Servizi segreti, trasparenza dell’intelligence piace agli italiani. Sale al 51% la fiducia nelle “barbe finte”

L’immagine degli 007 italiani sta cambiando agli occhi dei concittadini. Il presidente dell’Eurispes Fara anticipa all’Adnkronos i dati del Rapporto Italia di gennaio 2014: “Nel 2011 avevano la fiducia del 30,5% dei cittadini, e nel 2012 la vedevano aumentare di ben 10 punti percentuali”

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Il 31 ottobre scorso, nell’articolo sulla presentazione del nuovo format di “Gnosis, Rivista Italiana di Intelligence” avevamo titolato (profeticamene?): “I Servizi Segreti italiani un po’ più servizi e un po’ meno segreti“. Eppure non sapevamo che l’attività della nostra intelligence fosse nel mirino di un’indagine sociologica, condotta dall’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali), che fornisce una nuova visione delle “spie” italiane agli occhi dei connazionali.

Lavorano in silenzio per la nostra sicurezza, ma se parlano un po’ di più è pure meglio. Dismessi gli stereotipi dell’uomo dall’impermeabile grigio e la barba finta, l’immagine degli 007 italiani sta cambiando agli occhi dei cittadini. E chi si avvicina per conoscerli non troverà misteriosi personaggi a rincorrerli per i canali di Amsterdam. La ‘Glasnost’ del Comparto Intelligence piace agli italiani e fa guadagnare punti agli 007 nostrani soprattutto all’occhio dei giovani. Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, o ha spiegato all’Adnkronos, che ha anticipato alcuni dati che saranno pubblicati nel Rapporto Italia di gennaio 2014.

La svolta di trasparenza di un’intelligence che dialoga con i cittadini e va nelle università per farsi conoscere meglio – ha spiegato Fara – sta già dando i suoi frutti: dai dati che stiamo analizzando per il Rapporto Italia 2014 notiamo un ulteriore e progressivo incremento di considerazione, che porta la fiducia dei cittadini a quota 51%. Un trend di crescita positiva – fa osservare lo studioso – che si consolida nel tempo: nel 2011 i Servizi avevano la fiducia del 30,5% dei cittadini, e nel 2012 la vedevano aumentare di ben 10 punti percentuali, per arrivare quest’anno a un altro avanzamento di quasi 5 punti, portandosi al 45,3%”.

Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes‘Stanno conquistando via via l’attenzione e l’interesse di un pubblico più ampio – ha rimarcato il presidente dell’Eurispes – perché sono ‘meno segreti’ e fanno conoscere quanto sono utili soprattutto in questa fase nella quale va protetto il sistema paese”. Per Fara, i Servizi 2.0 che dialogano sul web e tengono lezioni di ‘Intelligence Live’ negli atenei italiani, ”anche nell’immaginario collettivo sono passati dallo stereotipo degli spioni alla figura, altamente qualificata, dell’analista della sicurezza. Ma soprattutto nella percezione dei giovani sono diventati veri e propri ‘think thank’. Laboratori e ‘luoghi’ nei quali si produce conoscenza, si analizzano scenari e minacce globali, individuando soluzioni nell’interesse dei cittadini”.

Ma non solo. Per l’Eurispes, infatti, l’Intelligence è ”passata anche dalla quantità alla qualità, e ha una prospettiva ben orientata: puntare sui giovani. Sulla ‘nave scuola’ costituita dalle competenze ed esperienze delle professionalità esistenti, le nuove leve di 007 potranno fare un grande lavoro, accompagnati dai ‘vecchi del mestiere’ che stanno traghettando i Servizi al New Deal”, come del resto impone la legge 124 del 2007.

La consapevolezza dell’importante lavoro per la sicurezza svolto dall’Intelligence – ha aggiunto Fara – è più diffusa nelle grandi città, e tra persone di cultura elevata. La scommessa dei ‘nuovi servizi’ è proprio quella di parlare con i giovani, che dimostrano una fortissima attenzione verso questo mondo”. ”I giovani – ha notato infatti il presidente dell’Eurispes – cominciano a lasciarsi alle spalle scenari da ‘Risiko’ o ‘Gioco delle ombre’ per avvicinarsi progressivamente al vero lavoro di Intelligence, che non è il pedinamento ma la difesa degli interessi nazionali in ambito politico, economico e finanziario. Sono più consapevoli del fatto che l’Intelligence fa analisi di scenari e prevenzione, ed è fatta da uomini e donne dello Stato che lavorano per la sicurezza di tutti”.

Quanto alla ‘mission’ dell’Intelligence, si avverte ”l’esigenza di prosciugare l’acqua da equivoci: i Servizi fanno il loro mestiere e quindi anche intercettazioni, ma nella piena osservanza delle leggi dello Stato. Oggi, a differenza di 30 anni fa abbiamo Servizi efficienti, che sono in perfetta linea con il sistema istituzionale. Di golpisti non ce ne sono in giro – taglia corto Fara – e del resto il sistema dei nostri controlli incrociati è garanzia dal fatto che nessuno debordi dal proprio ruolo istituzionale. Il Datagate è più da film…”.

In questo percorso di conoscenza del mondo Intelligence, per il presidente dell’Eurispes ”un ruolo l’ha giocato la ‘porta del web”, 20130926-giampiero-massolo-382x226ovvero il sito del Comparto Intelligence, www.sicurezzanazionale.gov.it, ”che ha influito sulla nuova percezione dei Servizi”. Ma ”il ruolo principale – ha notato il sociologo, fondatore dell’Eurispes – di una nuova percezione dei Servizi lo gioca il cambio di mentalità dei vertici della nostra Intelligence. Un cambio di passo fatto di maggiore apertura per diffondere quella cultura della sicurezza partecipata che è propria dell’indirizzo dato dal sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, e da Giampiero Massolo, Direttore generale del Dis (nella foto a destra). Ma è anche un riconoscimento al lavoro svolto delle Agenzie di Informazioni, Aisi e Aise, gudate dai generali Arturo Esposito e Adriano Santini”.

In questo periodo, fa notare Fara, l’Intelligence ”sta facendo anche un importante servizio di assistenza alle aziende considerate sensibili”. Per l’Eurispes, però, ”il dato più intrigante è che c’è una corsa di giovani laureati, molti dei quali in studi internazionali, per lavorare nel Comparto Intelligence”. Sono infatti ”quasi 6.000 – ha rivelato Fara – i curricula di livello inviati tramite il portale dei Servizi da giovani che vedono nella possibilità di lavorare nell’Intelligence anche una prospettiva seria e qualificata di carriera. Sanno che la sicurezza non ammette approssimazione”.

Sono ragazzi che parlano due-tre lingue – ha osservato – e hanno conseguito lauree prestigiose anche in università straniere”. Insomma, ”tutte ‘personcine’ che possono assicurare anche una prospettiva, certo ancora limitata nei numeri, di un fenomeno che attendiamo da anni: il ritorno dei cervelli”. ”Questi giovani – conclude Fara – sono sollecitati anche da una riscoperta dell’amor patrio: sanno che dovranno fare un lavoro che spesso non consentirà loro la scena e per il qule non saranno applauditi. Ma dietro uno scampato pericolo della nazione, ci saranno anche loro. Lavoreranno in silenzio. Ma senza barbe finte”.

Credit: Adnkronos