Grillo: “Troppe elezioni, facciamo macroregioni ed election day”

A chi contesta la pochezza delle proposte del Movimento 5 Stelle consiglieremmo una visita oculistica e una dall’otorino. A volte l’ex comico genovese dà voce al semplice buon senso…

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Roma – Beppe Grillo – tra battute sferzanti e vere e proprie offese mirate – ogni tanto tira fuori dal cilindro delle idee qualche proposta incredibile, in quest’Italia confusa e partitocratica. Idee tanto rivoluzionarie perché spesso fondare semplicemente sul buon senso. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, infatti, ci sono troppi enti locali e troppe elezioni, ma la soluzione c’è: abolire le province, accorpare i comuni sotto i 5.000 abitanti, istituire delle macroregioni e tagliare le spese elettorali in un solo election day, che lui ha ribattezzato “Il Giorno Unico del Voto”.

In un post sul suo blog, Grillo – richiamando un’antica pubblicità di biscotti – ha osservato che «le elezioni in Italia sono come la vecchia pubblicità dei Pavesini. E’ sempre l’ora delle elezioni. Ogni anno ci sono centinaia o anche migliaia di comuni che vanno al voto. Sono 8.092. Ci sono poi le elezioni regionali che cadono per le diverse regioni anch’esse ogni anno. Immancabili le elezioni europee, insopprimibili quelle provinciali nonostante la loro inutilità (ci sono province con meno di 100.000 abitanti), inevitabili quelle politiche, spesso anticipate», ha scritto l’ex comico, come ha rilevato TMNews.

«Le elezioni amministrative e regionali – ha sottolineato Grillo – possono essere anche annullate o può cadere una giunta per corruzione, per infiltrazioni mafiose o per altri mille motivi. In tal caso si fa il bis. Altro turno elettorale. Ogni elezione è buona per chi vince, anche fosse l’ultimo dei comuni italiani, per riaffermare il primato del suo partito a livello nazionale. Chi perde invece – ha rilevato l’ex comico genovese – si aggrappa all’archivio storico delle consultazioni con ardite acrobazie statistiche per spiegare che se non ha vinto, almeno ha ‘non perso’».

«Non solo le elezioni non finiscono mai – ha osservato il leader del M5S – ma gli esaminandi si moltiplicano. Regioni con la popolazione di un quartiere di città, province che non hanno neppure la dimensione di un medio comune e di comuni con gli abitanti di un condominio, talvolta di un appartamento con famiglia numerosa. C’è la corsa a diventare regioni, province, comuni». Insomma, una «corsa all’oro che promette poltrone, sussidi, finanziamenti, appalti, poteri», ha vergato Grillo nel suo post.

Tuttavia va posta molta attenzione, ha avvertito il leader M5S, perché «i costi di questo stillicidio sono incalcolabili. Nessun governo ha mai provato ad unire le diverse consultazioni. Comunali, politiche e regionali, con l’introduzione di macro regioni (attualmente 11 regioni su 20 hanno meno di due milioni di abitanti) dovrebbero tenersi in un’unica sessione» ha affermato, anche perché le «provinciali vanno abolite da subito», ma anche i «comuni sotto i 5.000 abitanti vanno accorpati».

Di questa razionalizzazione ha bisogno il Paese, perché lo Stato ha un costo ormai insostenibile per i cittadini. Ma «nulla di tutto questo è previsto, le greppie del potere devono rimanere in vita e, se possibile, moltiplicarsi. Consigli, assessori, sindaci, presidenti, una folla che dipende dalla politica» e che alimenta la corruzione, aggiungiamo noi.

Il «Giorno Unico del Voto suona bene» ha concluso Grillo, che sembra rispondere ai critici del M5S, i quali accusano sempre i “grillini” di inconsistenza e di proporre misure irrealizzabili.

La storia va avanti per tutti, anche per le istituzioni di un Paese come l’Italia, che è retto da una Costituzione farraginosa e inadeguata ai tempi. Gli osservatori hanno peraltro rilevato come la strategia di comunicazione del Movimento sia cambiata dalle scorse amministrative e che i “grillini” partecipino sempre più anche ai talk show politici, in cui spesso sono tra gli esponenti politici più chiari nella formulazione delle proposte.

Insomma, se non proprio un partito di lotta e di governo, il Movimento 5 Stelle pare maturare verso un partito di lotta capace di governo o, quanto meno, nella formulazione di proposte assennate e condivisibili.

Credit: TMNews

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