto chiudere i negozi“. E soprattutto lo Stato non sarebbe in grado di farsi bene i conti in tasca credendo di “guadagnare di più con le sigarette tradizionali, senza pensare che, al contrario, ogni anno spende tre miliardi di euro per curare i 50 mila tumori che si sviluppano in Italia a causa del fumo”.

La soluzione per il direttore dell’Ieo consisterebbe nel dar vita ad una sigaretta elettronica maggiormente controllata nei parametri principali, per non rischiare che chi ne fa uso possa incorrere in sostanze e aromi non controllati. Una questione sicuramente non chiusa per l’ex ministro che ha anticipato di aver incontrato il ministro Lorenzin, che si è mostrata entusiasta delle e-cig. “La rivedrò lunedì – assicura Veronesi – e gliene parlerò di nuovo”.

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