Il passato, Asghar Farahdi ci racconta gli angoli più nascosti delle nostre emozioni

Dopo il premio Oscar per Una separazione, Farhadi torna al dramma misto al thriller introspettivo per narrarci una storia di una drammaticità potente e coinvolgente

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Ahmad atterra a Parigi per firmare le carte del divorzio da Marie con cui si era separato quattro anni prima; Marie, in procinto di sposare Samir, chiede all’ex marito di provare a parlare a Lucie, figlia avuta da un preedente matrimonio, in piena fase adolescenziale che cova un odio innaturale nei confronti del nuovo fidanzato della madre.

Dopo l’Orso d’Argento per About Elly e il pluripremiato A Separation, con Le Passé Asghar Farhadi conferma le sue grandi doti di scrittura e di regia: le sue sono storie che indagano quelle che sono le corde più profonde dell’animo umano, le quali messe alle strette, giunti quindi alla resa dei conti dopo il disvelamento di numerosi inganni interpersonali, esplodono in tutta la loro potente drammaticità.

Tutto questo è il risultato (e questo è il suo tocco veramente originale e inimitabile) di un’attenta indagine condotta attraverso il gusto tutto cinematografico per la detective story, per il thriller in cui i protagonisti dei film di Farhadi sono catapultati.

Per la prima volta non siamo più nella Teheran del regista, ma la Parigi che viene qui dipinta le assomiglia moltissimo; la periferia della città più bella al mondo come metafora della periferia del cuore di ognuno dei personaggi minuziosamente descritti: da Marie (interpretata da una grande Bérénice Bejo, premiata a Cannes) che richiama l’ex marito Ahmad dall’Iran per concludere le pratiche del divorzio, allo stesso Ahmad desideroso di dimenticare gli anni del suo matrimonio, da Samir, il nuovo fidanzato di Marie, che non riesce a staccare dalla moglie ormai in coma vegetativo da otto mesi, per arrivare a Lucie, che odia profondamente lo stile di vita della madre e che alla fine si rivelerà la chiave della vicenda ma non della storia.

Una storia che parla dei legami indissolubili che ognuno ha col proprio passato, quelle esperienze di vita felici o dolorose che ci hanno condotto al tempo presente, senza le quali non saremmo le stesse persone che guardiamo allo specchio la mattina prima di iniziare una giornata; è possibile dimenticare e ripartire da zero? Forse si, forse no. Il passato comunque va sempre visto nell’ottica positiva dell’esperienza. Il futuro, il nuovo inizio non ha relazioni con esso.

VOTO : 8,5  

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