Caso Claps. Danilo Restivo ricorre in Cassazione per “incronguenze ed errori” nel giudizio

I legali del quarantaquattrenne hanno proposto ricorso in Cassazione contro la condanna in Appello. Restivo è attualmente detenuto in Inghilterra, dove sconta la condanna a 30 anni per l’omicidio di Heather Barnett avvenuto nel 2002. Anche per quel delitto Restivo continua a professarsi innocente

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Condannato in primo grado e in appello a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Elisa Claps, Danilo Restivo continua a professarsi innocente e ha chiesto, attraverso i suoi legali Alfredo Bargi e Marzia Scarpelli, il rinnovo del dibattimento di fronte alla corte d’Assise d’Appello. Il ricorso alla Corte di Cassazione è stato presentato alcuni giorni fa per ottenere una revisione del processo conclusosi il 24 aprile scorso, venti anni dopo l’uccisione nel sottotetto della chiesta della Santissima Trinità di Potenza della diciassettenne Elisa Claps, a 3 anni dal ritrovamento dei poveri resti studentessa potentina.

Per quel delitto il Gup di Salerno, Elisabetta Boccassini, al termine del processo con rito abbreviato, ha inflitto a Danilo Restivo 30 anni di reclusione, confermati in Appello. Tra le due sentenze ci sarebbero – secondo i difensori di Restivo – incongruenze e illogicità nel raggiungere la medesima conclusione. Su questi aspetti si basa il ricorso presentato in Cassazione.

Anzitutto la valutazione di attendibilità di alcuni testimoni, da cui poi discende la ricostruzione del delitto. Orari e spostamenti dei protagonisti della vicenda non coinciderebbero con le testimonianze di conoscenti sia di Elisa Claps che di Danilo Resivo. Gli avvocati Bargi e Scarpelli sottolineano poi l’incongruenza di una ricostruzione della dinamica basata sull’errata determinazione del momento della morte della studentessa diciassettenne, secondo la perizia Introna. Da queste incongruenze gli errori nella ricostruzione degli spostamenti di Danilo, dal momento dell’uscita dalla chiesa alla visita in ospedale per farsi medicare una lieve ferita alla mano.

E qui i legali dell’unico imputato per l’omicidio Claps individuano un altro errore. Nella perizia medica la ferita è alla mano sinistra, nella sentenza è riportata alla mano destra, quella che il quarantaquattrenne detenuto in Inghilterra avrebbe dovuto usare per uccidere. «Travisamento della prova», lo definiscono i legali di Restivo, che parlano di un processo indiziario dove manca una prova regina per stessa ammissione della Corte.

Nel ricorso si cerca di dimostrare l’insussistenza della violenza sessuale, per mancanza di elementi scientifici e per i segni rilevati sugli abiti. Viene anche sottolineata «l’erroneità della motivazione dell’ordinanza con cui è stata rigettata la richiesta di rinnovazione del dibattimento», che secondo i legali, nonostante il rito abbreviato in primo grado, sarebbe stata necessaria per ottenere una perizia scientifica collegiale per identificare picchi genetici diversi da quelli di Restivo.

Il motivo prevalente, infine, che dovrebbe spingere i giudici della Corte di Cassazione a riaprire il caso. Il rinnovo del dibattimento d’Appello avrebbe consentito l’esame dell’imputato. Istanza rigettata dai giudici di Salerno perché Restivo aveva reso ampie dichiarazioni spontanee. «Le dichiarazioni spontanee – sottolineano Bargi e Scarpelli – non sono un mezzo di prova come invece l’esame dell’imputato.
L’omesso interrogatorio ha integrato una palese violazione del diritto di difesa
». I giudici della suprema Corte dovranno decidere sull’ammissibilità del ricorso.

(Credit: Agi)