Vettel e Webber, Red Bull fredda (per) tutti nelle ultime libere ad Austin. Hamilton si difende, Hülkenberg rincorre

Sabato nero per la Ferrari: Alonso 11°, Massa 17°. Grosjean risale la china in Lotus, Button e Perez cercano di salvare una stagione pesante. Un colpo di Bottas (9°) su Maldonado (14°). Force India altalenante: Sutil 10°, Di Resta 16°

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Sebastian Vettel continua, con una tranquillità irritante, la marcia trionfale del 2013 e l’umiliazione degli avversari. Nelle ultime libere del GP degli Stati Uniti, sul circuito di Austin, il tedesco ha imposto il suo ritmo, ma con la serenità di chi sa d’essere superiore, staccando proprio sul finale un tempo monstre per le attuali condizioni della pista. Staccato di poco più di due decimi il compagno di squadra, Mark Webber, per un servizio completo al resto del lotto: bibita energetica per il team di Milton Keynes, gelo sugli altri.

Anzitutto su Hülkenberg, che s’era preso il primo posto virtuale a tre minuti dalla bandiera a scacchi e che si è visto strappare la soddisfazione sia dal duo della Red Bull che da Lewis Hamilton, riuscito a riprendere in mano la monoposto di Stoccarda.

Quinto tempo per Romain Grosjean, ripresosi il ruolo di “prima guida” in Lotus, precedendo il compagno di squadra momentaneo, Heikki Kovalainen (solo 13°), di oltre mezzo secondo, oltre che Jenson Button, Nico Rosberg e Sergio Perez. Bene anche Valtteri Bottas, che s’è installato al nono posto, dopo essere stato nell’ultimo terzo del turno anche al secondo posto. Una “bottas” in testa al compagno di squadra Pastor Maldonado, solo 14° e in piena crisi di comunicazione con il team.

Decimo posto per Adrian Sutil, in aria di riconferma alla Force India, che ha inquadrato meglio del compagno di team Paul Di Resta (solo 16°) la pista texana.

Ferrari in crisi nera. Alonso è stato molto tempo ai box e il tempo finale è quasi da panico: l’undicesimo posto non può essere frutto di problemi fisici, visto che l’altro alfiere di Maranello è sprofondato in diciassettesima posizione. Qualcosa non deva aver funzionato a dovere in Ferrari: gli interventi sulla sospensione anteriore e la sostituzione della barra non hanno, con tutta evidenza, prodotto miglioramenti. E deve esserci qualcosa di storto e inatteso, se alla fine del terzo turno entrambi i piloti sono stati chiamati a una riunione tecnica urgente, lasciando in asso la stampa presente.

Un pessimo segno per la lotta a tre per il secondo posto nel mondiale costruttori.

Le prove si sono svolte in un clima più freddo rispetto a ieri, con temperatura di 20° sia nell’aria che sull’asfalto, poi saliti a 22° e 23° in finale di sessione. Alta l’umidità, ma calante da 88% a 78%, circostanza che ha reso possibile slow motion televisivi da cui apprezzare l’estrema fluidità della Red Bull di Vettel e Webber, rispetto alle altre monoposto, soprattutto la Ferrari, in cui le “trecce di Berenice” (un effetto aerodinamico di compressione dell’aria a seguito di riscaldamento sulla superficie della carrozzeria, generante vortici) sono state visibili, segno di un’aerodinamica non azzeccata.

In generale, le temperature diverse da quelle registrate ieri – e che potrebbero esserci domani in gara – hanno portato quasi tutti a usare le gomme hard (riconoscibili dalla spalla arancione) fino a trequarti di sessione, destinando solo 15 minuti ai test con le gomme medium (spalla bianca). Segno che quasi tutti i team potrebbero scegliere una strategia a una sola sosta, come lo scorso anno e malgrado la mescola 2013 sia mediamente più morbida delle gomme adottate nel 2012.

Possibile qualche variazione sul tema, per cercare di giocare sulla performance delle medie, un pit centrale di 28/32 giri e uno stint finale con gomme morbide e più fresche, contando sulla crisi altrui. Bottas, per esempio, potrebbe scegliere uno schema del genere, così come Hülkenberg, ma tutto dipende dalla reazione delle gomme.

Qualifiche dalle 19 su RaiDue e sul canale 206 della piattaforma Sky. Non sarà un sabato pomeriggio facile per i colori italiani, ma alcune sorprese sono possibili dagli outsider Hülkenberg, Hamilton e Grosjean, punto nel vivo da Kovalainen.

Ultimo aggiornamento 16 Novembre 2013, ore 17.49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’analisi Pirelli del circuito di Austin a cura di Mario Isola

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.