Gran Premio del Brasile, a Interlagos finisce un’era tecnica in F1, se ne assaggia già un’altra

Sul circuito fra i laghi, ispirato alla cittadina svizzera Interlaken, si corre uno dei Gran Premi più più coinvolgenti del campionato

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Ultimo appuntamento del Mondiale di Formula Uno a San Paolo in Brasile sul circuito di Interlagos, una delle piste più corte del campionato: 4309 metri percorsi per 71 giri in senso antiorario. È un circuito tecnico molto impegnativo e misto, con un primo settore molto guidato (dallo start alla fine del rettilineo Reta Oposta), un secondo settore piuttosto lento e tortuoso (dalla curva 4 alla 11) ed un terzo settore velocissimo (dalla 12 al traguardo). Due le zone DRS, la cui apertura è concessa solo dopo il secondo giro: prima zona con punto di rilevamento al vertice della curva 2 e con l’attivazione 20 metri dopo la curva 3; seconda zona con punto di rilevamento 30 metri dopo la curva 13 e attivazione 60 metri prima della curva 15.

Il rettilineo di partenza ha un andamento particolare in leggera salita e risulta il più alto in assoluto del campionato.La prima curva è la S do Senna, in discesa, una chicane larga con una prima curva a sinistra e una lunga controcurva a destra poi. Il cambio di direzione rende critico l’appoggio della monoposto sull’asfalto. Poca sarà l’accelerazione e determinante lo stacco frizione: non ci sarà modo di guadagnare tante posizioni e fondamentale sarà la massima concentrazione dei piloti per evitare contatti.

Si affronta poi la Curva do Sol in piena accelerazione, 240 km/h, che genera una spinta laterale dell’ordine dei 4G, sollecitante sia la carcassa che la mescola della gomma per tutta la durata della curva. Oltre alla colonna vertebrale del pilota. Di recente è stata allargata la via di fuga su questa curva, vista la pericolosità del tratto. Si uscirà in quinta dalla Curva do Sol per arrivare alla settima fino a 310 Km/h su Reta Oposta, il rettilineo più veloce della pista, con la zona DRS dove si possono effettuare i sorpassi. Il circuito, nonostante sia stato riasfaltato pochi anni fa, è caratterizzato da sconnessioni che destabilizzano la monoposto. Proprio in questo tratto la carcassa assorbe molte delle asperità della pista e deve quindi neutralizzare le sollecitazioni verticali sul telaio, ripristinando l’angolo di assetto ottimale per affrontare staccata e curva. 

Il lavoro delle gomme e delle sospensioni è fondamenta per ottenere massima aderenza con l’asfalto  e ottimo controllo della vettura quando si entra (terza marcia, velocità 130 Km/h)  nella parte più lenta del tracciato, il Tratto misto che con  le sue 5 curve strette e in rapida successione (Ferradura, Curva do Laranjinha, Pinheirinho, Pico de PatoMergulho) viene affrontato ad una velocità talmente ridotta da non riuscire a generare sufficiente carico aerodinamico. Il tratto si percorre con marce basse a una velocità relativamente bassa (circa 220 Km/h), con poca deportanza e molta coppia motrice da gestire. Qui per ottenere il tempo è importante un buon bilanciamento della vettura, buona trazione e buon grip delle coperture, per guidare la monoposto nelle fasi di inserimento, percorrenza e uscita curva.

Fuori dal tratto misto si riacquista velocità in rilancio fino alla quinta marcia, prima di frenare di nuovo per affrontare la curva più lenta del tracciato, la 12. Poi, con un’accelerazione in contropendenza, si affronta la Subida dos Boxes, un’ampia curva a destra in cui i piloti si dovranno portare con massima precisione all’esterno, in modo da sfruttare in pieno la potenza del motore. Solo dopo potranno dare gas per immettersi sull’ultimo rettilineo del tracciato.

In questo settore è difficile la trazione in uscita, per l’anomalo appoggio delle ruote posteriori e l’angolo d’assetto puntato per effetto della curva. L’asfalto irregolare causa continui sobbalzi, per cui ancora una volta sarà la perfetta adesione della mescola alla pista a restituire il massimo coefficiente di aderenza, garantendo un’ottimale sicurezza di guida e buoni sorpassi a DRS aperto.

La Pirelli ripropone per questa diciannovesima e ultima gara della stagione 2013 le Orange Hard (riconoscibili per la spalla verniciata in arancione) e le White Medium (spalla bianca). Come accadde già lo scorso anno, nella prima sessione di prove libere i team avranno l’opportunità di provare i pneumatici della prossima stagione.

La strategia vincente è difficile da prevedere, visto che il fattore più importante e imprevedibile sarà quello meteorologico (previsti meno di 30 gradi e precipitazioni).  La pioggia potrebbe giocare un ruolo chiave, mandando all’aria i piani di tutti i team.

L’anno scorso vinse Jenson Button, che ebbe la capacità di  conquistare il podio montando gomme slick su asfalto bagnato, puntando – a dispetto di tutti gli altri – su una strategia a due pit stop.

Domani l’avvio dell’ultimo week-end di F1 del 2013, prima della pausa invernale. Almeno sulle piste.

Ultimo aggiornamento 21 Novembre 2013, ore 20:19

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L’analisi tecnica della pista dal punto di vista della Pirelli, a cura di Mario Isola

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