Giornata internazionale dell’infanzia, Napolitano esorta a “intervenire su criticità norme adozione”

Il presidente della Repubblica: “Poter essere accolto e crescere all’interno di un ambiente familiare sereno rappresenta un fondamentale diritto del minore”. Grasso: “Basta torpore, servono misure contro disagio e povertà”. Brambilla: “Basta procedure complesse”. Unicef: milioni bimbi vivono in zone a rischio disastri naturali

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“Alcune risposte alle emergenze sono venute dalla magistratura, ma spetta al legislatore il compito di affrontare in modo organico i seri problemi” che riguardano l’infanzia e l’adolescenza. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella Giornata Internazionale sui diritti dell’Infanzia.

“Poter essere accolto e crescere all’interno di un ambiente familiare sereno rappresenta un fondamentale diritto del minore, un bene sociale irrinunciabile”, aggiunge il Capo dello Stato nel messaggio inviato in occasione del convegno ‘Il diritto di bambini e ragazzi alla famiglia: come rilanciare adozioni e affidi’ promosso dalla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. “Già nella scorsa legislatura la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza aveva svolto un’accurata indagine, dalla quale erano emersi i rilevanti cambiamenti intervenuti nel corso del tempo nelle scelte di affido e di adozione da parte delle famiglie italiane e le conseguenti significative criticità sulle quali si riteneva necessario intervenire“, conclude Napolitano.

“Secondo quanto emerge dal Rapporto Unicef 2013 sul benessere dei bambini e degli adolescenti nei Paesi ricchi e dalla Relazione annuale dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza i dati che riguardano il nostro Paese sono davvero preoccupanti. Su 29 Paesi l’Italia, insieme agli altri Paesi dell’Europa meridionale, si trova nella terza fascia più bassa della classifica sull’indigenza infantile, con il 17% dei bambini sotto la soglia di povertà”. Lo ha ricordato il presidente del Senato Pietro Grasso, nel suo intervento presso la Sala polifunzionale della presidenza del Consiglio insieme a Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza.

“In Italia -ha aggiunto- oltre il 10% dei ragazzi non è iscritto a scuola, non lavora e non frequenta corsi di formazione. Sono dati drammatici: sicuramente le cause di questa situazione sono da ricercare nella crisi economica, ma non è solo questo. Siamo di fronte a un impoverimento etico, in cui valori quali giustizia, uguaglianza, merito, tutela dei diritti fondamentali, sembrano non trovare più cittadinanza”. Grasso si è soffermato anche su inquietanti notizie di cronaca: “In questi giorni -ha detto- sono emerse notizie drammatiche che hanno a che fare con il consumo di droga e lo sfruttamento di minori. In alcuni di questi casi si è accertata la consapevolezza, la complicità dei genitori”. “Dobbiamo avere -ha esortato la seconda carica dello Stato- il coraggio di chiederci: è davvero un caso limite o, come credo, ci indica una deriva più ampia? Quanto di tutto ciò ha a che fare con le difficoltà economiche e con l’impoverimento del tessuto familiare? Ma soprattutto: cosa abbiamo insegnato a queste ragazze e a questi ragazzi? Quali valori gli abbiamo trasmesso? Quale idea dell’affettività? Quale consapevolezza dei rischi avevano? Possibile che anche a quell’età tutto debba ruotare attorno al denaro? Le cronache raccontano che la ricerca da cui è iniziato tutto sia stata: ‘come fare soldi in fretta’. Dobbiamo risvegliarci da questo torpore, oggi è più che mai urgente approvare misure contro il disagio, la povertà infantile e le disuguaglianze“.

Dal canto suo la presidente della commissione bicamerale per l’Infanzia e l’adolescenza Brambilla, aprendo i lavori del convegno, ha detto: ”Non può passare l’idea che per generare un figlio basta essere ‘normali’, mentre per adottarne uno occorrono qualità eccezionali”. Non solo la difficile congiuntura economica, ma anche la complessità e la burocratizzazione delle procedure e un atteggiamento a volte troppo ”sospettoso” verso gli aspiranti genitori, hanno ridotto la capacità del sistema di realizzare uno dei principi-base cui si ispira la nostra legislazione: il diritto del minore a crescere in una famiglia. ”Probabilmente -osserva l’ex ministro- è necessario intervenire con norme nuove, tema sul quale ho chiesto al governo di aprire una riflessione. Tra queste, l’ampliamento della detraibilità delle spese sostenute per il percorso di adozione”. Punto di partenza per gli approfondimenti della giornata è stata l’indagine conoscitiva deliberata dalla commissione e completata negli ultimi giorni della scorsa legislatura, che conferma il sostanziale declino delle domande di adozione nazionale (-33%) e internazionale (-22%) e degli affidi (-14%) nel periodo 2007-2011, imputabile a vari fattori. ”Oltre all’incidenza della crisi economica -sottolinea Brambilla- uno dei deterrenti principali alla scelta di adottare, rilevato dall’indagine della commissione, è costituito proprio dalla complessità delle procedure e, soprattutto per le adozioni internazionali, dall’incertezza dei tempi richiesti e, mi permetto di aggiungere, dai costi elevati”.

La presidente della commissione punta l’indice contro la ”cultura negativa” dell’adozione (nazionale e internazionale) di cui hanno parlato molti degli esperti ascoltati durante le audizioni. ”Essa -dice il documento conclusivo- consiste principalmente nel pregiudizio, ancora radicato in molti operatori del settore, per il quale l’adozione è spesso espressione di un atto di egoismo degli aspiranti genitori, molti dei quali cercano nel figlio adottivo il rimedio alla propria infertilità/sterilità o al fallimento di altri progetti di vita. In questo senso la valutazione della coppia adottiva è spesso concepita come una ‘selezione’, che elimina non solo i genitori inadatti o psicologicamente incapaci di affrontare le difficoltà del processo adottivo, ma anche quelli che non si mostrano a tutti gli effetti eccellenti sul piano psicologico, economico, talora anche fisico”.

“Se crediamo nella pari dignità di ogni forma genitoriale, e abbiamo dimostrato di crederci approvando la legge sui figli naturali -ha concluso Brambilla- dobbiamo pensare a strumenti efficaci di sburocratizzazione e incentivazione per agevolare ogni tipo di percorso adottivo”.

”Nel giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale sui diritti dell’Infanzia, il nostro Paese è sconvolto da un’ennesima catastrofe climatica che ha colpito questa volta la Sardegna e che ha portato con sé disperazione, un numero incredibile di sfollati e purtroppo anche la morte di bambini”. È quanto afferma Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che spiega: ”Il pensiero allora non può che andare a ciò che è accaduto nelle Filippine, devastate dal tifone Haiyan e al tornado che ha terrorizzato nuovamente gli Stati Uniti. Sono calamità tutte figlie dello stesso problema: i cambiamenti climatici”.

”Da anni – prosegue Iacomini – l’Unicef denuncia i rischi legati al ‘Climate Change’ e chiede ai governi, come accaduto nei vertici di Copenaghen e poi di Durban, di mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere l’infanzia da questi fenomeni. Ci sono nel mondo 600 milioni di bambini, una cifra enorme, che vivono nei 10 paesi più a rischio di eventi legati al cambiamento di clima. Dei 66 milioni di bimbi colpiti da disastri naturali alla fine degli anni 90, si è arrivati ai 175 milioni degli ultimi 10 anni”.

”Numeri -rimarca- dietro ai quali si nascondono tragedie di vita spesso evitabili e che danno la misura di un fenomeno che porterà, statistiche alla mano, entro il 2050 a 150/200 milioni di migranti forzati nel mondo. Non bisogna inoltre sottovalutare alla luce di ciò che entro il 2015 il numero delle persone, bambini compresi, colpite da disastri naturali ogni anno salirà del 50%, da 250 milioni a 375 milioni. Cifre -conclude il portavoce dell’Unicef Italia- che non possiamo continuare a guardare come se fossimo al cinema, se non quando paghiamo il biglietto costoso della morte di persone innocenti”.

Credit: Adnkronos, Unicef