In Sicilia la prima legge in Italia che subordina il sostegno alla stampa locale a una specie di censura preventiva

Ci sono modalità tecniche per risalire all’identità di chi commenta gli articoli delle testate online e la registrazione preventiva, con carta di identità, è uno sciocco tentativo di bloccare quel che pensa la gente della classe politica. Noi ci opponiamo e rinunciamo preventivamente a ogni tipo di finanziamento pubblico: per la nostra libertà e per la libertà dei nostri lettori (cui imponiamo, però, un certo fair play, ma garantiamo libertà totale: c’è sempre l’indirizzo IP in caso di emergenza…)

pensiero libero e responsabilità, ma mai censura

Torniamo a parlare della legge sull’editoria, approvata pochi giorni fa dall’Assemblea Regionale Siciliana, perché è accaduto quanto temevamo e che abbiamo criticato con puntualità e in anticipo (in questo articolo), ma che pensavamo sinceramente non potesse essere neanche preso in considerazione: potranno accedere ai contributi soltanto le testate giornalistiche che impediranno ai propri lettori di pubblicare commenti anonimi o con nickname.

In pratica, potranno godere dei fondi per l’editoria quei giornali che operano su internet e che richiedono l’identificazione nominale del commentatore: lo si desume con argomento “a contrario“, perché le testate che ricevessero i contributi regionali e che venissero “scoperte” a consentire i commenti “anonimi” perderebbero i contributi stessi, con una sanzione durissima (e non solo, come spiegheremo).

Si tratta di una proposta scellerata – e tra poco vi diremo nuovamente il perché – caldeggiata soprattutto da due deputati regionali: Michele Cimino (Voce Siciliana) e Francesco Cascio (Nuovo Centrodestra).

Innanzitutto, si tratta di una “conditio sine qua non” ignorante, perché tale criterio ignora che ogni commentatore lascia dietro di sé una traccia che, in caso di violazione di legge, può portare al suo riconoscimento. La Polizia Postale, infatti, può accedere tramite l’editore all’identità del commentatore anonimo grazie all’analisi dell’indirizzo IP (Internet Protocol), che è univoco: ciascuno di noi quando va su internet lascia un’orma che viene “catturata” e archiviata da vari sistemi (per cinque anni) e, nel caso dei commenti, rivelata nel “dietro le quinte” di ogni sito, ma naturalmente non diffusa perché si tratta di un dato sensibile. Da qui l’inadeguatezza tecnica del criterio adottato dalla legge siciliana sul sostegno all’editoria.

Visto che i due deputati caldeggianti questa misura non sono due ignoranti e non sono vecchi e decrepiti – anagraficamente parlando – è ovvio che l’ARS e il Governo regionale abbiano qualche retropensiero diverso: forse un timore per quel che pensa davvero la gente delle proprie azioni, omissioni e decisioni che trasudano incompetenza? Potrebbe anche essere, visto che perseguono il fine di tappare la bocca al web, “ricattando” le testate online dell’Isola. Una mossa che può tranquillamente essere bollata come “liberticida” contro il pensiero libero, costituzionalmente tutelato, di cui internet è diventato un mezzo di diffusione. O forse vale solo per le cosiddette “Rivoluzioni Arabe” dei nostri dirimpettai mediterranei, che tanto stanno a cuore al Parlamento più antico d’Europa?

Noi di The Horsemoon Post filtriamo in commenti e abbiamo già censurato alcune volte affermazioni razziste o anche inclini a incitazioni alla commissione di reati: perché siamo persone responsabili e, nel nostro piccolo, vogliamo contribuire a un dibattito informativo e culturale anche vivace, ma sempre costruttivo. Tuttavia, contrastiamo questo modello “primitivo” voluto dall’ARS e rinunciamo preventivamente ad ogni possibilità di accedere ai fondi previsti dalla legge sull’editoria, perché cedere a questo diktat, significherebbe vendere non solo l’imparzialità – un principio fondamentale del giornalismo che è un obiettivo di tutti, sempre da rincorrere – ma anche la libertà dei nostri lettori.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.