Ginevra le trattative 5+1 vicine all’accordo sul nucleare iraniano. Kerry e Fabius vanno in Svizzera

Il viaggio del segretario di Stato, confermato dalla portavoce Kerry, segue un invito dell’alto rappresentante europeo per la politica Estera, Catherine Ashton. Obama: “Teheran dovrà dimostrare che non sviluppa armi nucleari”

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Ginevra – Oggi potrebbe essere una giornata in qualche modo “storica” perché sul lago Lemano la storia delle relazioni tra Iran e Occidente (Russia compresa, che è Occidente…) stanno per uscire dal vicolo cieco in cui erano stata confinata da Mahmoud Ahmadinejad e dalla cricca mafio-nazi-islamista al potere in Iran. Il segretario di Stato americano, John Kerry, sta per arrivare a Ginevra per prendere parte al negoziato del gruppo 5+1 con l’Iran. Una decisione estemporanea che suggerisce la possibilità di accordo imminente. Il viaggio di Kerry è stato confermato dal dipartimento di Stato e segue un invito dell’Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera, Catherine Ashton.

Al negoziato sul programma nucleare iraniano partecipano i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. Secondo fonti diplomatiche, a Ginevra si starebbe recando anche il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato, ha confermato che il segretario di Stato John Kerry arriverà nella città elvetica per «aiutare a limare le differenze nel negoziato» in un tavolo finale a tre, con il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, e il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, a margine dei colloqui del 5+1 con Teheran. Ieri, durante una pausa del primo giorno di colloqui, il ministro degli Esteri iraniano aveva dichiarato di considerare possibile un accordo in qualche giorno, perfino entro la giornata di oggi.

Barak Obama, in una intervista alla NBC, ha posto un gradino essenziale per il raggiungimento di un accordo con l’Iran: la garanzia che il Paese guidato dagli ayatollah non sviluppi armi nucleari. Paletti che delimitano lo spazio del negoziato, ma non impediscono una possibile intesa per un accordo graduale. A Ginevra sembra che questa gradualità sia stata accettata dalle parti riunite attorno al tavolo negoziale.

«Il negoziato in corso verte su come l’Iran comincerà a rispettare i suoi obblighi internazionali e fornire garanzie, non solo a noi ma al mondo intero, che non sta sviluppando armi nucleari», ha detto Obama. «Il nostro lavoro – ha commentato ancora – è mettere in funzione un meccanismo in modo da poter verificare quello che fanno e non fanno in merito al programma nucleare». In cambio, il presidente statunitense ha ammesso che sarà offerta una riduzione delle sanzioni definita “modesta”, ma in realtà sottoposta allo stesso principio di gradualità del negoziato: quanto più l’Iran si avvicinerà alle richieste dei 5”+1” tanto più le sanzioni saranno ridotte.

Gradualità” è la parola d’ordine dell’approccio verso l’Iran. Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, ha confermato che ci sarà «un primo passo» costituito da un accordo iniziale, che «comprenderà l’attività nucleare iraniana più avanzata, aumenterà la trasparenza in modo che l’Iran non possa nascondersi dietro i colloqui per portare avanti il suo programma, e creerà lo spazio e il tempo necessario per negoziare un accordo complessivo». Le sei potenze che negoziano con l’Iran a Ginevra metteranno sul tavolo una riduzione «limitata, mirata e reversibile delle sanzioni», che non ne altererà gli aspetti principali. Se l’Iran non dovesse rispettare gli impegni, le sanzioni verrebbero rimodulate con celerità e perfino aumentate, ha spiegato Carney.

(Credit: Adnkronos, Agi, Agenzie)

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